sabato 2 marzo 2013
“La borghesia ha avuto nella
storia una funzione sommamente rivoluzionaria. Dove è giunta al potere, essa ha
distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha
lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvicinavano
l’uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro
vincolo che il nudo interesse, lo spietato “pagamento in contanti”. Essa ha
affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti
dell’esaltazione religiosa, dell’entusiasmo cavalleresco, della sentimentalità
filistea. Ha fatto della dignità personale un semplice valore di scambio; e in
luogo delle innumerevoli libertà faticosamente acquisite e patentate, ha posto la
sola libertà di commercio senza
scrupoli. In una parola, al posto dello sfruttamento velato da illusioni
religiose e politiche, ha messo lo sfruttamento aperto, senza pudori, diretto e
arido. La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte quelle attività che
fino ad allora erano considerate degne di venerazione e rispetto. Ha
trasformato il medico, il giurista, il prete, il poeta, lo scienziato in
salariati al suo stipendio. La borghesia ha strappato il velo di tenero
sentimento che avvolgeva i rapporti di famiglia, e li ha ridotti a un semplice
rapporto di denaro.”
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Da Manifesto del partito
comunista - Friedrich Engels e Karl Marx- in Marx Engels - Opere complete
volume VI - traduzione Palmiro Togliatti – Editori Riuniti (1973)
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