sabato 25 aprile 2015
“Storie di Scintilla” è un romanzo pubblicato da Kipple Officina
Libraria nel 2007. È scritto da due autori: Lukha B. Kremo e Raskal. Nel 2011 ha conosciuto una
nuova versione disponibile in formato ebook presso il sito della casa editrice e i principali store. Dall’anno scorso su
Amazon questa versione è disponibile anche stampata on demand. Dall’edizione
ebook il romanzo è presentato da una mia
prefazione, che pubblico di seguito.
“PREFAZIONE:
Storie di Scintilla: una generazione si guarda allo specchio, per
inciso quella generazione che i sociologi chiamarono Generazione X, i nati
negli anni Settanta, quelli che, finito il boom, hanno conosciuto per primi il precariato, e
che da adolescenti erano talmente indecifrabili che fu loro affibbiata questa X, enorme punto interrogativo sulle loro dinamiche, sul loro divenire. Come gli
autori di questo romanzo a episodi, Kremo e Raskal, il sottoscritto fa parte di
questa generazione e agevolmente la ritrova in queste pagine, con la sua
incertezza, la sua follia, la sua rabbia. Qui questa generazione è magicamente
congelata nei suoi tragicomici vent’anni, gli anni Novanta incombevano sinistri
dalle macerie lasciate dagli euforici anni Ottanta, e poi il duemila avrebbe
portato alla luce, con l’immigrazione, delicate problematiche prima
insospettate. Il luogo da cui prende le
mosse il romanzo è una provincia milanese
reinventata e parzialmente immaginaria: la cittadina di Squartomiglio, sintesi
di quell’Hinterland che i due conoscono bene e raccontano con esattezza, così
come descrivono esattamente la sua “gente
squartata”.
Kremo e Raskal non fanno un ritratto da
sociologi, affilano un’altra arma per decifrare se stessi: l’ironia. E così ritraggono
una generazione smarrita, risucchiata dai call
center, irresoluta, spaventata, fragile, ma non perdente, perché sa reagire
a tutto questo opponendo la cifra enigmatica della propria giovinezza e della
propria gioia. Perché Storie di Scintilla
è un libro gioioso, veloce come un video clip, che, anche in virtù dei tredici
episodi che caratterizzano il romanzo, si configura come l’ Altri libertini della Generazione x, un Altri libertini paradossale, goliardico,
tragicomico. Entrambi i romanzi partono dall’assunto che la realtà
metropolitana è invivibile, entrambi tracciano le volute di una fuga, Tondelli
nel viaggio, Kremo e Raskal trovano una via d’uscita dalla disperazione,
mettendo alla berlina i comportamenti, le psicopatologie, le piccole follie, di
tutta una generazione condannata all’evanescenza, privata dei rassicuranti
valori religiosi o politici che avevano
puntellato le generazioni appena precedenti.
Come alternativa alla disgregazione
interiore rimane la strada, in cui gettarsi come fosse il campo di battaglia di
tutte le speranze, folli, irrealistiche,
che animano i personaggi di questo romanzo.
Su tutti il protagonista Max
Scintilla, eroe del niente, caricatura di un eroe, emblema di quella
generazione che il blogger Yanez, nel
suo blog Lo Specchio di Nigromontanus,
ha definito di ”nichilisti nati”. Non si può che rimanere avvinti però alla straordinaria
vitalità di questo personaggio, alle sue trovate demenziali, alle sue buffonate.
Fra personaggi picareschi e improbabili perché troppo reali, si muove questo
selvaggio dall’aria scanzonata, destinato però a non concludere nulla, a dare unicamente spettacolo di sé, nelle sue
avventure che di mirabolante hanno solo il caos che le genera. Scintilla è
proprio la stella danzante nel labirinto degli anni Novanta, insieme all’altro
protagonista di alcuni episodi, Luca Pitagora, egli è una scheggia impazzita,
arso da una febbre di vivere che gli incolori anni Novanta faticano a
imbrigliare. I due, Pitagora e
Scintilla, sono una strana coppia comica, per esempio, nelle peripezie
dell’episodio intitolato Il Test di Perugia, che mette in scena con
ironia e leggerezza il loro tentativo di rientrare nella società, da esclusi
quali sono, partecipando a una selezione per un posto da esperto in Beni Culturali.
Non ci sarà verso, i due si mostrano incapaci
di seguire qualsivoglia retta via, deviano verso comportamenti bizzarri che
strappano più di una risata. Storie di
Scintilla ha però uno sfondo
drammatico, quel vuoto di valori che caratterizza la nostra epoca, ma su questo
schermo gli autori proiettano una demistificante allegria che sembra poter
riscattare questi personaggi altrimenti votati alla follia e allo scacco
esistenziale.
Kremo e Raskal raccontano apparentemente di
vite marginali, di emarginazione metropolitana, andando però misteriosamente
alla sostanza dell’epoca, mostrando l’alienazione dei rapporti e dei
comportamenti, ma smorzando questa consapevolezza con l’ironia e con il
paradosso. È una letteratura questa che
nasce dalla strada, che trova nella strada il suo humus naturale e che fa della strada il proprio scenario
mitico.
Storie di Scintilla è un gesto di esorcismo verso il disagio della
contemporaneità, un romanzo metropolitano - picaresco in cui quello che accade
è raccontato come una favola punteggiata di ilarità, non ci sono tragedie per
questa generazione di disadattati cronici, ma una risata galleggia liberatoria
sui frantumi di una realtà polverizzata. Tutto viene a mancare, la religiosità
diventa parodia, la politica un buffo teatrino da non prendere sul serio, il
mondo del lavoro un meccanismo stritolante; eppure Scintilla, Pitagora e i vari
personaggi di questo romanzo, non cedono alla disperazione, vincono la loro
battaglia, sono gioiosi, creativi, anche assurdi se vogliamo, come il tessuto
metropolitano in cui sono vissuti, quella Milano non più da bere, ma
letteralmente da trangugiare, ebbri della propria giovinezza scapestrata che
non vuole cedere ai vuoti e alle mattanze dell’era. “
Ettore Fobo
1 commenti:
Credo che questa intro sia più valida del romanzo, non perché il romanzo non sia valido, ma perché mette a fuoco il romanzo meglio di come il romanzo metta a fuoco la realtà.
Posta un commento