Scena di strada- Charles Simic- poesia

domenica 10 maggio 2009

Un ragazzino cieco
con un cartello fissato al petto.
Troppo piccolo per stare fuori
da solo a mendicare,
ma tant'è.

Questo secolo strano
con la sua strage degli innocenti,
e il volo sulla luna-
ora mi sta aspettando
in una città strana,
nella via in cui mi sono perso.

Mi sentì avvicinare
e si tolse un giocattolo
di gomma dalla bocca
come per dire qualcosa
ma non fu così.

Era la testa, la testa di una bambola,
tutta masticata,
la tenne alta per farmela vedere.
Il duplice sogghigno era per me.

(traduzione Andrea Molesini )

2 commenti:

Anonimo ha detto...

TU JANE

La notte le mollo addosso una scoreggia all’olezzo di guinnes,
a mia moglie, che mi si rannicchia contro dopo che l’ho scopata
al ritorno dal Dog and Fox. Son tutto muscoli. Puoi tirar di boxe
contro il mio stomaco fin che ti pare, non mi tiro indietro. Prova.

Capofamiglia. Padrone a casa mia. Quadrato.

Guarda questo bicipite. Servito a tavola
e camicia fresca di bucato, ma rispetto il suo punto di vista.
Mi ha dato due figli in otto anni, sa
quando cucirla. Ha messo su un po’ di ciccia
ma al week end, in reggicalze, il culo me lo da ancora.

Questa è la vita. L’anno prossimo in Australia, e la suocera
che si fotta. Ma senti queste cosce.
Il karate mi mantiene di granito. La forza di un toro.
La birra la reggo benissimo. Qualche pinta
coi ragazzi, una risata, poi a casa da lei.

Lei dice, hai sognato tesoro? Non sogno
mai, io. Un sonno opaco come una bella pinta.
Mi sveglio che ce l’ho duro, mezzo sopito glielo ficco dentro.

Lei non protesta. Quando ho una sensazione, è qui
che la sento, dove la vena violetta del collo pulsa.

Carol Ann Duffy

FSNFST

Anonimo ha detto...

mmm...pura poesia del brutale! :[