Uno scritto di Pier Paolo Pasolini

venerdì 4 febbraio 2011

21 Giugno 1962

Lavoro tutto il giorno come un monaco e la notte giro, come un gattaccio in cerca d'amore...
Farò proposta alla Curia di essere fatto santo. Rispondo infatti alla mistificazione con la mitezza.
Guardo con l'occhio di un'immagine gli addetti al linciaggio. Osservo me stesso massacrato con il sereno coraggio di uno scienziato. Sembro provare odio, e invece scrivo dei versi pieni di puntuale amore. Studio la perfidia come un fenomeno fatale, quasi non ne fossi oggetto. Ho pietà per i giovani fascisti, e ai vecchi, che considero forme del più orribile male, oppongo solo la violenza della ragione.
Passivo come un uccello che vede tutto, volando, e si porta in cuore nel volo in cielo la coscienza che non perdona.

***
Da Pier Paolo Pasolini- La forma dello sguardo- Edizioni Charta- 1993

8 commenti:

m.g. ha detto...

Bellissime queste parole di Pasolini. Che ci ricorda che l´Italia ha bisogno di eroi e di morti ammazzati da chi se ne fotte della mitezza, della giustizia e del pudore.

Ettore Fobo ha detto...

L’Italia è un paese alla mercé di ignoranti e volgari papponi. I morti ammazzati servono alla loro causa, non alla nostra, servono a loro per instaurare la strategia del terrore perenne, dai roghi in poi. Mi permetto dunque di dissentire. C'è poi una frase di Brecht, che mi pare suoni così: "Beato il paese che non ha bisogno di eroi".

m.g. ha detto...

Caro Fobo,

lei potrá anche dissentire, ma Pasolini é morto ammazzato e fino ad oggi non sappiamo da chi. Anche io non vorrei che fosse cosí, cioé che il potere non si alimentasse di anime nobili (Pasolini é uno dei tanti, ricordiamo Falcone, Borsellino, Mattei) ma, di fatto, l´unico scrittore che oggi ha il coraggio di denunciare, lucidamente, le logiche del potere e del sotto-potere, e penso a Saviano, é costretto a vivere sotto scorta.
Un saluto

Ettore Fobo ha detto...

Certo, ma non è questo il nostro scopo, finire ammazzati o sotto scorta, viviamo clandestinamente perciò ma alla luce del sole, trasparenti come una boccia di cristallo, affinché si veda in quale acqua pura nuotiamo, mentre i malfattori sguazzano nei loro stessi escrementi e spesso, ahinoi, chiamano questo Cultura. Un caro saluto.

eustaki ha detto...

bel blog.

il passo di ppp mi ha evocato questi versi di sylvia plath

Every woman adores a Fascist,
The boot in the face, the brute
Brute heart of a brute like you.

ma anche il mishima che davanti al san sebastiano sogna di prenderne il posto, bersaglio di irsuti scherani...

si aprirebbero molti percorsi di approfondimento, magari seguendo i giudizi espressi da sanguineti sul tormentato ppp

a presto

Ettore Fobo ha detto...

Splendidi versi questi di Sylvia Plath, profondamente tragicamente veri, e splendidamente musicali. Mi viene in mente Nietzsche:” Vai dalle donne Zarathustra? Non dimenticare la frusta”. Ma Adorno prese le distanze da questa consapevolezza, scrivendo nei Minima Moralia che questa fascinazione per la violenza era una specie di eredità di millenni in cui alla donna era stata imposta la sottomissione. Che sia cultura o biologia o un fatale intreccio di entrambe, io non so dire. Mi lasci anche intendere che forse Pasolini celava un desiderio di autodistruzione, di martirio, come San Sebastiano, penetrato da una miriade di frecce. Non so, è possibile. Ti ringrazio del commento Eustaki.Un saluto.

eustaki ha detto...

nella tua risposta citi nietzsche, adorno...musica per le mie orecchie.

il mio commento era frutto di associazioni immediate avute leggendo il post. sai quando leggi una cosa e subito si apre un link, un altro link e via dicendo.

per continuare il discorso, non posso non citare il mio amatissimo niccolò, cito a memoria:

perchè la fortuna è donna ed è necessario a volerla tenere sotto, batterla e urtarla

stay free

Ettore Fobo ha detto...

Ho cercato sul web:

“La fortuna è donna, ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. E si vede che la si lascia più vincere da questi, che da quelli che freddamente procedono.”

Maschi contro femmine, Femmine contro maschi( saprai che è il titolo di un film molto in voga). C’è da diventare scemi. La fortuna prendiamola pure a calci in culo, la sorte è in nostro potere, tutto il resto è dialettica degli opposti, guerra infame, infame dualità, dunque lutto e mancanza, soprattutto pestilenziale "risentimento",io preferisco il Tao.