Giacomo Leopardi

sabato 25 maggio 2019






Giacomo Leopardi è stato un esperimento in laboratorio del padre Monaldo, come allevare in serra una rosa pregiatissima o distillare un profumo incantevole per creature del tutto angeliche. Ma l’insopprimibile fondo insurrezionale dell’animo umano ha prodotto un pensatore scomodo, duro, solitario. Una chiaroveggenza dolcissima e aspra.  Tutt’altro che una rosa inoffensiva ma un vero roseto in fiamme, pulsante di tutte le contraddizioni dell’universo dei mortali.

6 commenti:

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Esattamente. Radicalità e scomodità, oro puro e rarissimo. Oggi in buona parte sostituito da tonnellate di ottone ossidato, meglio noto come provocazione.

Ettore Fobo ha detto...


@Humachina

Di persone come Leopardi ne nascono poche, pochissime, in un secolo. La sua figura si staglia tuttora, nitida ed enorme, sul “ panorama scheletrico del mondo”, per usare un’espressione di Dino Campana. In quest’epoca di frastuoni, diventa difficile immaginare qualcuno che possa isolarsi tanto da ascoltare se stesso così in profondità da generare un pensiero della levatura di quello leopardiano.

Pino ha detto...

"In quest’epoca di frastuoni" e di mediocrità non potrà mai nascere una persona come Leopardi. Parlare o scrivere del poeta di Recanati, di questi tempi, è un atto davvero rivoluzionario

Ettore Fobo ha detto...


Leopardi, come tutti, appartiene alla propia epoca, era un formidabile insieme di erudizione, creatività, consapevolezza, talento e genio, difficilmente ripetibile. Poi penso che se anche un Leopardi nascesse, egli sarebbe ignorato e morirebbe sconosciuto. Anche su un’eventuale fama postuma nutro seri dubbi. Il nostro, paradossalmente forse, è un mondo senza memoria.
Sono rivoluzionario? Forse, non so, comunque grazie Pino.

Maria ha detto...

Mi spiace per l'assenza, non bazzico qui da un po' ma ritrovo sempre la stessa "densita'" di pensiero...
Mi piace molto la tua descrizione di Leopardi, mi piace il termine "distillare" e come introduci la figura del padre.

Pensavo a lui proprio ieri perche' era citato in un libro di psicologia che sto leggendo, all'interno della subpersonalita' schizzoide, in cui il bambino - non ricevendo amore - si isola, non si fida piu' dell'amore degli altri e perde contatto con le sue emozioni diventando tutto intelletto (ma sviluppa qualita' finissime di analisi e un intuito sopraffino...non a caso tu la chiami chiaroveggenza!).
Allora il libro paragonava la situazione al passero solitario di Leopardi, ma c'e' da dire che Leopardi E' una rosa profumatissima grazie alla poesia...da introverso ha fatto del suo complesso mondo interiore un mondo in cui ancora poteva accedere e contattare i suoi sentimenti. Peccato che fossero sentimenti inafferrabili alle braccia di una compagna.

Ettore Fobo ha detto...


@Maria

È così. Leopardi era arso da un desiderio dell’altro sesso che è rimasto inappagato. Forse per problemi psicologici. Il padre anche in questo senso è stata figura decisiva. Ambiente famigliare anaffettivo probabilmente.