Se Maometto non va alla montagna…

sabato 20 luglio 2024

 


 


Caraibi? Non ho nulla contro i Caraibi, a casa mia son tutti benvenuti, anche l’Himalaya, se vuol venire, può citofonare tranquillamente, io gli apro, non ho paura, salga pure, se ha le palle per incontrarmi, ebbene, m’incontrerà anch’esso, non ho preclusioni son di bocca buona, mangio anche le montagne. I  Caraibi? Se vengono insieme alle Seychelles faccio loro lo sconto comitiva.

                                                                                                                                                         8 Febbraio 2011

 ***

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

Una poesia di Sylvia Plath

giovedì 18 luglio 2024

 




PECORELLA NELLA NEBBIA

Le colline sconfinano in bianchezza.
Persone o stelle
Mi guardano con tristezza, le deludo.

Il treno lascia una linea di respiro.
O lento
Cavallo colore della ruggine,

Zoccoli, dolenti campane –
Per tutta la mattina la
Mattina si è andata annerando.

Un fiore trascurato.
Le mie ossa hanno requie, i campi
Lontani mi sciolgono il cuore.

Minacciano
Di assumermi fino a un cielo
Senza stelle né padre, acqua buia.

***

da “Lady Lazarus e altre poesie”- Sylvia Plath- traduzione di Giovanni Giudici- Mondadori- nuova edizione febbraio 2023

Democrazia

lunedì 15 luglio 2024

 

 


Qualcuno grida:  ”Anarchia!”,  altri:  ”Così vuole il popolo!”, altri ancora “ Seguiamo il volere di Dio”, colui che dice :“La mia onnipotente volontà schiacci a terra le masse!”, è il tipo inquietante del dittatore ma  c’è in lui il residuo di un’onestà brutale,  ci sono in lui, che gridano,  i resti dello scimmione antico. La politica viene presa molto sul serio, l’uomo ama vendere l’anima ai propri idoli, e dopo averli  eretti sul piedistallo, vederli cadere nella polvere. E con essi cade a terra la sua stessa anima  ma chi se ne importa.  

 

Nelle dittature si sogna la democrazia, nelle democrazie non si va a votare, “Perché tanto sono tutti uguali.” Coloro che hanno dato la vita per la libertà forse non sapevano che a riceverla sarebbero stati perlopiù i devoti ammiratori dello scimmione assassino, e che volentieri la barattano per una televisione nuova, per un frigorifero,  o per l’ultimo modello di smartphone.  Salvo poi lamentarsi: “Non ci sono più i valori di una volta”. Così viene sprecato il lusso della democrazia e popoli interi ipnotizzati vagano, trascinati dal desiderio di libertà, nome che danno alla più dorata delle loro catene, la più scintillante.

 

11- 15 giugno 2014

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

Traduzioni in inglese

giovedì 11 luglio 2024


Tre poesie contenute in “Canti d’Amnios” sono state tradotte in inglese dal poeta italo-britannico Massimo Fantuzzi e pubblicate sul numero 32 della rivista americana Triggerfish Critical Rewiew a questo link.
Si tratta per la precisione di: "Adolescenza", "Vertigine" e "Lapsus a matita".

Nella rivista sono presenti anche miei scritti critici relativi ad alcuni poeti americani lì antologizzati.

Ettore Fobo





Orrore di sé e Speranza

domenica 7 luglio 2024



 Più vado avanti con l’età più noto con  che sulla Terra c’è pochissimo amore e quel pochissimo che c’è è spesso molesto. La maturità è questa consapevolezza che nell’umano c’è poco di buono  e tanto di marcio, fanatico, violento, assurdo. Riconoscersi in questo specchio mi soffocava in gioventù. Dopo che la sofferenza mi ha schiantato, sono rinato scettico. Il mio scetticismo sa che chi non ha mai provato  orrore di sé e della  Specie è un bruto senz’anima. Da bruti senz’anima è formata la gran massa degli anonimi che vedo sciamare per le strade di Milano ogni giorno,  e li vedo attraverso  un quadro di Munch,  Sera sul viale Karl Johan, in cui sbiadite figure con il volto appena accennato  passano su quel viale di Copenaghen come stupefatte o meglio in uno stato di  narcosi. Fantasmi sul “panorama elettrico del mondo” come lo chiama Campana. Fantasmi senza un volto, un nome, un senso,  un perché. Moltitudine cannibale. Quello che i cristiani chiamano “il prossimo”. Ma la cosa più terribile e che questi figuranti dell’assurdo sono sicuramente tutti animati dalla peste più nera dell’universo: la Speranza. Essa è così malevola che li fa  addirittura figliare. Non solo cannibali, non solo feroci e invidiosi,  non soltanto fantasmi  e nullità  rancorose ma soprattutto, nonostante tutto questo o forse a causa di tutto questo,   incurabili ottimisti.

24 settembre 2016

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo- inedito



Invenzioni che producono la Storia

domenica 30 giugno 2024

 



L’uomo soffre. E allora inventa Dio, rimedio allucinatorio. L’uomo soffre ancora. E allora inventa il Peccato,  per soffrire meglio.

10 febbraio 2016

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo  (inedito)

Michel Foucault

martedì 25 giugno 2024

 


Nel quarantennale della sua morte, avvenuta il 25 giugno del 1984,  ricordo Michel Foucault con questo brano  tratto da “Storia della follia nell’età classica”:

"Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere la follia. La sua figura si sarà racchiusa su se stessa non permettendo più di decifrare le tracce che avrà lasciato. Queste stesse tracce non appariranno, a uno sguardo ignorante, se non come semplici macchie nere? Tutt’al più faranno parte di configurazioni che a noi ora sarebbe impossibile disegnare, ma che in futuro saranno le indispensabili griglie attraverso le quali render leggibili, noi e la nostra cultura, a noi stessi. Artaud apparterrà alla base del nostro linguaggio, e non alla sua rottura; le nevrosi, alle forme costitutive (e non alle deviazioni) della nostra società. Tutto quel che noi oggi proviamo relativamente alla modalità del limite, o della estraneità, o del non sopportabile, avrà raggiunto la serenità del positivo. E quel che per noi designa attualmente questo Esterno rischia veramente un giorno di designare noi, proprio noi."

Aforismi di un bevitore di tè

domenica 23 giugno 2024

 

 


Comincio da oggi sul blog la pubblicazione di una scelta di brani tratti da una raccolta di aforismi e scritti brevi che ho composto anni fa. S’intitola “Aforismi di un bevitore di tè”. Comincia con un breve brano che sottopongo alla vostra attenzione. Grazie dell’ascolto.

Perché non leggo libri con la parola feeling nell’incipit

Mi piace nello scrittore la mancanza di ogni attitudine sociale, l’incapacità anche arrogante (me ne sto in un angolo a depensare) di arringare un pubblico con aria di conoscerlo, di avere domiciliato nello stesso letto che oggi è fatalmente letto televisivo.

Quindi poca o nulla visibilità televisiva (Debord, Ceronetti), libri che non nascono per intrattenere platee  ma per esigenze anche compulsive, viscerali, brutali (Artaud, Sade), facce scavate dallo stile, che è il carattere (Benn, Pasolini). Carattere che è la ferita essenziale della psiche, la grande incisione del collettivo sulla pelle. È  nell’urto fra individuo e mondo, nello shock  che ne consegue, nell’enorme spargimento di sangue e parole, che si trova la grande letteratura, non nell’acquiescenza a modelli interpretativi a consumo delle folle. E niente consolazione per favore, niente linguaggio plastificato di matrice sociale, niente imitazione della sedicente Verità. Lo stile è la dura conquista della solitudine e dei solitari, il linguaggio si plasma nelle conversazioni interiori, e là che affiora quella bestia sacra chiamata pensiero. La letteratura sia  dunque uno sguardo di demone sulle nostre consuetudini angeliche, o viceversa uno sguardo angelico sulle nostre ebrietudini demoniache.

3 ottobre 2010

Ettore Fobo

 

La trascendenza erotica e l'infinita connessione

martedì 28 maggio 2024


Ho appena pubblicato una riflessione ad ampio raggio sul Movimento del Connettivismo partendo dal libricino, fragile, inquietante e decisivo, di Sandro Battisti, uno dei fondatori di questo Movimento: "Quantorgasmi liminali". Ecco il link su "Bibbia d'Asfalto". Buona lettura.

Ettore Fobo

Il ciclo dei rituali perduti- sulla mostra mitorealista di Roberto Parravicini

lunedì 13 maggio 2024

 


Si è appena conclusa la prima mostra di pittura  legata al Movimento Mitorealismo del Sottosuolo,  di cui ho scritto 4 anni fa il primo dei due Manifesti. Si è trattato della mostra del pittore Roberto Parravicini, tenutasi a Milano presso il  C.I.Q di Porto di Mare.  Ne parlo su Bibbia d’Asfalto. Il quadro che vedete sopra è dedicato a Jim Morrison.  Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo

Una poesia di Goliarda Sapienza

lunedì 6 maggio 2024


 



Sto leggendo “Ancestrale”, libro di poesie di Goliarda Sapienza, edito da “La vita felice” nel marzo  2014,  rinvenuto casualmente e fortunosamente in una libreria di Milano, nel quartiere Isola. Riporto questi dati perché ho letto in Hillmann che nei sogni la topografia è fondamentale.  Sono poesie di un’autrice che io tengo in alta considerazione, pur avendo letto di lei solo due libri: lo splendido “Università di Rebibbia”, ecco un altro luogo di questo sogno,  e il caustico “Elogio del bar”, terzo luogo ”amorfo in cui non capita nulla di particolare” e questa definizione ci riporta all’ultimo  e definitivo spazio di questo sogno, il bar. Io lo chiamo “Il Caffè del Satiro Antico”, è nel centro di Milano, in via Gonzaga. All’ingresso due giganteschi omenoni.  Si beve qualcosa, io un tè verde Sencha, voi non so. Prosit.

INFANZIA 2

Senza sospetto corri sotto il sole
senza sospetto il ventre appesantito
dal serpe del tuo sangue. Spaccati
i seni dal primo aprirsi al sudore
della maglietta di filo bianco
di scozia. Corri e non sai
che questa notte la luna accovacciata
sul balcone spierà il tuo assopirti
e senza parere ti sfilerà l’infanzia
da sotto il cuscino.
*** 

da "Ancestrale"- Goliarda Sapienza- La vita felice - 2014

Dodici cammini cosmici

giovedì 2 maggio 2024


Su "Bibbia d'Asfalto" una mia riflessione sulla silloge "Dodici cammini cosmici" del poeta Henry Ariemma. Ecco il link. Buona lettura per chi vorrà.

La follia nelle parole di Roland Laing

giovedì 25 aprile 2024

 


“Se la specie umana sopravvivrà, gli uomini del futuro considereranno la nostra epoca illuminata, immagino, come un vero e proprio secolo d’oscurantismo. Saranno indubbiamente capaci di apprezzare l’ironia di questa situazione in modo più divertente di noi. È di noi che rideranno. Sapranno che ciò che chiamiamo schizofrenia era una delle forme sotto cui - spesso per il tramite di gente del tutto ordinaria -  la luce ha cominciato a filtrare attraverso le nostre menti chiuse. La follia non è necessariamente un crollo (breakdown); essa può essere anche una apertura (breakthrough)… L’individuo che fa l’esperienza trascendentale della perdita dell’ego può o non può perdere l’equilibrio in diversi modi. Può allora essere considerato come pazzo. Ma essere pazzo non è necessariamente essere malato, anche se nel nostro mondo i due termini sono diventati complementari… Dal punto di partenza della nostra pseudo-salute mentale, tutto è equivoco. Questa salute non è vera salute. La pazzia degli altri non è vera pazzia. La pazzia dei nostri pazienti è un prodotto della distruzione che imponiamo loro e che essi impongono a se stessi. Nessuno immagini che ci imbattiamo nella vera pazzia, così come non siamo veramente sani di mente. La pazzia con cui abbiamo a che fare è un grossolano travestimento, una falsa apparenza, una grottesca caricatura di ciò che potrebbe essere la guarigione naturale da questa strana integrazione. La vera salute mentale implica in un modo o nell’altro la dissoluzione dell’ego normale…”

Roland Laing



Presentazione di "Teatro a corte" di Andrea Zepponi

venerdì 5 aprile 2024

 


Martedì  16 aprile alle ore 19  ci sarà a Milano la presentazione del libro di Andrea Zepponi: ”Teatro a corte, LA FESTA DEL PARADISO di Bernardo Bellincioni- protolirica vinciana”, presso il Circolo Culturale Famiglia Artistica Milanese in via De Amicis 17. Insieme all’autore sarò presente con  Marco Bigoni e Francesca Tasso. Ci vediamo li?

Ettore Fobo.

Le inenarrabili tribolazioni della Poesia in tempi di barbarie

venerdì 1 marzo 2024

 


V’invito a leggere su Bibbia d’Asfalto la mia riflessione sulla bella antologia di prose “Le inenarrabili tribolazioni della Poesia in tempi di barbarie”, a cura di Lodovica San Guedoro, la sua lettura mi ha permesso di dire alcune cose; è la mia pietra scagliata in piena veglia a tutto ciò che l’attualità farneticante di oggi, di ieri e di sempre va spacciando come letteratura. Moneta falsa e oltretutto logorata dall’uso ma, sotto sotto, invito a cercarvi i motivi etici. In altri tempi, non così lontani, questa strenua difesa di un pensiero originario ed errante mi avrebbe garantito il rogo o perlomeno la galera. Oggi non so. Probabilmente nulla dato che va letto fino in fondo e supera di gran lunga la soglia di attenzione media ma mi tocca provarci. Buona lettura per chi vorrà. Ecco il link.

Ettore Fobo

Il pensiero come macchina da guerra e potenza nomade-un brano di Gilles Deleuze

domenica 18 febbraio 2024

 




“Il nomade, però, non è solo e necessariamente uno che si muove: fa dei viaggi sul posto, viaggi in intensità, e anche storicamente i nomadi non sono quelli che si spostano come gli emigranti ma, al contrario, non si spostano e si mettono a vivere da nomadi per restare allo stesso posto sfuggendo ai codici. È risaputo che il problema rivoluzionario sta oggi nel trovare un’unità delle lotte specifiche senza ricadere nell'organizzazione dispotica e burocratica del partito o dell'apparato di stato: una macchina da guerra che non ricostituisca un apparato di stato, un’unità nomadica in rapporto con il fuori, che non ricostituisca l'unità dispotica interna. Ecco forse la massima profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia, quale appare nell'aforisma: aver trasformato il pensiero in una macchina da guerra, aver trasformato il pensiero in una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, anche se lo si fa sul posto, impercettibile, inatteso, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono i nostri nomadi oggi, chi sono veramente i nostri nietzschiani.”

Gilles Deleuze

Trascendenza di Kafka

martedì 13 febbraio 2024


 


“Il male è una irradiazione della coscienza umana in certe posizioni di passaggio. Apparenza non è propriamente il mondo sensibile, ma il suo male, il quale tuttavia per i nostri occhi costituisce il mondo sensibile.”

***

Da ”Aforismi di Zürau”- Franz Kafka – a cura di Roberto Calasso- Adelphi, maggio 2004

Teatro a corte

sabato 10 febbraio 2024


Su Lankenauta potete leggere una mia riflessione sul saggio di Andrea Zepponi: "Teatro a corte, La festa del paradiso di Bernardo Bellincioni". Eccovi il link.

Ettore Fobo

Paolo Spaziani in scena a Milano

mercoledì 24 gennaio 2024



Nuova data milanese per lo spettacolo di Paolo Spaziani, con regia di Letizia Corsini, “La morte ride”, monologo tratto da “L’arcangelico” di Georges Bataille. Lo spettacolo è sempre diverso, non esiste una scaletta fissa, tutto è affidato al momento, è il gioco dell’immediato che scompagina il testo e inventa i suoi ritmi. In questo articolo su Bibbia d'Asfalto  parlo diffusamente del teatro di Paolo Spaziani, unicum nel panorama teatrale italiano. Lo spettacolo si terrà a Milano, venerdì 2 febbraio, al teatro Argomm, in via Graziano Imperatore 40,  alle 21.

Una poesia di Salvatore Quasimodo

venerdì 12 gennaio 2024

 


 



Per capire da dove parte la mia fascinazione per quella che Flavio Ermini chiama “l’esperienza poetica del pensiero” mi sono aggirato fra i ricordi infantili, dove ho recuperato questi versi di Salvatore Quasimodo, la lirica intitolata “Milano 1943”, fra le primissime poesie che mi impressionarono da bambino. Nato a Milano, vivendo nel suo hinterland, sentivo in questi versi riecheggiare la storia recente del mio paese e del mondo e assurgere infine alla sua verità metafisica profonda. Con emozione ve li propongo.



Milano 1943



Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s'è udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio: E l'usignolo
è caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.
***  
da " Giorno dopo giorno"- Salvatore Quasimodo-  (1947)