sabato 12 febbraio 2011
"Gli schiavi sono al potere, cani d'uomo e le loro donnacce."
James Douglas Morrison
Con questi primi dieci anni del secolo pare si sia avviata, anche grazie alla chimica, l’era del porno. Il viagra ha prolungato le possibilità del desiderio fino in tarda età, il web ha fatto da munifico gelataio per tutte le innocue goloserie, le più brutali alienazioni sessuali, le peggiori sporcaccionerie contemporanee e Baudrillard ha mostrato ancora una volta che l’essenza della nostra cultura è pornografica. Cos’altro? Bisogna porsi aldilà del bene e del male, per intendere la faccenda, è troppo facile demonizzare la pornografia ed esaltare invece ciò che questa indubbia dismisura ha reso possibile: il culto della Verità. Dentro la nostra cultura, infatti, c’è la riproduzione del reale ad alta fedeltà, la fine di ogni zona di segreto, l’iper-visibilità, l’esaltazione della luce a scapito dell’ombra, del maschile fallico (l’essere) a scapito della cavità femminea (il vuoto).
Abbiamo così i reality show, dove si cerca di riprodurre costantemente il fantomatico reale, con zoomate sul suo cadavere in costante putrefazione. Oppure l’orrenda esaltazione della vita sedicente vera, che si racconta in quelle sentine della pubblica opinione che sono le fiction televisive. Anche all’attore oggi si chiede ossessivamente di essere se stesso, tutt’al più di imitare la gente comune, il poliziotto, il magistrato, il cameriere. Tutto rigorosamente vero, reale, giammai l’illusione, il gioco delle apparenze, lo sconcerto di non sapere, vivaddio, cosa si è.
Come ha mostrato Baudrillard, soffocando ogni possibilità d’illusione, demonizzandola in nome di una fantomatica realtà, la nostra civiltà si è incamminata da un bel pezzo lungo la via della pornografia, che non ammette l’invisibile, il nascosto, l’incerto, l’indefinito.
E' chiaro che con la verità siamo arrivati a saturazione, il reale è diventato un tale fantasma mediatico, e tutte le più alte parole sono intrappolate sulla tela del ragno delle tv e su tutte sbava la nuova divinità contemporanea: la pubblica opinione il cui cerimoniale principale è rappresentato dal sondaggio, il cui massimo ludibrio è sempre stato e sempre sarà, ahinoi, il linciaggio (degli innocenti, ovviamente.)
Tv che parlano al posto delle masse, sono la loro voce e la loro coscienza e, tutto divorano, occhi, intelligenze, corpi. Ti sbattono in faccia tutti i giorni la fottuta realtà, invenzione di Lilliput.
Non puoi sfuggire a esse, perché esse sono l’occhio di medusa che ti guarda, ti rende reale, pietrificandoti.
Siamo in un’epoca in cui tutti vogliono essere se stessi, essere badate bene, non diventare, che è un’altra cosa, in un’epoca in cui, dopo la leopardiana strage delle illusioni, ci hanno piazzato in testa la bomba a orologeria della realtà e l’hanno fatta esplodere in nome della Verità. Probabilmente nei prossimi decenni assisteremo a una formidabile reazione a questo stato di cose, perché, fatalmente, tutto è giunto a compimento, o manca poco. Abbiamo già visto tutto, probabilmente chiuderemo gli occhi, per non diventare come il protagonista di Arancia meccanica, alla velocità con cui tutto si consuma, cosa consumeremo dopo aver consumato la realtà fino all’ultima fibra? Noi stessi? E se non ci fosse già più nulla da consumare? Dopo la repressione e la liberazione del desiderio, dopo il reale fotografato a caratteri cubitali, dopo tutte le gigantografie, e tutti i cloni fatti in serie, dopo il nichilismo venduto in saldo, compreremo le nostre illusioni direttamente sotto forma di microchip, in qualche gran bazar dell’ovvio, in una società sempre più totalizzante e totalitaria?
6 commenti:
Questa triste realtà sviscerata e oscenamente messa in piazza, è dominio dei cultori dell'ovvio, di coloro che sempre sanno tutto...
chi rimane ai margini invece può tranquillamente seguire il proprio fluire... il proprio essere in continuo divenire, con la certezza di chi sa di non sapere...
un abbraccio
io penso che di reale ci sia ben poco in giro. ciò che viene spacciato per tale è anch'esso manipolato. se c'è un mezzo(medium)è difficile che ci sia il reale. il reale, o meglio il rapporto tra il soggetto e la supposta realtà deve essere a due. se gli agenti sono più di due, sorgono inevitabili i problemi e quando interviane il medium 'terzo' ecco che s'interpone uno schermo, un velo, uno specchio deformante tra soggetto e realtà
buon fine settimana
Per dalloway66
Il fluire sì, il divenire certo, non c’è altro. Rimanere ai margini, leggermente fuori da quello che Adorno chiama il cerchio magico dell’esistenza. Leggermente sì, altrimenti si rischia di passare per pazzi. Un abbraccio.
Per Eustaki
Il velo secondo me non è un velo, è pietra, anzi è cemento armato contro la vita; fosse un velo basterebbe un solo pensiero per squarciarlo. Per il resto condivido quello che hai scritto. Buon fine settimana anche a te.
Caro Fobo,
il Suo blog sta diventando una specie di punto di riferimento, se continua a questa velocitá finirá che dovró votarLa ma, sfuggente come solo Lei sa essere, non sapró qual é la Sua faccia, non ricorderó le Sue fattezze, né le Sue generalitá e faró la mia croce sopra un simbolo che non Le appartiene, che Lei rinnega, che non La rappresenta. E saremo scontenti in due, senza dircelo, senza conoscerci davvero, senza volerci davvero male o davvero bene. E non vado avanti altrimenti Le rivelerei troppo di me e noi, grazie a Dio, non ci siamo mai visti. Un abbraccio da dove Le scrivo, senza televisione, con qualche albero, un cielo sterminato e due uccelli che oggi, sdraiato sulla spiaggia, hanno fatto compagnia ai miei pensieri solitari.
Bene M.G, neanche io ho la televisione, quel poco che vedo (Blob) lo vedo sul web, e anche io ho spesso la solitudine degli astri a farmi compagnia. Un caro saluto.
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