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Una poesia di Mariella Mehr

sabato 8 ottobre 2016







Niente,
nessun luogo.
C’è ancora rumore
di sventura nella testa,
e sulla mappa del cielo
io non sono presente.

Mai è stata primavera,
sussurrano le voci di cenere,
sulla bilancia del linguaggio
sono una parola senza peso
e trafiggo il tempo
con occhi armati.

Futuro?
Non assolve
me, nata sghemba.
Vieni, dice,
la morte è un ciglio
sulla palpebra della luce.

***
 poesia tratta da “Ognuno incatenato alla sua ora” – Mariella Mehr – traduzione Anna Ruchat – Giulio Einaudi Editore, 2014.