Chiunque nasce straniero a se stesso

martedì 25 giugno 2019



“L’io costruito con miriadi di pensieri/ dal football all’io sono ciò che sono.” (Allen Ginsberg)
“All'ombra dei fiori nessuno è straniero.  (Kobayashi Issa)
“Io è un altro. ”(Arthur Rimbaud)

Essere un  melting pot,  una fusione di lingue e culture diverse, di sensibilità differenti,  è una straordinaria risorsa, una vera fortuna, che i corifei di questi tempi di buio razzismo sembrano ignorare.  L’incontro con lo straniero,  con colui che veicola saperi  e visioni diverse,  è un arricchimento incredibile,  io rivendico la bellezza di quest’incontro.

 Lo straniero è l’altro da noi che pure alberga in noi, è l’ignoto. Colui che sta dalla parte dell’ignoto finisce per conoscersi più profondamente di colui che fugge nelle consuetudini e del conformismo peggio che bovino del paese natio.

Diventare cosmopoliti, deterritorializzati,  è una delle sfide  di questo secolo in cui l’io, questa sintesi delle credenze massificate, questa funzione omologante e gregaria,  si sgretolerà con l’urto di una consapevolezza diversa. Sto sognando? E sia.

Io sto dalla parte dell’ignoto, in ciò che viene dal vento, sono dalla parte delle nuvole che non hanno patria e semplicemente scorrono, scorrono  ovunque.

7 commenti:

Mia Euridice ha detto...

L'altro, lo straniero, l'ignoto potrebbe essere solo un'altra versione di sé.

Humani Instrumenta Victus ha detto...

La deterritorializzazione mi ricorda il Millepiani del doppio, o meglio del rizoma, Deleuze-Guattari. Che poi catapulta a Carmelo Bene, alla macchina attoriale C. B.
(di recente Youtube si è arricchito di sue formidabili interviste e seminari).

Ettore Fobo ha detto...


@Euridice

Senz’altro.

Ettore Fobo ha detto...


@Humachina

È un termine che ho preso proprio da Deleuze. Ultimamente l’ho letto nell’ultimo libro di Michel Onfray, “Decadenza”.

Maria ha detto...

"Dalla parte delle nuvole" sarebbe gia' un bel titolo.

Son felice di leggerti...c'e' una nuova umanita' che non trova spazi per esprimersi e far gruppo. Qui invece la trovo !

Maria ha detto...

Guardando un cadavere, la morte mi sembra una partenza. Il cadavere mi dà l'impressione di un vestito smesso. Qualcuno se n'è andato e non ha avuto bisogno di portare con sé quell'unico vestito che indossava.

Fernando Pessoa

Ettore Fobo ha detto...


Che grande poeta Pessoa! In questo blog puoi trovare un articolo a lui dedicato. Grazie Maria.