Strofe per dopodomani e altre poesie – Durs Grünbein

sabato 7 ottobre 2017






Quella del poeta tedesco Durs Grünbein è una poesia densa, di luoghi, oggetti, in cui la storia collettiva e quella individuale trovano il loro equilibrio, e tutto è mescolato in un verso pulsante di questa natura magmatica. È la vita, tradotta in lirica, con il suo caos, che spinge l’inchiostro a tracciare i suoi vortici. Mi pare in definitiva una poesia assai realistica che racconta con precisione e oggettività la vicenda umana, senza lasciare troppo spazio ai sogni ma questo può essere anche il suo limite. Altro limite di questa pur bella raccolta, tradotta da Anna Maria Carpi, nel 2011 per Einaudi, è la mancanza di una poesia simbolo, di una vera e propria hit per usare un linguaggio radiofonico.

Il libro raccoglie due testi diversi dell’autore, Notte dichiarata e l’eponimo Strofe per dopodomani. Se devo scegliere dei versi per sintetizzare questo percorso propendo per questi, dalla poesia Panini osceni:

“È vero,  no? che risparmiava i nervi pensarsi come
 comparsa
che recita il film muto Storia. Il titolo? «Tempi
moderni»”

Comparse in questo film della Storia è un bel modo di dire la marginalità di noi spettatori senza molta sostanza, schiacciati sotto il peso dell’irrilevanza politica e dell’insignificanza esistenziale.  Molto bella, asciutta ed essenziale, la poesia dedicata al nonno macellaio, una delle più belle di questa raccolta corposa, sono oltre 200 pagine.

Ecco definita l’attività poetica nelle parole del poeta stesso: “pesca di voci, magia di sillabe, ars magna stile/superelaborato/ “ e più avanti “filo d’Arianna  al buio di aporie”.  Essa “cospira con gli astri” ed è la “ miglior guida al momento dell’esodo da questa/ notte umana”. Duplicità della poesia, attività inutile e velleitaria “ perché se anche prende il volo, un verso subito atterra. ”e che si rivela infine soltanto una debole dichiarazione d’esistenza: “ ma che c’è nelle sillabe se non io sono, io sono?”

Grünbein è nato a Dresda, perciò fino al 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, apparteneva all’ ex DDR. Tutto il libro è attraversato come un fremito da questa realtà politica, specie nella poesia Notte dichiarata e in Panini osceni. L’ideologia comunista, nella sua condanna di orizzonti trascendentali, è stigmatizzata in questi versi memorabili: “Bidoni d’immondizia, campane proletarie, invitavano/a pensare alla materia/per la quale ognuno andava  ogni giorno al turno di lavoro. E alla fine solo lordura./ O piuttosto ideologia che là sfondava spazi e tempi.”

Il mondo della produzione, delle Tecnica, della materia bruta è un mostro che costringe gli uomini al servaggio, a chinare il capo contro un’implacabile Necessità, l’Ananke dei greci, che,  però,  a differenza di questa,  vota gli uomini alla più cieca dismisura.  Questa realtà è spesso stigmatizzata in versi di amara consapevolezza, dove perfino Berlino è definita un “ mostro”.

Grünbein esplora anche il tema dell’amore, con un tono spesso sommesso e nostalgico esamina la radiosa bellezza  degli amplessi, la tenerezza di una frase, arrivando a constatare amaramente che una reale consolazione è impossibile.

Strofe per dopodomani e altre poesie  è un ottimo libro di una poesia scaltra, elaborata dove l’occhio realistico di Grünbein ci permette di comprendere meglio il nostro spaesamento di spettatori davanti a quest’incubo chiamato Storia.



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