Chiude “Lo Specchio di Nigromontanus"

sabato 2 giugno 2012





“Noi viviamo di questa possibilità: sfuggire alle funzioni.”
Ernst Jünger, da “ Trattato del Ribelle

Qualche giorno fa Yanez ha posto fine al suo blog in progress, Lo Specchio di Nigromontanus, che è stata negli anni una delle letture più appassionanti  per me nel pur ricco materiale dei blog.  

Nigromontanus, parlando del nostro presente come fosse un mito o una memoria ormai sepolta, per me ha saputo incarnare una differenza, una resistenza, cercando di svelare il funzionamento delle nostre mitologie contemporanee, forse tentando di smascherare il reale nella tana del sogno, o più semplicemente mostrandoci che la gran desolazione avanza e che bisogna resistere; in qualche modo bisogna tenerle testa e farlo, possibilmente, da uomini liberi.
    
Quelli raccolti nel blog erano - e sono tuttora, perché il blog non è stato cancellato- scritti che mescolavano intuizioni filosofiche con l’evocazione poetica e con interessanti vertigini narrative.

 Quella di Yanez - che ha saputo dissimulare se stesso e la figura dell’autore- è parsa una voce fuori dal coro o meglio una voce che in pieno mercato, come quella di Epitteto, parla al proprio orecchio. Il personaggio di Nigromontanus gli è servito per portare i suoi lettori in un’atmosfera di meraviglia, come quando si percepisce qualcosa sostanzialmente fuori dal tempo.   Ne è venuta fuori un’idea di sapienza impossibile, una finzione di sapienza, perché la realtà è ambigua,  ne è  venuta fuori  la  consapevolezza che forse tutto è perduto per noi moderni,  arsi dalla Tecnica e dai suoi nuovi miti, divenuti ormai meri funzionari degli apparati della Tecnica.  Ma anche se forse  tutto è perduto,  fissando negli occhi l’orrore, non facendoci sommergere,  possiamo  resistere allo sfacelo,  recuperando  i  bagliori di un’antica bellezza.

Resa misteriosa da una prosa affascinante, decentrata rispetto al discorso comune, finzione capace di contenere verità scomode, ma letteralmente sotto gli occhi di tutti, questa raccolta di scritti sospesi fra filosofia e narrativa- nata come tributo a Ernst Jünger e al suo personaggio Nigromontanus- è stata, secondo me, una piccola scheggia di consapevolezza nel grigio dormiveglia che ci fa da sfondo: oso dire di una consapevolezza stranamente sottratta ai pericolosi sproloqui di quella cosa chiamata attualità.  

Una prosa evocativa ha messo il blog in una zona di pericolo e di mistero, che assomiglia tanto alla letteratura, a quella letteratura che noi cerchiamo come ossigeno per i nostri pensieri.

Sotto il segno di Jünger, ” la grande testa vulcanica”, maestro che dà speranza con il rigore e l’esattezza della sua prosa,   “ Lo Specchio di Nigromontanus”  è stata   per me l’ennesima  dimostrazione che grande è la potenza dello strumento blog,  quando è affidato, come nel caso di Yanez, a una persona di  talento, oltretutto abitata da una visione, capace di creare una mistificazione così efficace e coerente. 

Il suo talento è consistito, per sua scelta, soprattutto nell’onorare l’opera di un maestro-  parola antica e colma di risonanze- Jünger, appunto, del quale ricorrono tuttora nel blog aforismi e detti memorabili tratti dalle sue opere. Frammenti sempre illuminanti, scelti con cura, con quella cura che solo la passione può dare. Tra questi voglio citare, oltre a quella posta in esergo, almeno questa frase, anch’essa tratta da “Trattato del Ribelle”:

La poesia conferma che l’uomo è potuto penetrare nei giardini fuori del tempo.”

Il blog si chiude così, con queste parole, che ne sintetizzano il percorso:

Nel complesso, dunque, queste pagine rappresentano un miscuglio di invenzioni là dove dovrebbe esservi verità, e di verità là dove dovrebbe esservi invenzione.”

Così, attraverso il suo blog, Yanez ha mostrato ai suoi lettori qualcosa di sempre più raro: una visione del mondo, uno stile.

7 commenti:

mariadambra ha detto...

Le tue recensioni mostrano sempre una sorprendente delicatezza d'animo e una grande profondità di pensiero. Inevitabile è dunque andare a soddisfare il piacere della potente scrittura che descrivi e suggerisci... ed infatti non si rimane delusi. Per fortuna lo "specchio" continuerà a riflettere le sue parole, specialmente per chi non ha ancora avuto modo di leggerle...
un abbraccio

Yanez ha detto...

Ettore, queste tue parole sono il regalo più bello che io abbia ricevuto da parecchio tempo! Tenere il blog ha rappresentato, per me, un intrigante gioco (appunto) di specchi, un omaggio al mio autore prediletto e insieme un modo per contrabbandare mie riflessioni attraverso un linguaggio e un mondo immaginale predisposti da lui. Forse, un giorno, quelle prose sparse diventeranno un libro. Intanto, sapere che almeno uno ne ha còlto perfettamente l'intenzione e il senso, e ha voluto rievocarle in questa suggestiva e attenta recensione, è un premio inatteso e prezioso.

Ettore Fobo ha detto...

@Maria

Grazie Maria, sei molto gentile. Un abbraccio.

@Yanez

Sono contento di sapere che hai in testa il progetto di un libro, mi sembra la destinazione naturale di questi scritti. Se lo pubblicherai, sarò uno degli acquirenti. Un caro saluto.

Elena ha detto...

La sovrapposizione di menzogna e verità ricorda Thomas Bernhard. Trovo che una simile visione delle cose - la visione poetica - sia tra le più lucide che si possano inventare. E pensare che l'inganno delle verità impossibili viene continuamente spacciato per concretezza e realismo.
Ciao Ettore.
Un caro saluto a te e a Yanez

Elena

Ettore Fobo ha detto...

Come ha mostrato tra gli altri Manganelli, la letteratura è menzogna, invenzione, ed è equivoca, clandestina, ingannevole. E’ il suo bello, la sua magia. La sua verità è sempre relativa, con la v minuscola, non ci sono assoluti.

Bernhard fu per me un interesse di diversi anni fa, me lo sono un po’ dimenticato. Di lui ho letto Perturbamento, Cemento e Amras. Lo ricordo genialmente claustrofobico, a tratti però un po’ pesante. Fondamentalmente mi piacque totalmente solo Perturbamento, che considero un romanzo capolavoro. Con i tuoi scritti mi hai invogliato a leggerlo di più. Il soccombente è nel mirino.

Bello “l’ inganno delle verità impossibili”. Ci rifletterò.

Un caro saluto a te, Elena.

Elena ha detto...

Non ho mai letto il Blog che hai citato. Ma devo dire che il tuo epitaffio mi ha invogliato tantissimo. Mi spiace arrivare però quando è alla fine, certamente recupererò quello che mi sono persa.
Che soddisfazione deve essere ricevere un articolo di commento al proprio blog così bello, invidio davvero Yanez.

Elena

Ettore Fobo ha detto...

Grazie, Elena. Il blog è davvero bello e scriverne è stato un piacere.Ciao.