Estratto da La Maya dei notturni

sabato 21 aprile 2012

ALESSANDRO MAGNO

Proprio non si addice questo aspetto di belva
a un principe vezzeggiato da candide balie;
tra poveri montanari dalla schiena ricurva,
in queste montagne in cui riecheggia il canto
d’Orfeo dal panico ringhio.
Quanto a me,
non mi rimane che questo ardore nel sangue,
nostalgia rapita di antiche leggende.
Perché la Macedonia è una grande prigione,
flaccida feccia di corte che mi striscia dintorno,
con una mucillagine di padre dal viso incagnato,
e questa madre fanatica, dal tedio severo accudita
degli specchi e dei pettini e delle ciance brillanti.
La pira, torno a cui danzo il mio rito,
mi moltiplica fino a svenire
nell’indifferenziato tutto terrestre
turbine dove fermenta
degli astri il latte nutriente.


Qui, dove un vecchio filosofo
costruisce la mente universale,
che io dovrò imporre con la nuda ragione della spada;
in questa arida terra di vinti per razza,
non mi rimane che il sogno di vivere
dentro un mito stellare a me gradito:
cavalcare fino all’estremo lembo di ignoto
di questa piatta desolazione terrestre,
marciando sotto l’incubo di un sole alieno,
in notti di panico rosso sangue
misteriose città devastare,
per garantirmi un infame bottino di carne;
tutto questo mi sembra un dovere
che il mio rango divino m’impone.

Oh, miseria di un cielo noto,
benché infinitamente stellato,
andasse tutto in rovina in un istante,
maledetto sepolcro della luce!

Anime nella pietra delle strade che calpesto,
cornacchie gemono il loro omaggio
all’imperatore di questo nulla pietrificato,
che ha nome Macedonia, regno dannato.
Ma il grido di guerra, il gioco di morte,
è il mio destino aldilà del dispetto
di queste contrade in cui grida il sudore
di generazioni di schiavi dal malevolo occhio.

Maggio 2005

Eugenio Cavacciuti (ora Ettore Fobo)
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Tratto da La Maya dei notturni- Eugenio Cavacciuti(ora Ettore Fobo)- Kipple Officina Libraria (2006)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ricrda alcune sensazioni provate nel Caligola di Camus... complimenti Ettore... sempre grande la tua poesia.
Alex

Ettore Fobo ha detto...

Beh, grazie Alex. Il Caligola di Camus è una delle letture più affascinanti che esistano, il fatto che questa poesia te lo ricordi, mi lusinga. Non sono mai riuscito però a vederlo rappresentato a teatro ma prima o poi ci riuscirò. Tra le altre fonti d’ispirazione mi sento di citare il primo Pound, quello di Personae, in particolare una sua poesia che s’intitola Sestina Altaforte. Un caro saluto.