La moneta vivente - Pierre Klossowski

domenica 11 ottobre 2015







Confrontarsi con l’anomalo saggio  La moneta vivente di Pierre Klossowski significa affrontare una delle scritture filosofiche insieme più profonde e perigliose della modernità; Klossowski è nato in Francia, a Parigi  nel    1905   e    è  morto nel 2001. Non posso dire di aver compreso tutto del libro, probabilmente  solo  una parte, ma anche quello che non ho compreso sfolgora di luce propria. Il lavoro del traduttore e curatore Aldo Marroni è stato immenso,  in questa bella edizione Mimesis del 2008, e ci permette di affrontare un pensiero labirintico, abissale, spaventosamente attuale. Scrittura diamantina e di incomparabile difficoltà quella di Klossowski, fa baluginare profondità e complessità da capogiro, la sua scrittura è filosofica proprio nella misura in cui recupera il thauma platonico, la meraviglia. Meraviglia per una scrittura all’altezza delle difficoltà cui ci pone innanzi la contemporaneità tardo industriale; oggi noi posteri  di Klossowski potremmo quasi usare l’aggettivo post industriale.

Punto primo a favore di Klossowski: egli riconosce l’importanza della figura di Sade, nella formazione di un pensiero filosofico sulla modernità. Il pensiero di Sade, il suo estremismo in seno a una economia dei corpi, si vede  in filigrana in tutto il libro che va letto proprio  a partire da Sade, su cui Klossowski ha scritto anche un saggio, Sade mon prochain.

Riflessione sull’arte, sull’industria, sulla tecnica in quanto fabbricatrice di oggetti e di simulacri, sull’erotismo, sul fondo impulsionale che presiede anche l’economia, sul fantasma come prodotto e produttore di alienazione, sulla perversione come sovvertitrice dell’ordine economico fondato sull’utilità,   sulle vedette dei media definite “schiave industriali; il libro di Klossowski è un enigma di cui forse solo il futuro sarà all’altezza. Ogni mio compendio sarebbe insufficiente a darne conto. Il rischio di tradire il pensiero di Klossowski, anche semplicemente banalizzandolo, è molto forte.  

È un libro su cui bisogna meditare  per anni se non decenni. Libro che come tutti i classici ti scava dentro prima un’immagine confusa poi via via  più nitida. Pozzo senza fondo di sensibilità filosofica, è  il  saggio più complesso  che ho letto negli ultimi anni, probabilmente dai tempi in cui veleggiavo nei mari di Baudrillard. Qui si parla in sostanza, nota Marroni nella bella prefazione, di una economia sessuale, come in Bataille.  Si  ruota intorno ad alcuni concetti ma quello che mi ha  colpito di più   è  racchiuso  in questa frase : “Niente nella vita impulsionale sembra veramente  gratuito.”  Capirla sembra semplice ma dietro di essa si agita un discorso tutt’altro che scontato ed espresso con un linguaggio di grande potenza filosofica. Date le difficoltà,  ogni  lettura non può che essere, giocoforza,  parziale. Anche rileggendolo,  il libro come uno scrigno custodisce i suoi segreti. Su tutte scelgo quest’altra citazione perché esprime sinteticamente uno dei temi del saggio: ”[… ] le norme economiche sono, allo stesso titolo delle arti e delle istituzioni morali e religiose, allo stesso titolo delle forme della conoscenza, un modo di espressione e di rappresentazioni delle forze impulsionali.” Il limite di quest’operazione è il rischio,  non dico del solipsismo, ma che Klossowski si rivolga solo a quegli happy few in grado di  sintonizzarsi sul suo pensiero.

Klossowski cerca di rovesciare le consuetudini delle nostre idee  e ci mostra il  processo in atto  di disgregazione della famiglia,  delle istituzioni di senso, dello stesso soggetto. Tutti danno per scontato in certa misura  il pensiero economico che invece è  sottilmente  forgiato,  dimostra Klossowski,  dal fondo caotico delle emozioni umane.

 Libro di culto, La moneta vivente. Irradia pensiero.  Non resta che meditarlo.

8 commenti:

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Sono arrivato a Klossowski attraverso il C.B. dell'Autografia d'un ritratto, in cui credo che si faccia cenno proprio a La Moneta vivente. Il Bafometto mi ha fatto penare, mentre ho apprezzato molto Roberta stasera. Autore vertiginoso e intelligentissimo.

Ettore Fobo ha detto...


@Humani Instrumenta Victus

Lo stesso è capitato a me. Quanti autori fondamentali mi ha permesso di conoscere
C. B! Avevo tra le mani, una ventina di anni fa, l’oggi rarissimo “Teatro senza spettacolo”, pamphlet che Klossowski dedicò al Nostro e me lo lasciai sfuggire. È un rimpianto.

Elena ha detto...

Non credo che mi cimenterò con qualcosa che va ben oltre la letteratura, ma questo tuo scritto l'ho già riletto varie volte, ed è così interessante.

E certo interessante sembra essere lo scrittore, filosofo, pittore, ecc. già solo sbirciando un pò di biografia su wikipedia: "collaborò con Andrè Gide e Bataille (...) Figlio dello storico dell'arte e pittore Erich Klossowski e della pittrice Baladine Klossowska, fratello del pittore Balthus (il cui vero nome era Balthazar Klossowski), dopo la separazione dei genitori, la madre fu compagna di Rainer Maria Rilke il quale fu, con Andrè Gide (al quale Klossowski a 18 anni fece da segretario e curatore de I Falsari), uno dei mentori di Pierre... Come un sogno.



Ettore Fobo ha detto...

@Elena

È una vita romanzesca, ricca di grandi nomi. Vite così ci sono ancora, pare, ma i grandi nomi forse latitano.

Devo rettificare una cosa del precedente commento: “Teatro senza spettacolo” non è un libro di Klossowski, come forse ho dato a intendere ma un saggio in cui sono contenuti scritti su Carmelo Bene. Klossowski è semplicemente uno degli autori. Grazie Elena.

Massimo ha detto...

Di Klossowski avevo letto Nietzsche e il circolo vizioso e ne avevo riportato un'impressione grandiosa, pur se non posso dire di aver compreso tutto. Amico e collaboratore di Bataille, pensatore ingiustamente sottovalutato oggi, ne riprende una buona parte dei concetti in questo libro, mi è parso di capire. Klossowski è uno degli alfieri di un pensiero che, mutuato in parte dal surrealismo, porta allo scoperto l'origine selvaggia del mondo borghese. Molto, molto impegnativo.

Ettore Fobo ha detto...


@Massimo

Klossowski oggi è dimenticato, credo anche per la sua complessità. E poi, come tutti i veri pensatori, è scomodo. Giustamente riconosceva in Nietzsche un maestro, il filosofo dei nostri (amari) tempi.

UT ha detto...

”[… ] le norme economiche sono, allo stesso titolo delle arti e delle istituzioni morali e religiose, allo stesso titolo delle forme della conoscenza, un modo di espressione e di rappresentazioni delle forze impulsionali.”
Nella moneta vivente, Klossowski parte dal presupposto nietzscheano, per lui dirimente, del Caos = Creazione, Impulsi = Creazioni. Se la creazione non proviene da entità superiori - Dio, gli Dei, etc - allora deve PER FORZA provenire da macro fondi oscuri, che qui chiameremo 'caotici', e da micro variazioni soggettive che qui chiameremo con Klossowski 'impulsionali', con Nietzsche 'forze attive o reattive', con Deleuze 'forze affermative'. Da ciò ne deriva che lo scibile umano è allo stesso tempo caotico e impulsionale, dunque, anche le norme economiche, che a buon titolo rientrano nello scibile e nell'agibile umano. Perché esse non dovrebbero partecipare al gioco delle forze oscure? Non vediamo quotidianamente i loro effetti devastanti ? Per Klossowski corpo fisico e pensiero razionale formano un groviglio inestricabile; per K la psicologia non esiste. Da qui l'economia impulsionale di La moneta vivente, il cui sottotitolo, forse, è 'la mercantilizzazione dei fantasmi erotici secondo le norme industriali'.

Ettore Fobo ha detto...


Grazie del tuo commento, Ut.