domenica 18 marzo 2018
Dopo una manciata di romanzi di
Houellebecq, leggo, edito da Bompiani
nella traduzione di Fabrizio Ascari, il
suo La possibilità di un’isola, e ne
traggo idee divergenti. Si tratta di
letteratura indubbiamente, il che non è poco. Oltretutto estremamente contemporanea, perché gioca, a tratti anche
con destrezza, a tratti invece con ingenuità, con i generi, romanzo realistico da una parte e
fantascienza dall’altra, per affrontare i temi eterni dell’umano: l’amore,
l’invecchiamento, la morte.
Difficile evitare un minimo di spoiler; chi voglia preservare
completamente la sorpresa del romanzo non legga le righe che seguono.
Il personaggio protagonista, Daniel, è un comico
di successo che per motivi che non svelo racconta la sua storia. Altri
personaggi misteriosi denominati Daniel 24 e Daniel 25 la commentano da un lontano futuro. Essi
appartengono a un’altra razza di cui nel corso del romanzo saranno rivelate le
origini.
Il Daniel che vive nel nostro
tempo è il classico personaggio di Houellebecq, cinico, disilluso, giunto alla
mezza età con la consapevolezza che la vita è un declino inarrestabile. I
personaggi dello scrittore francese si assomigliano tutti, sono palesi alter
ego dell’autore e dopo un po’ smettono di sorprenderci. La vita è mediocre,
solo il sesso sembra poterla rendere interessante. Prospettiva molto
contemporanea ma francamente illusoria. Non solo sesso, ovviamente. Per sua
stessa ammissione Daniel appartiene ancora alla generazione (egli ha 47 anni )
per cui l’amore era una componente fondamentale. Per le nuove generazioni, egli
sostiene che non è più così, la monogamia è in crisi, si afferma il
libertinaggio, in una società liquida in cui certe coordinate di stabilità sono
saltate.
La possibilità di un’isola è in parte incentrato sulla crisi di
mezza età di un uomo la cui vita, segnata dall’umorismo come professione, non
ha più nulla di divertente. Affascinato da donne giovani, egli sconta
drammaticamente un divario generazionale.
Poi c’è l’aspetto fantascientifico egli viene catapultato in una vicenda
che muterà sorprendentemente la storia della razza umana, coll’affermarsi di
una religione che venera esseri extraterrestri gli Elohim e che promette la vita eterna, con il meccanismo
della clonazione umana.
Questa parte del romanzo non è gestita
al meglio, errori narrativi, (per esempio l’eccessiva facilità in cui i
poliziotti si bevono una storia inverosimile o l’eccessiva velocità con cui le
religioni tradizionali entrano in crisi a contatto con la religione Elohim).
Leggiamo un romanzo come un’allegoria: la crisi religiosa dell’Occidente
produce una nuova religione edonistica e consumistica che promette l’eterna
giovinezza al prezzo però, si vedrà, della propria umanità, per cui i neoumani
avranno con i loro predecessori solo una lontana parentela.
La possibilità di un’isola è dunque un romanzo che si legge anche
con piacere ma che non riserva le soprese della grande letteratura e ricade
troppo nei cliché dei romanzi di
Houellebecq. Sono due romanzi cuciti insieme, uno realistico e uno di
fantascienza. Non brutti ma nemmeno memorabili. In sostanza è un libro che
difende la necessità dall’amore, unico movente delle azioni umane in grado di
conferire senso all’esistenza, in un mondo però in cui esso sta
progressivamente riducendosi ad essere mero reperto museale di un’epoca passata, in cui
avevano ancora senso le relazioni umane.
Per questo la fantascienza dà credibilità
a questo romanzo perché è probabile che
questa deriva divenga in futuro sempre più reale e le vecchie coordinate
relazionali siano abbandonate col sopraggiungere di nuove scoperte tecnologiche
che renderanno desueto il nostro stesso modo di comportarci. È quella che
alcuni scrittori di fantascienza chiamano singolarità, un evento in grado di
modificare per sempre la vita umana, più di quanto abbiano fatto la scoperta
del fuoco, della ruota o delle stampa. Houellebecq ci parla di una singolarità
che pare, però, paradossalmente già desueta. È probabile che
non sarà la clonazione l’evento definitivo ma qualcosa di non ancora pensabile
che ha a che fare con l’aumento di supporti tecnologici destinati a interagire
con la coscienza umana, fino a mutare radicalmente ogni nostra concezione.
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