mercoledì 29 giugno 2022

Una poesia di Tristan Tzara

 



 

Tornano i pescatori con le stelle marine

spartiscono il cibo con i poveri,  infilano corone ai ciechi

gli imperatori escono nei parchi in questa ora che assomiglia alla vetustà

                                                                                                                                             delle incisioni

e i domestici fanno il bagno ai cani da caccia

la luce indossa i guanti

apriti finestra  - dunque

ed esci notte dalla stanza  come il nòcciolo dalla pesca,

come il prete dalla chiesa,

dio: carda la lana agli amanti sottomessi,

dipinge gli uccelli con l’inchiostro, cambia guardia alla luna,

-andiamo a prendere i maggiolini

per chiuderli nella scatola

-andiamo al ruscello

per fare vasi d’argilla

-andiamo alla fontana perché io possa baciarti

-andiamo al parco comunale

fino al canto del gallo

affinché  si scandalizzi la città

-oppure adagiamoci lassù nella stalla

dove punge il fieno e si sente il ruminare delle vacche

che poi hanno voglia dei loro vitelli

partiamo, partiamo.

 

1913, Mangalia

 

***               

Da “Prime poesie “ – Tristan   Tzara –cura e traduzione Irma  Carannante – Edizioni Joker –aprile 2015                                                                                                                                                                             

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