Mildred Pierce - James M. Cain

sabato 19 gennaio 2013






Ci sono libri che ti attirano al primo sguardo, misteriosamente. Mildred Pierce di James M. Cain è stato per me uno di questi. Senza neanche aver visto il titolo e il nome dell’autore,  la mia attenzione è stata  attratta da un libro che si trovava accatastato sotto diversi altri, in una bancherella di libri usati di cui sono cliente da diversi anni. Spostando una pila,  l’ho afferrato,  l’ho osservato, rigirandolo fra le mani e in pochi secondi ho deciso di acquistarlo, ancora prima di  leggere la quarta di copertina e  l’incipit,  come faccio di solito,  e l’istinto (o il caso)  non mi ha deluso, si tratta infatti di un romanzo splendido.

Viene definito un noir, ma si potrebbe discutere. E’ semplicemente una storia ben strutturata con protagonisti ben definiti, cesellati: la protagonista Mildred Pierce,  che da casalinga diventa imprenditrice, il marito Bert, cui tocca la sorte inversa, da imprenditore si trasforma  in nullafacente con velleità di riscatto, la loro figlia Veda, che da bambina prodigio  si trasforma in una  diva del jet set,  figura che sin dalla sua infanzia appare enigmatica e crudele, personaggio ambiguo, ambizioso, ferocemente snob,  pericoloso.

E tutt’intorno una serie di personaggi minori, tutti funzionali alla storia, tutti raccontati con sobrietà ed efficacia da James. M. Cain, noto soprattutto come autore de Il postino suona sempre due volte.
E’ una storia di rovesci, fallimenti, e improvvise ascese, ambientata negli anni trenta – quaranta , in cui pare che non ci siano sicurezze:  chi è ricco può ritrovarsi povero improvvisamente, chi è povero può sfidare il sogno americano e ritrovarsi ricco. E’ il tessuto sociale creato dalla grande depressione del ’29, che fa da sfondo alla vicenda.

E’ la storia di intrecci familiari malati, di amori fallimentari, di cattiverie ingiustificate, di inganni e di solitudine.

E’ un esempio di realismo in letteratura, di come la letteratura stessa possa raccontare la realtà, risultando più efficace della sociologia nel descrivere tipi umani e le loro peculiarità.

Questo romanzo è una critica implicita al sogno americano,  al lavoro come fonte di riscatto e di realizzazione, mostra aldilà di ogni dubbio  come le emozioni abbiano un ruolo decisivo nel decidere del nostro destino. E’  anche un’ implicita critica all’assetto stesso della famiglia, perché mostra come l’amore cieco  per i figli possa condurre alla rovina.

Dal romanzo sono stati tratti un film, negli anni quaranta, interpretato da Joan  Crawford, e una miniserie televisiva nel 2011 con protagonista Kate Winslet, che campeggia sulla copertina di questa edizione Adelphi, che risale al novembre 2011.

In tempi di recessione economica può essere utile rileggere la letteratura che fu creata  come risposta alla famosa crisi del ’29, una letteratura che indaga le difficoltà economiche di una generazione, e che mostra come esse siano un miscuglio di sfortuna, difficoltà oggettive,  paura. La visione di James M. Cain è crudele come la realtà, essenziale, quasi cruda;  la  sua eroina,  Mildred Pierce, accecata dall’amore per la figlia Veda, finisce per non riconoscere più in lei le tracce di un arrivismo senza scrupoli.

Mildred Pierce, pubblicato originariamente nel 1941,  è un gioiello di narrativa pura, James M. Cain a tratti ricorda Henry James, di cui sembra la versione più moderna, per la capacità di raccontare un mondo e per l’efficacia della ricostruzione delle personalità che si muovono in esso, per l’intelligenza dell’intreccio  e infine  per la freddezza calcolata con cui tutto è raccontato.










5 commenti:

Mia Euridice ha detto...

Insomma un "libro ad occhi chiusi" di cui ho parlato in un mio vecchio post.

Sanno essere delle vere delizie!

Ettore Fobo ha detto...


Ho letto il tuo post, non posso che condividerlo. A volte il caso la sa più lunga della logica.


Unknown ha detto...

Ricordo che mi aveva turbata profondamente... del resto è tipico della bella scrittura trascinare il lettore nel libro e renderlo empatico con i personaggi...
ottima recensione e un buon suggerimento di lettura.
(di recente ho visto la trasposizione con Kate Winslet, a me è piaciuta)
un abbraccio

Ettore Fobo ha detto...


Per me è stata una bellissima lettura, a tratti esaltante, direi. Il romanzo mi è sembrato un congegno narrativo esemplare. Cercherò di guardare anch’io la miniserie con Kate Winslet. Grazie dei complimenti, Unknown, un caro saluto.

mariadambra ha detto...

Unknown veramente ero io (Maria, nel caso non mi riconoscesse nuovamente), non so proprio cosa sia successo!
un altro abbraccio