La follia nelle parole di Roland Laing

giovedì 25 aprile 2024

 


“Se la specie umana sopravvivrà, gli uomini del futuro considereranno la nostra epoca illuminata, immagino, come un vero e proprio secolo d’oscurantismo. Saranno indubbiamente capaci di apprezzare l’ironia di questa situazione in modo più divertente di noi. È di noi che rideranno. Sapranno che ciò che chiamiamo schizofrenia era una delle forme sotto cui - spesso per il tramite di gente del tutto ordinaria -  la luce ha cominciato a filtrare attraverso le nostre menti chiuse. La follia non è necessariamente un crollo (breakdown); essa può essere anche una apertura (breakthrough)… L’individuo che fa l’esperienza trascendentale della perdita dell’ego può o non può perdere l’equilibrio in diversi modi. Può allora essere considerato come pazzo. Ma essere pazzo non è necessariamente essere malato, anche se nel nostro mondo i due termini sono diventati complementari… Dal punto di partenza della nostra pseudo-salute mentale, tutto è equivoco. Questa salute non è vera salute. La pazzia degli altri non è vera pazzia. La pazzia dei nostri pazienti è un prodotto della distruzione che imponiamo loro e che essi impongono a se stessi. Nessuno immagini che ci imbattiamo nella vera pazzia, così come non siamo veramente sani di mente. La pazzia con cui abbiamo a che fare è un grossolano travestimento, una falsa apparenza, una grottesca caricatura di ciò che potrebbe essere la guarigione naturale da questa strana integrazione. La vera salute mentale implica in un modo o nell’altro la dissoluzione dell’ego normale…”

Roland Laing



Presentazione di "Teatro a corte" di Andrea Zepponi

venerdì 5 aprile 2024

 


Martedì  16 aprile alle ore 19  ci sarà a Milano la presentazione del libro di Andrea Zepponi: ”Teatro a corte, LA FESTA DEL PARADISO di Bernardo Bellincioni- protolirica vinciana”, presso il Circolo Culturale Famiglia Artistica Milanese in via De Amicis 17. Insieme all’autore sarò presente con  Marco Bigoni e Francesca Tasso. Ci vediamo li?

Ettore Fobo.

Le inenarrabili tribolazioni della Poesia in tempi di barbarie

venerdì 1 marzo 2024

 


V’invito a leggere su Bibbia d’Asfalto la mia riflessione sulla bella antologia di prose “Le inenarrabili tribolazioni della Poesia in tempi di barbarie”, a cura di Lodovica San Guedoro, la sua lettura mi ha permesso di dire alcune cose; è la mia pietra scagliata in piena veglia a tutto ciò che l’attualità farneticante di oggi, di ieri e di sempre va spacciando come letteratura. Moneta falsa e oltretutto logorata dall’uso ma, sotto sotto, invito a cercarvi i motivi etici. In altri tempi, non così lontani, questa strenua difesa di un pensiero originario ed errante mi avrebbe garantito il rogo o perlomeno la galera. Oggi non so. Probabilmente nulla dato che va letto fino in fondo e supera di gran lunga la soglia di attenzione media ma mi tocca provarci. Buona lettura per chi vorrà. Ecco il link.

Ettore Fobo

Il pensiero come macchina da guerra e potenza nomade-un brano di Gilles Deleuze

domenica 18 febbraio 2024

 




“Il nomade, però, non è solo e necessariamente uno che si muove: fa dei viaggi sul posto, viaggi in intensità, e anche storicamente i nomadi non sono quelli che si spostano come gli emigranti ma, al contrario, non si spostano e si mettono a vivere da nomadi per restare allo stesso posto sfuggendo ai codici. È risaputo che il problema rivoluzionario sta oggi nel trovare un’unità delle lotte specifiche senza ricadere nell'organizzazione dispotica e burocratica del partito o dell'apparato di stato: una macchina da guerra che non ricostituisca un apparato di stato, un’unità nomadica in rapporto con il fuori, che non ricostituisca l'unità dispotica interna. Ecco forse la massima profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia, quale appare nell'aforisma: aver trasformato il pensiero in una macchina da guerra, aver trasformato il pensiero in una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, anche se lo si fa sul posto, impercettibile, inatteso, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono i nostri nomadi oggi, chi sono veramente i nostri nietzschiani.”

Gilles Deleuze

Trascendenza di Kafka

martedì 13 febbraio 2024


 


“Il male è una irradiazione della coscienza umana in certe posizioni di passaggio. Apparenza non è propriamente il mondo sensibile, ma il suo male, il quale tuttavia per i nostri occhi costituisce il mondo sensibile.”

***

Da ”Aforismi di Zürau”- Franz Kafka – a cura di Roberto Calasso- Adelphi, maggio 2004

Teatro a corte

sabato 10 febbraio 2024


Su Lankenauta potete leggere una mia riflessione sul saggio di Andrea Zepponi: "Teatro a corte, La festa del paradiso di Bernardo Bellincioni". Eccovi il link.

Ettore Fobo

Paolo Spaziani in scena a Milano

mercoledì 24 gennaio 2024



Nuova data milanese per lo spettacolo di Paolo Spaziani, con regia di Letizia Corsini, “La morte ride”, monologo tratto da “L’arcangelico” di Georges Bataille. Lo spettacolo è sempre diverso, non esiste una scaletta fissa, tutto è affidato al momento, è il gioco dell’immediato che scompagina il testo e inventa i suoi ritmi. In questo articolo su Bibbia d'Asfalto  parlo diffusamente del teatro di Paolo Spaziani, unicum nel panorama teatrale italiano. Lo spettacolo si terrà a Milano, venerdì 2 febbraio, al teatro Argomm, in via Graziano Imperatore 40,  alle 21.

Una poesia di Salvatore Quasimodo

venerdì 12 gennaio 2024

 


 



Per capire da dove parte la mia fascinazione per quella che Flavio Ermini chiama “l’esperienza poetica del pensiero” mi sono aggirato fra i ricordi infantili, dove ho recuperato questi versi di Salvatore Quasimodo, la lirica intitolata “Milano 1943”, fra le primissime poesie che mi impressionarono da bambino. Nato a Milano, vivendo nel suo hinterland, sentivo in questi versi riecheggiare la storia recente del mio paese e del mondo e assurgere infine alla sua verità metafisica profonda. Con emozione ve li propongo.



Milano 1943



Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s'è udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio: E l'usignolo
è caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.
***  
da " Giorno dopo giorno"- Salvatore Quasimodo-  (1947)

I libri dell’anno (2023)

sabato 6 gennaio 2024

 



 

I

 

Fra i libri letti da me in quest’anno appena trascorso, alcuni spiccano per potenza filosofica, efficacia espressiva, intensità lirica di rivelazioni.

Fra i saggi, è un’esperienza immersiva totale nel pensiero puro, non disgiunto da un originario, dolcissimo e implacabile, lirismo, la lettura delle “Operette Morali” di Giacomo Leopardi, capace di toccare e far risuonare molte corde dell’esperienza vitale. Dal libero lirismo di Elogio degli uccelli, alla comicità allegorica del Dialogo di Copernico e molto altro.

Lucido atto poetico che diventa politico è il saggio di Angelo Tonelli, “I Greci in noi”, che recupera la relazione con il pensiero orfico dell’Unità originaria, in un saggio denso e leggero al tempo stesso, di una leggerezza profondamente pensata. È un excursus illuminante all’interno di una visione iniziatica dell’esistenza, visione che dobbiamo recuperare e preservare dall’assalto della pseudo filosofia transumanista. Attraverso l’intuizione noetica, come esseri viventi siamo chiamati a rinnovare l’adesione ai primordi del pensiero filosofico umano, come già aveva visto Giorgio Colli, pena l’esclusione da una dimensione realmente vitale.

Fra le opere di narrativa, tre romanzi in particolare mi hanno colpito, svegliato, destato.

“Guerra” di Céline dove il metodo demistificante dello humor nero diventa uno stile affilato come una maledizione, “Gli angeli dello sterminio” di Testori che in una Milano apocalittica vede dissolversi l’intero mondo e la sua personale esistenza e “Neve a primavera” di Yukio Mishima, primo romanzo della sua tetralogia “Il mare della fertilità”, in cui in uno stile di scrittura dalle impalpabili sottigliezze piscologiche, che allarga ogni orizzonte espressivo, esperendo le sue sfumature sommerse, Mishima canta insieme lo splendore raggelato e il declino raggiante di un mondo, quello dell’aristocrazia giapponese d’inizio novecento.

Un’ultima nota sul saggio di Angelo Giglia: “Perché dobbiamo abolire la scuola? “. Un pamphlet scritto con il fuoco, stilisticamente ineccepibile, sobrio e necessario, come non se ne vedevano dai tempi di Papini. In un secondo momento scriverò dei libri di poesia letti.

Ettore Fobo

Il libero arbitrio secondo Michel Onfray

martedì 2 gennaio 2024


“La libertà non esiste, il libero arbitrio è una finzione, un’illusione. Ognuno dispone di un cervello informato da una moltitudine di cause esteriori. La natura della volizione è il motivo che diventa la causa eccitatrice. Ma neanche le volizioni sono libere: in questa dinamica dei motivi, si tratta di un gioco di forze cieche. Tra i motivi possibili: il passato, la storia, l’educazione, l’ammirazione, l’abitudine. Tutti questi motivi entrano in collisione, e l’esito si gioca nel trionfo inspiegabile del più potente tra di essi. La volontà conosce solo il trionfo delle forze. Si può fare quel che si vuole, ma non si può volere altrimenti. Nessuno sceglie, noi siamo scelti.”



da “Schopenhauer, Thoreau, Stirner: Le radicalità esistenziali” - Michel Onfray- Ponte alle Grazie