Contro il genocidio in atto – la parola ai poeti palestinesi - parte prima

domenica 28 settembre 2025

 


Per dirla in modo semplice penso che la poesia sia il modo più efficace per raccontare le cose del mondo. Così anche per raccontare il grido di dolore che sta divampando a Gaza, non c’è modo migliore che ascoltare i poeti, gli unici che possono, nella loro  marginalità di  spettri vaganti per una landa buia e terribile, testimoniare la mostruosità che ha colpito la loro terra e più in generale questo pianeta. La parola al poeta palestinese Yousef Elqedra (in foto). La poesia è senza titolo:



Posso scrivere una poesia
con il sangue che sgorga
con le lacrime, con la polvere nel mio petto
con i denti della ruspa, con le membra smembrate,
con le macerie dell’edificio, con il sudore della protezione
civile,
con le urla delle donne e dei bambini,
con il suono delle ambulanze, con i resti di un albero che amo,
con tutti questi volti che cercano i loro dispersi,
con la voce del bambino Anas sotto le macerie che dice:
“ Sono ancora vivo”,
con i corpi senza lineamenti
con l’attesa, l’attesa, e ancora l’attesa!
Posso scrivere una poesia con il fragore del tradimento,
con il silenzio nudo,
con la neutralità viscosa, con l’impotenza svelata,
con il servilismo verso l’America.
Cosa può una poesia?
***
 
Yousef Elqedra

***

da “Il loro grido è la mia voce- poesie da Gaza”- autori vari - Fazi Editore - 2025

Decimo comunicato mitorealista

martedì 23 settembre 2025

 



“Io mi contraddico sì mi contraddico./ Contengo moltitudini.”

Walt Whitman

In aperta e decisiva contraddizione- che il destino poi rivelerà solo apparente- con quanto enunciato nel primo Manifesto, ancora secretato per ragioni strategiche - il Mitorealismo rifiuta il lavoro come coercizione malsana, come ricatto, come punizione biblica e innalza il lavorio, questa estenuante ricerca di sé stessi, per vivere pienamente anche la propria perdita. Perelà passeggia sul filo di Arianna di mille capitomboli. Il suo crollo porterà, finalmente, anche Godot alla pazzia e allora le energie cosmiche del primo grido germoglieranno anche dalle nuche degli spaventapasseri non laureati.   Per quanto detto, su suggerimento di Alex Tonelli, mitorealista della prima ora, si deve ritenere modificato il seguente passaggio:

 

“ Il Mitorealismo del Sottosuolo è un movimento poetico, filosofico, artistico, scientifico, fantascientifico, che si realizza all’interno dei dettami della Costituzione italiana, di cui rispetta i valori ma è espressione della Nazione Oscura Caotica, stato immaginario che si configura come il non luogo di tutte le connessioni in atto. Rispettare i valori è dunque un atto puramente parodistico e ironico.”

No, noi ora lo diciamo più recisamente e senza inutili sdolcinatezze verso questi feticci, rifiutando il lavoro, non possiamo accettare una Repubblica fondata su di esso.

Ripudiamo dunque ufficialmente la Costituzione della Repubblica italiana, e rivendicando il nostro originario stato di apolidi,   accettiamo- ironice sed sub specie aeternitatis-  solo la Costituzione della Nazione Oscura Caotica,  in attesa però di ulteriori sviluppi. Bene, dall’infinito è tutto. Grazie dell’ascolto.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Nono comunicato mitorealista

lunedì 15 settembre 2025

Cambiano i papi ma la sostanza non cambia: “Fight the real enemy”. Grazie Sinead, dal profondo dell’eternità.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista



Chiudiamo le scuole!

domenica 7 settembre 2025



'L'educazione, con il suo sistema di supporto di istruzione obbligatoria e competitiva, tutte le sue carote e bastoni, i suoi voti, diplomi e credenziali, ora mi sembra forse la più autoritaria e pericolosa di tutte le invenzioni sociali dell'umanità. È la base più profonda dello stato schiavista moderno e globale, in cui la maggior parte delle persone si sente nulla di più che produttori, consumatori, spettatori e ‘fan’, spinti sempre di più, in tutte le parti della loro vita, dall'avidità, dall'invidia e dalla paura. La mia preoccupazione non è migliorare l’‘educazione’, ma eliminarla, porre fine all'orrenda e disumana attività di plasmare le persone e lasciare che le persone si plasmino da sole' (John Holt).”

Questo brano è estratto dalla pagina FB del blog Scuola Libertaria. Diciamolo con loro forte e chiaro: “Ogni pedagogia è pedagogia nera.” Liberiamocene. Liberiamoci dalla funesta idea che dobbiamo insegnare a esistere ai bambini e agli adolescenti, perpetuando nient’altro che il meccanismo che ci ha stritolati. Il discorso è molto complesso. Vi rimando all’eccezionale pamphlet di Angelo Giglia “Perché dobbiamo abolire la scuola”. E con lui e con Giovanni Papini, con Alice Miller, con John Holt, con Ivan Illich, gridiamo forte, con tutto il fiato che abbiamo in corpo – ma prima soffiamo via tutte le ripugnanti credenze che fanno della Scuola il tempio per eccellenza della nostra società di analfabeti con sette lauree- ebbene, gridiamolo così forte da sgretolare financo le mura di questo carcere:

CHIUDIAMO LE SCUOLE!