Sto leggendo “Ancestrale”, libro
di poesie di Goliarda Sapienza, edito da “La vita felice” nel marzo 2014, rinvenuto casualmente e fortunosamente in una
libreria di Milano, nel quartiere Isola. Riporto questi dati perché ho letto in
Hillmann che nei sogni la topografia è fondamentale. Sono poesie di un’autrice che io tengo in alta
considerazione, pur avendo letto di lei solo due libri: lo splendido “Università
di Rebibbia”, ecco un altro luogo di questo sogno, e il caustico “Elogio del bar”, terzo luogo ”amorfo
in cui non capita nulla di particolare” e questa definizione ci riporta all’ultimo e definitivo spazio di questo sogno, il bar.
Io lo chiamo “Il Caffè del Satiro Antico”, è nel centro di Milano, in via
Gonzaga. All’ingresso due giganteschi omenoni. Si beve qualcosa, io un tè verde Sencha, voi
non so. Prosit.
INFANZIA 2
senza sospetto il ventre appesantito
dal serpe del tuo sangue. Spaccati
i seni dal primo aprirsi al sudore
della maglietta di filo bianco
di scozia. Corri e non sai
che questa notte la luna accovacciata
sul balcone spierà il tuo assopirti
e senza parere ti sfilerà l’infanzia
da sotto il cuscino.
Solo il sogno sa farci sentire così attaccati al mondo reale, svelandone tutto il mistero. Ecco una scrittrice che non conosco, e che ora ho il desiderio di approfondire.
RispondiEliminaHo preso nota de L'università di Rebibbia.
A presto Ettore
RispondiEliminaGrazie Elena del tuo passaggio. Goliarda Sapienza merita la tua attenzione. Un caro saluto.