Una poesia di Ranieri Teti

sabato 27 aprile 2019





nella tabula rasa dello specchio
dove tutto è qui solo essendo altrove

nel tempo verosimile di un ritorno
nel suo lento addosso d’ombra.
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da “Entrata nel nero” – Ranieri Teti – Kolibris edizioni- maggio 2011

25 aprile

giovedì 25 aprile 2019





Quelle che seguono sono le parole che Umberto Eco pronunciò verso la fine di un discorso tenuto nel 1995 in un ateneo statunitense:

«L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!”. Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo. […] Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro motto: “Non dimenticate.”»
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da “Il fascismo eterno”- Umberto Eco – La nave di Teseo – ottobre 2018

Cinema e vita

sabato 20 aprile 2019



Film altamente spettacolari e frementi di eroismi, colori in alta definizione, donne bellissime, storie immaginifiche condiscono le nostre vite  sempre più incolori, insignificanti, sbiadite che se tradotte in  un film rivelerebbero di essere di un iperrealismo vacuo e angosciante. Così la fantasia dovrebbe salvarci dal tedio. Invece questi film sono solo la giustificazione estetica del sistema produttivo che ci imprigiona, il suo monologo apologetico, come giustamente aveva visto Debord negli anni Sessanta del secolo scorso. Già negli anni Trenta Sartre  avrebbe aggiunto una fascetta al suo romanzo “La nausea”: “Non ci sono più avventure”. Fu dissuaso dall’editore che temeva per le vendite. Così mentre le vite diventano sempre più banali e sciatte,  il romanzo un modo un po’ contorto per guardare ammuffire il proprio ombelico, al cinema si moltiplicano avventure mirabolanti.  La mia  vita così è diventata tutta interiore, una conversazione con i morti, nello spirito, in quel limbo dove siamo contemporanei a Eraclito, Saffo, Giordano Bruno, Omero, Shakespeare, Baudelaire, Leopardi, Rimbaud, etc …  Ma è tutto un sogno che rivela la pochezza degli orizzonti e  il trionfo del nichilismo e della vacuità.
               

Nuovi destini, nuove grida, vecchie risate

sabato 13 aprile 2019



In fondo oggi c’è un'unica legge, un unico despota: il Mercato, di cui, come degli aruspici o degli indovini, bisogna interpretare, e poi  assecondare,  il volere. Qui, in questo regno della magia nera economica, il profitto è regolatore del destino dell’individuo. Finché non si scopre che non c’è  più l’individuo, è una merce anche lui.  Bisognerebbe superare questa logica ma manca l’utopia o anche lei è una merce. In questo contesto senza speranza, bisogna elevare,  comunque,  se non un canto,  un grido,  di speranza. Speranza  nella bellezza e giustezza di un cosmo che, comunque, per dirla brutalmente,  ci  ha votato alla morte, ci ha consegnato in suo potere. Ridere di questo e,  pur contraddicendo ogni trascendenza, scoprire,  nella meraviglia bambina e nel gioco assurdo del caso,  la propria beatitudine. “Bisogna immaginare Sisifo felice”,   come scriveva Albert Camus. O affidarsi alla risata di Zarathustra. Dove ci porterà quel folle giullare?

               

Una poesia di Vladimír Holan

sabato 6 aprile 2019




La voce umana

La pietra e la stella non ci impongono la loro musica,
i fiori sono sommessi,  e le cose sin troppo reticenti,
la bestia rinnega in se stessa per causa nostra
l’armonia di innocenza e di mistero,
il vento ha sempre il pudore di un semplice segno
e che cosa sia il canto, lo sanno soltanto gli uccelli ammutiti,
a cui gettasti alla vigilia di Natale un covone non trebbiato.

Si contentano d’essere, e ciò è inesprimibile. Ma noi,
noi abbiamo paura, e non solo nelle tenebre,
ma anche nella prolifera luce
non ci accorgiamo del prossimo
e inorriditi, tanto da prorompere in furiosi esorcismi,
urliamo: “ Sei qui? Parla”.
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da ”Una notte con Amleto e altre poesie”- Vladimír Holan-traduzione Angelo Maria Ripellino- agosto 2018- SE