Un incipit di Yukio Mishima

domenica 12 ottobre 2014






“Generalmente s’inizia a dedicarsi all’arte dopo aver vissuto. Ho l’impressione che a me sia accaduto il contrario, che io mi sia dedicato alla vita dopo aver iniziato la mia carriera artistica. Di norma comunque ci si dedica prima alla vita per poi volgersi all’arte. L’esempio di due scrittori come Stendhal e Casanova potrà chiarire il significato del passaggio dalla vita all’arte. Stendhal, insoddisfatto di non riuscire a piacere alle donne, dopo ripetuti fallimenti si rese conto che soltanto la letteratura poteva realizzare i suoi sogni. Al contrario Casanova,  dopo aver folleggiato di donna in donna in virtù delle sue doti naturali, dopo aver gustato a sazietà le dolcezze della vita, quando non ebbe più nulla da sperimentare volle scrivere le  proprie memorie.
È dunque una contesa, una lotta tra l’arte e la vita.”

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da “Lezioni spirituali per giovani Samurai”- Yukio Mishima – traduzione Lydia Origlia –  ventesima edizione -  luglio 2014 – Feltrinelli

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ettore Fobo che messaggio vuoi lanciare?

Mia Euridice ha detto...

Non so da dove si inizi, sinceramente.
Dov'è il "principio" dell'arte?

Ettore Fobo ha detto...

@Anonimo

Mi piace semplicemente questo incipit. Non lo sto usando per lanciare un messaggio in particolare. Ammiro Mishima e sto iniziando a leggere questo libro, tutto qua. O forse il messaggio è in una frase che ho omesso e che ora ho aggiunto, in cui si legge: “È dunque una contesa, una lotta tra l’arte e la vita”.

Ettore Fobo ha detto...

@Euridice

Naturalmente capita che arte e vita si confondano, così che non sappia dove finisca una e inizi l’altra. Però, secondo me, Mishima ha ragione a dire che di norma prima viene la vita. Pirandello scrive una cosa ancora più radicale: “ O si vive o si scrive”. In questo pezzo avevo omesso una frase che recita: “ È dunque una contesa, una lotta tra l’arte e la vita.” Poi Mishima continua dicendo che gli scrittori, a differenza degli uomini d’azione, generalmente hanno vite anonime e fiacche, poiché sacrificano la vita sull’altare della creazione artistica.