Le poesie hanno i lupi dentro: nuova data

sabato 15 marzo 2025

 


Ci siamo nuovamente. Il 28 Marzo alle ore 21.00, presso il C.I.Q di Porto di Mare,  a Milano, in via Fabio Massimo 19, si terrà la seconda lettura del mio work in progress, “Le poesie hanno i lupi dentro - atti e incantesimi di poesia mitorealista”. Lo spettacolo sarà diverso dal precedente con nuove poesie e nuove prose. Rimane costante l’approccio dinamitardo. Faremo saltare i fondamenti ontologici di questa agonizzante civiltà occidentale.  Siete tutti invitati.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Poesia e tristezza: verità e miti

venerdì 7 marzo 2025


 


“Chi ride è padrone del mondo.”

Giacomo Leopardi

“Il sentimento della gioia è il sentimento più propriamente etico.”

Gilles Deleuze

 

Sto vagando fra gli aforismi di Cioran contenuti ne “Il crepuscolo dei pensieri”. Si tratta di affrontare una delle scritture più avvolgenti, stratificate, proteiformi e infine pienamente chiaroveggenti del Novecento. Sentenze che affiorano da un magma infuocato sembrano prendere per mano il nostro smarrimento di bipedi automatizzati e condurlo alla vertigine. Mi colpiscono soprattutto le riflessioni sulla tristezza “La soglia del suicidio? Un brivido che segue una risata travolgente”, “Persino la tristezza è un’arte”, “L’infelicità è lo stato poetico per eccellenza”, “Che cosa significa essere poeta? Non essere distante dai propri dolori, coincidere con la propria infelicità”.

Apparentemente nessuno può negare la verità di queste asserzioni che fanno il paio con quelle di Balzac, “La poesia è dolore”, e di Ceronetti “Il poeta è colui che porta in sé la pena di tutti” e con decine (centinaia?) di altre simili.

Ecco è questo il punto. Il poeta è certo il crogiuolo di sofferenze universali, universali dico e non particolari, biografiche o esistenziali.  È vicino al fuoco dell’essere da cui esse scaturiscono come ombre su uno specchio. Ma per portare il peso della pena di tutti occorre una forza enorme che il vero poeta incarna: la gioia. Per portare il peso della pena di tutti bisogna essere gioiosi come infanti.  Può apparire contraddittorio ma non lo è affatto. Come è possibile infatti tollerare questo universo dolore d’esistere, se al fondo non si è profondamente immuni da questo stesso dolore? Una gioia inscalfibile che sorregge tutto il dolore del mondo, come Atlante regge il globo terrestre e si coagula in forma e come forma splende su tutte le miserie e le contingenze. Allora anche il dolore è solo una pantomima, come già denunciava Pessoa: “Il poeta è un fingitore: finge che è dolore, il dolore che davvero prova. “

La scrittura di Cioran è un congegno che funziona ad alta intensità e a frequenze di profondità inevitabili come un destino. La sua bacchetta di rabdomante trova soprattutto le acque stagnanti ma ancora più a fondo un’acqua cristallina la memoria disseta. Parlando di poesia- perlomeno in queste asserzioni perché altrove la sua sonda scova esattamente i movimenti impercettibili del magmatico humus della poesia- Cioran rimane un filosofo, lo scintillio del suo stile profondo non riesce ad abbracciare l’intero periplo dello sguardo poetico, gli sfuggono le bizzarrie della sua lingua biforcuta, ancipite e ambigua, sfuggono al suo impalcabile radar e Cioran pare fissarsi, come tutti, sulle apparenze. Sbatte il suo genio contro un muro del pianto, il cui cemento, però, è solo illusorio; posto che questa illusione è composta dai detriti di tutte le verità frantumate. E dunque ancora una volta Nietzsche: chi sa filosofare con il martello scopre al fondo di questa universa vanità di esistere lo zampillo di una sorgente eterna. Per cui, in un aforisma che non deve passare inosservato, Cioran scrive che Nietzsche stesso non è nient’altro, come Pascal, che Nietzsche tra l’altro per certi versi aborriva, un “reporter dell’eternità”. Alla bruttissima faccia di chi continua a credere che Nietzsche sia un filosofo del nulla, un nichilista, cioè l’ennesima piattola incrostata sullo scroto di Cronos, il Tempo.

Ettore  Fobo

Premio Sarzana 2024

lunedì 24 febbraio 2025

 







Di seguito il comunicato della Giuria del Premio Internazionale Città di Sarzana, inerente alle motivazioni che hanno portato a decretare “Sotto una luna in polvere” la silloge vincitrice della sezione Poesia edita. Potete trovare "Sotto una luna in polvere" a questo link (7 euro il cartaceo meno di un euro l'ebook). Grazie dell’ascolto.



Ettore Fobo

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Siamo lieti di annunciare che, durante la cerimonia di premiazione svoltasi il 14 dicembre, è stato assegnato il riconoscimento per la Sezione A Poesia Edita a Ettore Fobo con "Sotto una luna in polvere"

Un grido poetico che sfida il vuoto: “Sotto una luna in polvere" e l’urgenza dell’autenticità

"Sotto una luna in polvere" è un’opera che si muove inquieta ai margini del discorso poetico contemporaneo, sfidando le convenzioni estetiche e narrative con un linguaggio che si frantuma e si ricompone, in un ciclo continuo di creazione e distruzione. Qui, Ettore Fobo rifiuta l’idea stessa di armonia, abbracciando il guasto come condizione esistenziale e poetica, un guasto che si fa principio ordinatore del caos.

Come Carla Benedetti ci insegna, la poesia non può più limitarsi a riprodurre una bellezza formale, ma deve farsi gesto di rottura, capace di ferire e risvegliare coscienze anestetizzate dal rumore di fondo della modernità. "Sotto una luna in polvere" si inserisce con prepotenza in questa scia, proponendo una lingua che si contorce e si spezza, che si frantuma sotto il peso del reale e della sua rappresentazione.

Un linguaggio che urla contro il silenzio

L’autore compone versi che sembrano urlati contro un muro di silenzio. Le immagini poetiche sono crude, talvolta volutamente sgraziate, come nella descrizione di “palazzi dagli occhi strabici” e di “schermi di menzogne ripieni”, simboli di un mondo soffocato dalla falsità e dall’alienazione. La città si fa carcassa, contenitore di illusioni corrotte, mentre l’individuo si trascina come una marionetta, svuotato di senso e identità.

In questa rappresentazione di un’umanità disgregata, Ettore raccoglie l’eredità dei poeti maledetti e dei visionari del Novecento, ma ne esaspera la visione fino al collasso. Se i surrealisti cercavano di liberare l’inconscio attraverso l’immagine poetica, qui il sogno si trasforma in un incubo a occhi aperti, in cui le visioni non portano liberazione ma solo frammentazione e alienazione.

L'assenza di un centro e la poetica del frammento

Come Benedetti ha più volte sottolineato nei suoi saggi, la letteratura contemporanea si confronta con l’assenza di un centro, con l’impossibilità di trovare un senso unitario. In "Sotto una luna in polvere" questa assenza diventa struttura stessa del testo: le poesie sono frammenti che non cercano di ricomporsi in un tutto organico, ma restano sospesi in un vuoto ontologico.

Ettore rifiuta ogni linearità narrativa e ogni facile coerenza, lasciando il lettore in balia di immagini fugaci e visioni spezzate. La realtà si sfalda sotto il peso della sua rappresentazione, e la parola poetica diventa atto di resistenza contro l’omologazione del pensiero unico. In questo, la sua scrittura ricorda l’urgenza espressiva di Antonin Artaud, ma senza la possibilità di un’uscita catartica: qui il grido resta soffocato, intrappolato in un circolo vizioso di disperazione e disincanto.

Una visione apocalittica e la ricerca di autenticità

"Sotto una luna in polvere" non offre redenzione né speranza. La visione apocalittica dell’autore non lascia spazio a illusioni consolatorie: tutto brucia, tutto scoppia, nulla rimane. Eppure, in questa desolazione si avverte un’urgenza di autenticità, un bisogno viscerale di dire l’indicibile, di dare voce a un dolore che non trova altra via d’uscita se non nella parola poetica.

Abbiamo spesso sentire parlare della necessità di una scrittura che rompa con l’inerzia del mercato editoriale, che sfugga alle logiche di consumo culturale per ritrovare una forza originaria e sovversiva. "Sotto una luna in polvere" risponde a questa chiamata, proponendo una poesia che non si piega a compromessi e che anzi sfida apertamente il lettore, costringendolo a confrontarsi con la propria precarietà esistenziale.

Conclusioni: Un’opera scomoda e necessaria

In un panorama letterario spesso dominato dalla superficialità e dall’evasione, "Sotto una luna in polvere" emerge come un’opera scomoda e necessaria. L’Ettore Fobo non cerca l’approvazione del pubblico né indulge in facili estetismi: la sua poesia è un atto di rivolta contro il conformismo culturale, un tentativo disperato di ricostruire il senso attraverso la distruzione del linguaggio stesso.

Questa è una poesia che “rischia” davvero, che non ha paura di infrangere i limiti del dicibile per esplorare territori sconosciuti e inquietanti. Un’opera radicale e spiazzante, che merita di essere letta e riletta, nonostante – o forse proprio grazie – al suo rifiuto di offrire soluzioni o risposte definitive.

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Giuria del Premio Internazionale Città di Sarzana

Poesie di Lukha B. Kremo da “Fiori del Caos”

venerdì 21 febbraio 2025

 



Neutrone

Antimateria da energia primitiva
di milioni Kelvin, idrogeno primordiale
e isotopi, deuteri e massa positiva
emanante forze e gravità stellare.
Supernova espelle misero corpo
in galassia cosmo nulla pressione.
Quanto, spin, quark quasi libero,
ora elio, ora metano, ancora neutrone,
ora cadmio, tecnezio, ora oro,
ora afnio, tungsteno, ora boro,
ora olmio, molibdeno, ora cloro,
ora cripto, disprosio, ora fluoro.

Zybor’

Deserti e rocche metalliche,
radioattività e creature adattate,
assenze...
Mutilati dilaniati disgregati
colpiti distrutti disintegrati
‒ resti d’ uomo e tecnologia ‒
consumati smussati bruciati
alterati smarriti perversi
‒ resti d’uomo e chimica.
Sopravvivenza di lotte
e droga di potere.
Mutanti abusivi
e androidi latitanti
in suburbe sconosciute,
e combinazioni d’esseri
mostruosi e autolesionisti.

Potete trovare l'antologia collettiva mitorealista "Fiori del Caos" in versione cartacea ed ebook al sito della Kipple Officina Libraria. In versione ebook anche su Ibs e Amazon e altre librerie online.

Ettore Fobo




"Fiori del Caos" su Bibbia d’Asfalto

martedì 11 febbraio 2025





Su Bibbia d'Asfalto, Donatella Pezzino ci regala un'intensa lettura dell'antologia mitorealista "Fiori del Caos" e del nostro Movimento: il Mitorealismo del Sottosuolo. Il libro si può acquistare qui: 10 euro per la versione cartacea 0.95 per l’ebook. Buona lettura.

Ettore Fobo



 

Un incipit di Antonin Artaud

lunedì 10 febbraio 2025

 


Basta. Si parla di letteratura: parola antica. Ebbene? Ho deciso di commuovervi e scioccarvi con uno dei più potenti incipit della letteratura del Novecento. Eccolo:

“Se intorno al cadavere di Eliogabalo, morto senza tomba, e sgozzato dalla sua polizia nelle latrine del proprio palazzo, vi è un’intensa circolazione di sangue e di escrementi, intorno alla sua culla vi è un’intensa circolazione di sperma.”

Si tratta di Antonin Artaud. Inginocchiamoci: siamo stati benedetti.

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Incipit  de “Eliogabalo o l’anarchico incoronato”- Antonin Artaud – traduzione di  Albino Galvano- Adelphi-1991

Terzo comunicato mitorealista

lunedì 27 gennaio 2025

 



 

“L’arte è una cosa privata e l’artista la fa per sé stesso; un’opera comprensibile è un prodotto da giornalisti.”

Tristan Tzara

Rispondere a cosa sia il Mitorealismo del Sottosuolo, attraverso la presentazione del libro che ne sancisce una delle tante nascite, “Fiori del Caos”, è domanda impossibile, per varie ragioni. Dodici gli autori dell’antologia, vale a dire dodici mondi a radunarsi nuvola prismatica per piovere fuoco sulle macerie di questo occidente ormai trapassato nello spettacolo della propria agonia.

Tuttavia alcune cose si possono dire sul nome del Movimento.

Mito perché da per sempre è compito dei poeti, molto prima che Omero cominciasse a balbettare l’oceano dei suoi canti, è creare i miti che affreschino la caverna ormai più plutonica che platonica – ma le due cose si compenetrano-   in cui siamo tutti imprigionati.

Realismo perché riconosciamo questa parola, attraverso Nietzsche e la sua distinzione fra mondo vero, quello mendace della coscienza, di Dio, delle Idee,  della metafisica e mondo reale, inconscio, senza dei, non concettuale, che spesso si esprime in onirismi,  trascendente ogni sapere e ogni coscienza, mondo reale degradato ad apparenza da un sofisticato capovolgimento prospettico.

Mondo reale dunque, in tutte le sue metamorfosi. No, non è l’”arido vero che inchiodò Leopardi alla sua croce, ciò che il Mitorealismo vede compiersi in questo deserto di simulacri che è la vita contemporanea ma ciò che dalle segrete caverne dello spirito emerge, prima di ogni codice, segno, parola; forza prelogica che forgia ogni logica, che è sempre parassitaria sul suo “corpo senz’organi”, come sua caricatura la forgia e infine ne ride, perché “Chi ride è padrone del mondo”. Trascendenza pura del riso folle di Zarathustra. Memoria biocosmica.

Sottosuolo perché tutte le forze reali sono state costrette al confino e alla catacomba. E poi comunque qui il “Vivi nascosto” di Epicuro è vibrazione scolpita fra le stelle.

Il nostro è un Movimento clandestino di erranze senza alcuna pia devozione in Dio, che degrada lo stesso dio a macchietta nel teatrino di questa metafisica da bar sport, che imperversa nei cervelli di questa gente nata imparata.

 Nessuna, bigotta e ottusa, devozione nemmeno nel Nulla, sosia di questo Dio, Nulla dolorosamente incervellato dalle fumisterie ostili alla vita dell’intellettuale medio, Ecclesiaste “inteso alla moneta” corrente e a ciò che si comunica e viene consumato, devoto al “Si dice” heideggeriano che aureola di imbecillità tante fronti studiose.

Noi pratichiamo la “letteratura assoluta” come nelle precise formulazioni di Gottfried Benn; una letteratura svincolata dal sociale, dall’attuale, dallo storico, dal biografico, che non sia dunque espressione di una data cultura o società ma che sia l’eruzione di qualcosa di universale che ci riguarda tutti come il più intimo dei nostri segreti.

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Qui il link alla lettura di alcuni brani dell’antologia tenuta da me alla Biblioteca pubblica di San Giuliano Milanese. Purtroppo per un problema tecnico non è stato possibile registrare tutta la lettura. Dei dodici autori antologizzati, di cui ho letto brevi brani durante l’evento, ne mancano 7 (Paolo Spaziani, Maria Cardamone, Alex Tonelli, Carlo Gregorio Bellinvia, Massimo Fantuzzi, Lukha B. Kremo, Silvio Straneo). Mi scuso con loro.

Letti da me, potete ascoltare versi, brani di racconti, aforismi di: Ksenja Laginja, Mattia Canovaro, Sandro Battisti, Matteo Gennari (che congiuntamente presentava la sua raccolta di racconti “Non ti illudere, Andressa”). Nel finale leggo due poesie scritte da me, che si trovano, oltre che nell’antologia, nel mio blog e su Bibbia d’Asfalto a questi link: “Adolescenza” e “I Maestri dell’Oblio”.

“Fiori del Caos” è edito da Kipple Officina Libraria ed è la prima manifestazione del Movimento Mitorealismo del Sottosuolo. È possibile acquistare la versione cartacea a 10 euro e la versione ebook a meno di un euro.

A questo link. Grazie dell’ascolto

 

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Un aforisma di E.M Cioran

venerdì 24 gennaio 2025

 


“Tutti i pensieri assomigliano ai gemiti di un verme calpestato dagli angeli.”

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da “Il  crepuscolo dei pensieri”- E.M Cioran-traduzione Cristina Fantechi- Adelphi,  2024

Migliori libri del 2024

lunedì 20 gennaio 2025

 






Di seguito i libri più belli e necessari che ho letto nel 2024 appena passato. In ordine di preferenza. 

1 LETTERA SULL’UMANISMO- HEIDEGGER- ADELPHI

In meno di 100 pagine, in una lettera a un giovane studioso suo conoscente, Heidegger mostra l’evidenza di una frase contenuta in un suo altro libro, che traslo così, non è una citazione testuale: “Quella che venerate come ragione è la più grande nemica del pensiero.”

2 IL RACCONTO DI SONECKA- CVETAEVA-LA TARTARUGA

Racconto di un amore platonico di una donna per un’altra donna e dell’amore reale per il teatro (Sonecka era un’attrice di cui Marina Cvetaeva s’invaghì di una passione rarefatta e insieme dirompente). Monologo scritto a seguito della morte precoce di lei, in un florilegio di memorie, a distanza di anni dagli eventi raccontati.

3 DIARI- PLATH- ADELPHI

Sylvia Plath: le sue difficoltà a farsi accettare dalla cultura del suo tempo, i suoi sbandamenti erotici in una società puritana, il suo rapporto con Hughes, idealizzato come un dio, la tortura del male di vivere, i suoi progetti letterari, i suoi fallimenti, i suoi successi…

4 POESIE BLOK- SE

Libro di un poeta straordinario del simbolismo russo. Lune e crepuscoli grotteschi, facce anonime in una città grigia e su tutto una fatalità misteriosa e sinistra.

5 RAPPORTO DALLA CITTA’ ASSEDIATA- HERBERT- ADELPHI

Questo è un grande poeta polacco del Novecento inoltrato. Genio di una scrittura che scende in profondità e fonde il mito con la storia mostrando le venature segrete di entrambi i movimenti.

1968: accadde in Italia

venerdì 17 gennaio 2025

 


“Se c'è un uomo «mite» nel senso più puro del termine, questo è Braibanti: egli non si è appoggiato infatti mai a niente e a nessuno; non ha chiesto o preteso mai nulla. Qual è dunque il delitto che egli ha commesso per essere condannato attraverso l'accusa, pretestuale, di plagio? Il suo delitto è stata la sua debolezza. Ma questa debolezza egli se l'è scelta e voluta, rifiutando qualsiasi forma di autorità: autorità, che, come autore, in qualche modo, gli sarebbe provenuta naturalmente, solo che egli avesse accettato anche in misura minima una qualsiasi idea comune di intellettuale: o quella comunista o quella borghese o quella cattolica, o quella, semplicemente, letteraria... Invece egli si è rifiutato d'identificarsi con qualsiasi di queste figure - infine buffonesche - di intellettuale"

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Da “Caos”- Pier Paolo Pasolini- raccolta degli articoli che Pasolini tenne sul quotidiano “Il Tempo.

La condanna di Aldo Braibanti, poeta e partigiano,  con l’assurdo pretesto del reato di “plagio”, “misteriosamente” ancora in vigore  dai tempi del fascismo, dopo una ripugnante gogna mediatica,  avvenne il 15 luglio del 1968.

Per non dilungarmi rimando al mio articolo che si trova in questo blog all’etichetta Aldo Braibanti e su Bibbia d’Asfalto. 

“La vita è un sogno” su Bibbia d'Asfalto

lunedì 13 gennaio 2025

 



Su Bibbia d’ Asfalto inauguro l’anno con la mia lettura mitorealista dell’anomalo, e per questo tanto più straordinario, romanzo di Lodovica San Guedoro: “La vita è un sogno”. Grazie dell’ascolto.

Ettore Fobo

Presentazione di "Fiori del Caos"

sabato 11 gennaio 2025

 


Il Mitorealismo del Sottosuolo procede la sua marcia. Il 18 gennaio 2025 alle ore 16.00 presenteremo la raccolta mitorealista FIORI DEL CAOS io e Matteo Gennari che parlerà anche della sua antologia di racconti appena uscita “Non ti illudere, Andressa”. L’evento si svolgerà nella biblioteca di San Giuliano Milanese in Sala Previato, Piazza della Vittoria 2. Sieti tutti invitati.

“A sciame” su Lankenauta

mercoledì 8 gennaio 2025

 



Su Lankenauta è stata pubblicata la mia riflessione mitorealista sulla silloge poetica “A sciame” di Maria Grazia Insinga. Ecco il link. Buona lettura.

Ettore Fobo

Secondo comunicato mitorealista

mercoledì 1 gennaio 2025

 



"Oh, giornata tutto sommato storica."
Jules Laforgue

Il Mitorealismo del Sottosuolo, come tutte le avanguardie degne di questo nome, è un atto aggressivo di guerra. I nostri nemici sono ovunque, appena dissimulati dal velo dei simulacri di cui sono i lacchè insuperbiti. In ogni guerra sono necessarie le alleanze. Abbiamo celebrato recentemente, conoscendo da anni la sua implacabile e concisa lucidità, la nostra alleanza con il collettivo Humachina. Mitorealisti e Humachinisti hanno teso una fune, gli uni verso gli altri, per attraversare indenni le fiamme di questo baratro, ventunesimo secolo dell’era cristiana. Ora è il momento della Nazione Oscura Caotica (NOC), che ci onora ulteriormente proclamando il Mitorealismo filosofia di Stato. Ecco il link.

Come mitorealisti siamo stanchi del Tempo, della grande truffa mitica e metafisica del Tempo. Aborriamo ogni inizio e la sua logica fine. Siamo però proprio al principio di tutte le sovversioni non sospette e custodiamo svagati l’eco di tutte le vostre favole. Perciò state molto all’occhio. Vi sorvegliamo.  Come serpi prossime a sferrare il loro velenoso morso e sempre inavvertiti come tutte le catastrofi che si rispettino, siamo ormai pronti a dilagare veleno nel mondo degli “automi spermatici” e degli “uomini impagliati”: coro di vasta perdizione. Ebbene sì, abbiamo impiccato tutti i miserabili Godot di questo inferno di marca alla possente ruota cosmica del canto e del grido.  Se ci temete, sappiate che è giusto così. Chi sa ascoltare ha infinite orecchie e tremendo è lo sguardo di chi ha molto visto. In ogni caso, amici o nemici che siate, che il 2025 vi sia lieve.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

 

Primo comunicato mitorealista

venerdì 27 dicembre 2024



“Ma l’eroe non teme la catastrofe/finché imperversano le sue chimere. “

Aleksandr Blok

 

Il Mitorealismo del Sottosuolo esce in piccola parte fuori dalla sua originaria e indistruttibile clandestinità. Ciò avviene nel nascondiglio metafisico del blog Humachina: Mitorealisti e Humachinisti sono allineati sulla stessa fune tesa e arsa sul precipizio; perciò si cammina in bilico e sul fuoco. Salutiamo nel collettivo Humachina una forza di dissipazione stirneriana dei Significati ordinari e gregari. Bisogna allevare una visione del mondo e non continuare ad alimentare con le nostre idee e le nostre credenze la visione che il mondo ha di noi. Siamo ancora all’ABC di questo crepuscolo. Leviamo l’ancora e salpiamo cantando al nostro orecchio, sicuri di saltare in aria della nostra stessa mina.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Le poesie hanno i lupi dentro - video

mercoledì 25 dicembre 2024



Ho postato su YouTube il video della mia lettura del 28 Novembre nel Centro Sociale Eterotopia, scorporato in quattro spezzoni per ragioni di formato. Il video è realizzato da Daniele Garioni. Leggo il poemetto in versi e prosa “Le poesie hanno i lupi dentro - atti e incantesimi di poesia mitorealista.”. Eccovi il link. Naturalmente buon Natale a tutti voi.

Ettore Fobo

"Sotto una luna in polvere": motivazioni del Premio Internazionale Città di Sarzana

sabato 21 dicembre 2024

 



Pubblico qui sotto le motivazioni del Premio Sarzana. Come commento mi limito a dire che è emozionante ricevere una critica così accurata e sentita. “Sotto una luna in polvere” è uscito nel maggio del 2010. Si tratta dunque di un’attesa durata più di 14 anni. Ciò rende la critica ancora più preziosa.

Ettore Fobo

 

“La raccolta attraversa 18 anni di fervore poetico (1992-2009), dove sibilano aliti di morte senza gloria, immagine livide e funeree, la fuga dall'assalto di insensati perché ripetuti naufragi esistenziali. Notti lunari avvolgono il male che strozza il respiro, recide le attese, fagocita il cambiamento. Con stelle inutilmente accese sul vuoto, una luce opaca effonde stregonerie, il tormento divampa e blasfemo dissacra la presenza di qualunque Dio. Nelle scenografie spettrali, tutto resta ignoto, nel movimento di una natura ostile, dove anche l'apparizione femminile, goccia illusoria d'amore, richiamo d'eros, resta punto di rottura insufficiente. Vuoto e nulla dominano questa raccolta.

«La voragine degli anni / che si disfano in bisbigli/ .../io sento divenuta la ferita/della caducità, ma il seducente/ nulla della vita si rivela, / nel verso di un poeta/ ammaliante chiarore di candela.»”

Giuria del Premio Internazionale Città di Sarzana

Premio Internazionale Città di Sarzana 2024

lunedì 16 dicembre 2024

 



Sabato 14 dicembre, nella splendida cornice del Teatro degli Impavidi di Sarzana, si è svolta la cerimonia finale del Premio Internazionale Città di Sarzana, dove mi sono classificato al primo posto nella sezione poesia edita con la mia raccolta “Sotto una luna in polvere” (Kipple Officina Libraria, 2010). Gioia pura che mi piace ora condividere con voi. Presto pubblicherò  anche le motivazioni del Premio in cui si manifesta una rara sensibilità critica che mi onora grandemente. Ringrazio di cuore la Giuria, orgoglioso di aver partecipato a quest’evento di grande spessore culturale, insieme ad alcuni dei protagonisti -  spesso nascosti se non invisibili - della scena letteraria contemporanea.

Ettore Fobo

Una poesia di Clarice Lispector

venerdì 6 dicembre 2024





Non capire

Non capisco. È una cosa così vasta che supera ogni comprensione.
Capire è sempre limitato.
Ma non capire può non avere confini.
Sento che sono molto più completa quando non capisco.
Non capire, per come la vedo io, è un dono.
Non capire, non come un animo sempliciotto.
Il bello è essere intelligenti e non capire.
Si tratta di una strana benedizione,
come essere pazza senza esserlo affatto.
È un mite disinteresse, una dolce stupidezza.
Solo che di tanto in tanto arriva l’inquietudine:
voglio capire un po’. Non troppo:
ma almeno capire
che non capisco.

 

***

poesia di Clarice Lispector tradotta da Emilio Capaccio



 

Le poesie hanno i lupi dentro – DATA DEFINITIVA

martedì 19 novembre 2024

 


Ci siamo. Giovedì 28 novembre, alle ore 20.15 presso il Centro Sociale Autogestito Eterotopia (San Giuliano Milanese- via Risorgimento 21)   terrò lo spettacolo” Le poesie hanno i lupi dentro”, reading poetico mitorealista dai contenuti esplosivi, espressione di un’artaudiana e inedita scrittura della crudeltà. Non si fanno sconti al sociale e alla parrocchia del politicamente corretto. Grazie dell’ascolto.

Ettore Fobo