sabato 2 gennaio 2021
Hai ribaltato tutto, in base al tuo desiderio umano troppo umano di essere eterno. Una volta ti dissi che i cattolici pensano che la vera vita si viva solo da morti e tu mi hai dato ragione ed è così: ”La Vera vita” di cui la vita reale, che noi realmente viviamo è, platonicamente se vuoi, solo un’immagine. Un’immagine illusoria di questa fantomatica vera vita che si vive solo da morti. La Vera vita si vive solo da morti. Rifletti su questa evidente assurdità, poi ci sono secoli di sofismi pseudofilosofici, arzigogoli grammaticali, teologia, a suffragare l’assurdo, lo so. A partire dal “Credo quia absurdum” di Tertulliano o dal maestro di tutti i deliri preteschi: Paolo di Tarso.
Dio è un concetto spuntato fuori dai deserti mediorientali, dove il sole picchia forte e dà dei miraggi; il deserto con il suo monotematico orizzonte tutto uguale si sposa bene con la nozione di Dio Unico. Dio nasce in Persia con Zarathustra e il suo Avesta, come ha mostrato Nietzsche, e con questo Dio anche tutta la mistificante e semplificatoria idea del Bene e del Male, questo stanco dualismo concettuale ma te ne parlerò in un secondo momento… Andiamo aldilà. Dove si situa colui che vive aldilà del bene e del male in quale frattura, fluttuazione del Senso logico della nostra Storia umana? Non c’è nulla che sia stato più frainteso di Nietzsche che la questione dell’aldilà del bene e del male. Io stesso, che ne parlo così tanto, costruisco il suo senso su macerie di stereotipi; riconoscendo però la necessità di una morale post cristiana e postumana, postdualistica potrei dire(intendiamoci bene su questi termini).
Rispetto al Dio dell’ Avesta, il Dio biblico, il Dio Unico degli ebrei, introduce un’idea nuova, un’idea folle e rivoluzionaria al tempo stesso: la creazione dal nulla. Idea del tutto estranea al mondo antico e alla fisica contemporanea, come del resto a quella di Epicuro, come ci ha mostrato Lucrezio, per cui da nulla non nasce nulla.
Epicuro, di cui i cristiani hanno distrutto quasi interamente le opere e successivamente travisato, falsificato, stigmatizzato il pensiero, che ci è giunto per vie traverse.
Potrei continuare ma il tempo incalza e ci travolge. Per semplificare ti faccio qualche citazione.
“La teologia è un ramo della letteratura fantastica“ scrive Borges nel Novecento, “Dio è l’ottativo del cuore umano” ha scritto nell’Ottocento invece Feuerbach.
Ti sintetizzo ciò che penso con ciò che ha scritto un poeta, tra l’altro cristiano ma molto sui generis, profondamente individuale perciò naturalmente eretico, che è William Blake: “L’immaginazione non è uno stato mentale, è l’esistenza stessa.”
Dio è solo un concetto, dicevo, tutt’altro che innocuo. Serve al prete, per dominare il gregge di pecore umane. È solo una strategia di potere. Diffidare di Dio, di qualsiasi dio, è conditio sine qua non per definirsi realmente contemporanei, non dico razionali, perché la ragione, il mito della ragione, è uno dei tanti falsi idoli che affondano nella melma del narcisismo tutto umano, come del resto Dio.
Si ricade sempre nel triste dualismo follia-ragione, dove la ragione polarizza tutto il positivo e la follia tutto il negativo. Si rimane cioè quei tristi figuri che vivacchiano o vegetano nella loro estasi automatica, saldamente al di qua del bene e del male, cioè tutti. Fuori tra l’altro da ogni dimensione realmente sacra perché il sacro, duplice anche etimologicamente, come ha mostrato Umberto Galimberti, è in quella fluttuazione dell’indistinzione aporetica per cui una cosa non è più solo se stessa ma anche il suo contrario logico cioè non c’è più ciò che diabolicamente (dal greco dia-ballo) separa l’unità del molteplice in una dimensione binaria ma qualcosa che simbolicamente (suv-ballo) unisce realtà solo apparentemente distanti. È il misterioso e meraviglioso fil rouge dell’ispirazione poetica, tra l’altro, così fraintesa, vituperata, declassata troppo spesso a bizzarria, pazzia, menzogna. Ma divago, torniamo a noi.
A dominare il mondo non è la ragione umana o la volontà umana, ipostatizzate in un essere onnipotente ma qualcosa che per semplificare chiamerò il caos. Dio è solo una parentesi nel processo di autocoscienza dell’Umanità, che come si è liberata delle religioni totemiche, poi delle dee del matriarcato, poi degli dei omerici, si libererà anche di Dio. Certo ci vorranno ancora millenni e sarà dura, soprattutto per coloro che narcisisticamente credono di essere al centro dei pensieri e delle preoccupazioni di un essere onnipotente, che li ama infinitamente e obbedisce alle loro preghiere realizzando i loro desideri. La chiamano Provvidenza questa megalomania tutta umana di ego troppo spesso smisurati. Tra l’altro cosa è un essere che sta in cielo e ti osserva, ti giudica, se non il principio stesso della paranoia? “Paranoici da deserto” chiama Deleuze i fondatori delle religioni del Libro.
Con questo voglio dire … eccetera eccetera… Questo è il mio pensiero, il mio pensiero attuale, lo dico con ironia perché il pensiero non ha copyright e non è mai attuale, perché l’attualità è sempre, da sempre, per sempre, solo un querulo chiacchiericcio che rimbomba atrocemente nelle platoniche caverne. Ti saluto con affetto, consapevole, come tutti coloro che Severino chiama “abitatori dei sotterranei della filosofia”, di aver solo parlato al mio orecchio, mentre fuori, nel mondo e nella mente altrui trionfa quasi sempre soltanto il trambusto del mercato e così sia.
Ettore Fobo
8 commenti:
Post da incorniciare. A me la religione ha sempre affascinato, sia dal punto di vista antropologico che da quello terapeutico. Mi ha sempre affascinato perché la religione, qualsiasi religione, è uno dei tanti frutti dell'immaginazione umana, e l'immaginazione è stata il fattore principale che ha consentito alla nostra specie di primeggiare su tutte le altre e di conquistare il pianeta (poi, che questo sia stato un bene è tutto da discutere, naturalmente). A questo proposito ho trovato illuminante Sapiens, da animali a dèi, di Yuval Noah Harari, un libro che mi ha aperto un mondo.
Per quanto riguarda il buon vecchio Galimberti, ho comprato Cristianesimo, la religione dal cielo vuoto, in cui il tema della responsabilità del cristianesimo nella desacralizzazione di Dio e del sacro è ampiamente sviscerato. Lo comincerò a breve.
Ciao, Ettore.
Di Harari ho letto “Homo Deus”, davvero straordinario, capisco quando dici che ti ha aperto un mondo, è successo anche a me. “Cristianesimo, la religione dal cielo vuoto” l’ho letto e ne ho anche parlato sul blog, puoi trovare la mia analisi all’etichetta Umberto Galimberti. È alla base di alcuni riflessioni che ci sono in questo post. Grazie dell’apprezzamento, Andrea.
Homo Deus ce l'ho in libreria nel famoso reparto in cui tengo i libri in attesa. Vado a leggere cos'hai scritto sul libro di Galimberti.
Bene, Andrea. Sono entrambi dei gran libri.
Le opere di Dio sono opere del nulla, ma è un nulla di spessore.
Non c'è dubbio, Humachina.
La religione, qualsiasi religione, fonda la propria forza su un imperativo categorico: devi credere. E basta. Tutto il resto non conta. Il Cristianesimo ne è la dimostrazione: da oltre duemila anni sta lì. Ciao Ettore
Sì Pino, credere… Che è praticamente il contrario di pensare.Un saluto.
Posta un commento