giovedì 18 luglio 2024

Una poesia di Sylvia Plath

 




PECORELLA NELLA NEBBIA

Le colline sconfinano in bianchezza.
Persone o stelle
Mi guardano con tristezza, le deludo.

Il treno lascia una linea di respiro.
O lento
Cavallo colore della ruggine,

Zoccoli, dolenti campane –
Per tutta la mattina la
Mattina si è andata annerando.

Un fiore trascurato.
Le mie ossa hanno requie, i campi
Lontani mi sciolgono il cuore.

Minacciano
Di assumermi fino a un cielo
Senza stelle né padre, acqua buia.

***

da “Lady Lazarus e altre poesie”- Sylvia Plath- traduzione di Giovanni Giudici- Mondadori- nuova edizione febbraio 2023

2 commenti:

  1. Ah! Una delle poesie che ho amato di Sylvia Plath. Pur riflettendo non trovo una spiegazione esatta del perché. Di certo la sospensione, la bellezza che scivola in altro, sofferenza, e paura. Tutto è lentezza, galleggia, e ovattato sconfina in altro e si confonde. Anche la vita con la morte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì Elena. Del resto il nome del tuo blog testimonia di questa tua passione. Ora di Sylvia Plath sto leggendo i diari...

      Elimina