giovedì 3 ottobre 2019
Certi poeti, certi sedicenti
artisti, aspiranti velleitari per cui anche solo aspirare ad essere è un di più,
essi possono solo aspirare alla
velleità, loro approdo mistico, laddove
chiamano poesia un movimento intestinale del loro spirito, in realtà profondamente
meschino e antipoetico, cioè al massimo
sentimentale. Diciamo che costoro non si
esprimono, semplicemente si sfogano. Lo fanno con sentimento? E chissenefrega
dei loro deliqui. Ah, questo scrivere di pancia,
per loro la banalità è un istinto gregario, fa tanto gruppo.
La loro universalità poveraccia
di solito sa di parrocchia, ma in genere
scrivono dei casi loro, di quell’insulsa “brodaglia di amorazzi e usignoli” di
cui parlava Carmelo Bene. Anche la loro eventuale pernacchia è parrocchiale e
la loro cultura è solo, al limite, venerazione
del monumento e della sua funebre oppressione.
Essi sacrificano allo Spirito Santo
della nostra epoca: il conformismo. Se si
fingono anticonformisti, al massimo finiscono per venerare la pinta di birra di
un Bukowski ma ne ignorano il geniale sarcasmo, la sofferta ironia e la sottile
strafottenza. Generalmente non ridono, infatti, sanno solo sghignazzare. Dentro
la loro faccia cova la tremenda insignificanza che così spesso diventa livida e
risentita arroganza. Li riconosco ormai al primo sguardo; rettili dal sangue
gelido che sibilano soltanto la loro
vacuità aggressiva e strisciano ai piedi del Grande Idolo che ipnotizza.
4 commenti:
Vagamente irritato, pare.
Chi è stato?
@Euridice
Attualmente non sono irritato, è uno scritto di qualche tempo fa. Hai però intuito che dietro c’è una persona, in realtà più d’una ma sicuramente una in particolare. Attualmente la considero una mia nemesi. Mi piace avere dei nemici. Non è facile, in realtà, in questa generale indifferenza, quindi mi attacco alle quisquilie. Sono oppositori mentali più che altro, che spesso mi creo ad hoc.
La Tremenda insignificanza, è tra noi, ci assedia.
Sì e siamo assediati dalle nostre ombre. Ciao Elena.
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