Una poesia di Matteo Gennari

giovedì 5 maggio 2022


 


Via Europa al 7

 

È un vortice. Dentro.

Case. Comignoli. Ascensore. Cani a passeggio.

Via Europa al 7.

Le figurine ce l’ho ce l’ho ce l’ho, manca.

In caso di neve, slittare giù dalla rampa dei box sui sacchi della spazzatura

o nel Bob rosso.

Giocare a palla tennis.

Tutto gira, dentro, perché fa troppo caldo.

Una musica classica, dentro. L’ascoltavo dalla signora del secondo piano

che mi teneva perché non andavo all’asilo.

Mamma ora ha fatto un incidente e papà me l’è venuto a dire.

 

Un mulinello, dentro, risucchia verso la Fossa delle Marianne.

Mi attrae. Cadere è l’unica soluzione verosimile perché

serve a qualcosa: vedo pesci di tutti i tipi,

balene di passaggio, vecchie navi arrugginite, ferrivecchi della Seconda Guerra Mondiale

o inizio Novecento.

M’inabisso nella Storia, non si tratta di me,

faccio parte di qualcosa di più grande, ora.

È un mulinello, un caos complicato,

non sono solo apparenze.

Sempre calmo, fatico a preoccuparmi e

l’idea del fondale è di sollievo.

C’è terra alla fine!

Terra bagnata, l’origine, la fine.

Tutto è cominciato in Via Europa al 7. Nessuno lo può negare,

nessuno può togliermi l’inizio o, forse,

quando la caduta sarà fatale, non ci sarà stato né un inizio né una fine.

Inabissarsi è pensare così.

Amare la verità.

***

dalla silloge inedita “Favela e dintorni”- Matteo Gennari

 

 

4 commenti:

Maria ha detto...

Che meraviglioso tuffo questo sentire!

Anonimo ha detto...

Proprio Bella bravo Matteo!

Ettore Fobo ha detto...


@Maria e Anonimo
Contento che vi sia piaciuta.

Matteo ha detto...

Grazie Ettore! Grazie @Maria, grazie a chi ha letto e commentato.