domenica 22 febbraio 2009
L’anno venturo ci ricoprirà l’erba della tomba.
Adesso stiamo verticali, e ridiamo;
lumando le ragazze di passaggio;
puntando su cavalli bolsi; trincando gin scadente.
Da fare, non c’è niente; da andare, in nessun posto; niente gente.
L’anno scorso era un anno fa; nient’altro.
Non eravamo più giovani allora; né ora siamo invecchiati.
Riusciamo mantenerci un’aria giovanile;
dietro le facce non sentiamo niente, in nessun modo.
Probabilmente non saremo davvero morti quando moriamo.
E comunque non siamo mai stati niente; neanche soldati.
Noi siamo gli insultati, fratello, i figli desolati.
Sonnambuli per una terra buia e terribile,
dove la solitudine è un coltello sporco alla nostra gola.
Stelle fredde ci guardano, socio
Stelle fredde e le puttane
2 commenti:
Che bella traduzione!
Vero. La poesia è tratta da City Lights Pocket Poets Anthology, edito da Mondadori.Quando l'ho comprato costava 12 000.
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