La terza pagina

martedì 26 dicembre 2023



Lankenauta ha appena pubblicato una mia riflessione sulla silloge della poetessa Laura Caccia: “La terza pagina”. Eccovi il link. Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo

 

Lankenauta: consigli di lettura

sabato 23 dicembre 2023

 A questo link potete trovare i consigli per le letture invernali da parte della redazione di Lankenauta. Ci sono anche i miei. Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo

Antologia della poesia contemporanea

sabato 16 dicembre 2023

 In questo link potete trovare tre miei componimenti, premiati negli anni al Premio Apollo dionisiaco. I componimenti sono accompagnati dalle splendide critiche della professoressa Fulvia Minetti, che ringrazio per l'acume. Bello sentirsi capiti...

Premio Internazionale Città di Sarzana 2023

giovedì 14 dicembre 2023


Sono risultato finalista al Premio Internazionale Città di Sarzana, con la silloge "I Maestri dell'oblio". Gioia...

Ettore Fobo





Celebration of the Lizard

venerdì 8 dicembre 2023



Di seguito gli ultimi versi del poema - canzone “Celebration of the Lizard” e relativa traduzione, nell’ottantesimo anniversario della nascita del loro autore,  Jim Morrison:

“For seven years I dwelt
In the loose palace of exile
Playing strange games
With the girls of the island
Now I have come again
To the land of the fair, & the strong, & the wise
Brothers & sisters of the pale forest
O children of Night
Who among you will run with the hunt?
Now Night arrives with her purple legion
Retire now to your tents & to your dreams
Tomorrow we enter the town of my birth
I want to be ready.”

Per sette anni ho abitato/ nel perduto palazzo dell’esilio/ giocando strani giochi/ con le ragazze dell’isola/ Ora sono tornato/nella terra del giusto & del forte & del saggio/ Fratelli e sorelle della pallida foresta/ O bambini della notte/ Chi di voi accorrerà alla caccia?/ Ora Notte arriva con la sua legione porpora/Ritiratevi adesso nelle vostre tende & nei vostri sogni/Domani entreremo nella città della mia nascita/ Voglio essere pronto. “
Jim Morrison

Rive

mercoledì 29 novembre 2023

 


È stato pubblicato su Lankenauta un mio articolo sul libro di poesia in prosa del poeta Valerio Mello, "Rive", edito da Ensemble. Eccovi il link. Buona lettura per chi vorrà.

Premio “I Colori dell’ Anima” 2023

mercoledì 8 novembre 2023

 


Condivido con voi una bella notizia: ho vinto il Premio “I Colori dell’Anima”, nella sezione C con la silloge inedita” Generazione Mezzanotte”. Un grande grazie alla Giuria.

Ettore Fobo

 

A cosa serve la filosofia?

giovedì 5 ottobre 2023

 


"Quando qualcuno chiede a cosa serve la filosofia, la risposta deve essere aggressiva, poiché la domanda è ironica e pungente. La filosofia non serve né allo Stato né alla Chiesa, che hanno altre preoccupazioni. Non serve a nessun potere stabilito. La filosofia serve a turbare. Una filosofia che non turba nessuno e non fa arrabbiare nessuno non è una filosofia. Essa serve a nuocere alla stupidità, fa della stupidità qualcosa di vergognoso. Non ha altro uso che questo: denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme. Dovrà inoltre formare uomini liberi, che non confondano cioè i fini della cultura con gli interessi dello Stato, della morale o della religione, combattere la cattiva coscienza che ha usurpato in noi il pensiero. [...]. È vero che stupidità e bassezza continuano a esistere; ma non è un buon pretesto per decretare lo scacco della filosofia, giacché, se non fosse per quel po’ di filosofia che in ogni epoca ha impedito loro di spingersi sin dove volevano, esse avrebbero oggi proporzioni ancora maggiori."
***
da "Nietzsche e la filosofia" - Gilles Deleuze -Einaudi- 2002



 

 

Ancora su Leopardi

martedì 26 settembre 2023

 


Che Leopardi sia un mero pessimista, o addirittura un tristo figuro delle lettere, è uno spregevole stereotipo, avvilente per coloro che lo sostengono, cioè per coloro che non lo hanno letto, anche se non si tratta solo di questo ma parlarne ora sarebbe un fuori tema.

Da poeta, Leopardi ha distillato un canto dolcissimo e struggente, ma anche tremendo e amaro, perché questa è la vita nella sua implacabile molteplice essenza; da filosofo ha sperimentato infinite sottigliezze e visto le illusioni rovinose della nostra epoca: sotto il segno delle Magnifiche Sorti Progressive di una Specie in realtà votata al dolore e al nulla e al dolore del nulla. Specie che desidera l’impossibile, perché questa, come Leopardi stesso ha mostrato, è la sua infausta fatalità.

Perché se è manifesta la natura angelica di quel daimon, di quel punto di singolarità, di quel vortice di chiaroveggenze, armonie e dissonanze che ebbe il nome di Giacomo Leopardi, come nota Ceronetti, è altrettanto evidente la sua natura di grande stregone di quello struggimento, che ci libera da qualsiasi “infinita vanità del tutto” e ci desta nell’estasi di un assoluto stupore davanti al mondo.  Bisogna, però, essersi fatti spellare le ossa da questo senso di spaventosa vanità per acquisire queste intensità e lucidità visionarie. Il dono di poesia fatto all’indifferente mondo si paga sempre caro.

Capace di lodare la libertà nomade degli uccelli, devoti a un canto universale, e di irridere l’umano nella sua pretesa di essere il centro di un fantomatico universo, nell’ Operetta su Copernico, molto ironica a dispetto di qualsiasi immaginario tono lugubre; lucidamente spietato  nel momento delle rivelazioni filosofiche di “A se stesso"; evocativo di un impossibile trasporto metafisico nell’”Infinito”,  vicino al vagabondaggio dei pastori mongoli,  colmo di una pietas verso il vivente che commuove e soprattutto libera da tutte le pesantezze e pestilenze dello spirito, al tempo stesso implacabile nel sentire il dolore proprio, nel percepire,  fin nelle midolla, la condanna umana alla consapevolezza della propria caducità   e molto, moltissimo  altro ancora. Impossibile circoscrivere la sua erranza.  Moltissime sono le sue incarnazioni. Un prisma di una luminosità purissima e stregata. Una luce che improvvisa si è accesa nel mondo e non si è fatta spezzare dalle avversità. Come un diamante. Per questo diciamo: Giacomo Leopardi. Tutto il resto è letteratura.

Ettore Fobo

 

Ti dico astrali

mercoledì 13 settembre 2023

 

 


Mi rendo sempre più conto che il blog sta diventando, insieme alle mie altre interazioni social, una sorta di diario pubblico in cui io registro quel poco o pochissimo che voglio traspaia di me stesso, in presa diretta,  per così dire, perché penso che tutto ciò che ambisce a un' attualità sia da per sempre corrotto e sono stanco, da buon criceto di mondo, di far girare la ruota dei fatti, come qualsiasi funzionario dell’apparato metafisico, che ci determina profondamente,  opprimendoci spesso in maniera mostruosa, aldilà dei fatti, reali o immaginari che siano. È il leopardiano ”brutto poter che,  ascoso, a comun danno impera”.

 Questo per lasciare una traccia di me nel risicato non sense che ci assedia da più parti. E allora oggi ho ricevuto notizia di essere stato insignito al Premio Apollo Dionisiaco 2023 del Riconoscimento al Merito con la poesia “Ti dico astrali”. La poesia in passato è stata premiata al concorso Ossi dei seppia con il Gran Premio Speciale della Giuria e nel 2020 è risultata fra le poesie  finaliste al Premio Lorenzo Montano.

Essa è stata pubblicata nell’antologia collettiva “Fiori del Caos” , edita quest’anno da Kipple Officina Libraria.

Eccola di seguito:

a Piermaria Zannier (in memoria)



Ti dico astrali
reminiscenze senza riflessione,
come il battito del tirso
nell’osso sacro dove nasce
il serpente squamato d’innocenza.
 
Pulsazione ritmica che impiega
i millenni di una segreta strategia
per diventare tempo e mondo nella luce
imperitura,  se  il  guscio transitorio
di una tenebra profonda  ancora ci protegge.
 
Colui che dilapida venti nel segreto
dilagare nell’ebrezza e nel dono
ci assiste con il permanere
ci trema dentro con  la dissolvenza;
nella dinamica intraducibile di una danza
che dal magma incandescente della terra
sale fino a diventare una vertigine
nella mente di un dio che allo specchio
 vede se stesso moltiplicarsi e divenire.
 
Così l’aedo la metamorfosi onora
disperdendo il suo volto nell’eccesso,
mentre nella sabbia con il tirso
disegna la fugacità e la contraddice.
 
Ettore Fobo

Le memorie di una gatta

venerdì 11 agosto 2023


 Lankenauta
ha pubblicato un mio articolo sul romanzo " Le memorie di una gatta" di Lodovica San Guedoro, edito da Felix Krull Editore. Buona lettura.

Ettore Fobo

Un mio articolo per Lankenauta

giovedì 3 agosto 2023


 Lankenauta ha appena pubblicato un mio articolo sul libro "L'educazione" del poeta Raffaele Castelli Cornacchia. Buona lettura.  

Una poesia di Patrizia Cavalli

martedì 1 agosto 2023

 



 

«Così schiava. Che roba!
Così barbaramente schiava. E dai!
Così ridicolmente schiava. Ma insomma!
Che cosa sono io?
Meccanica, legata, ubbidiente,
in schiavitù biologica e credente. Basta,
scivolo nel sonno, qui comincia
il mio libero arbitrio, qui tocca a me
decidere che cosa mi accadrà,
come sarò, quali parole dire
nel sogno che mi assegno».

da "Datura" - Patrizia Cavalli- Einaudi- 2013


Dixit Carmelo

lunedì 1 maggio 2023

 


"A Iglesias, come a Taranto, a Lecce e a Otranto, le gente sta male, male da morire. Gli operai si sfondano tra le lamiere per difendere il posto. E poi muoiono insieme ai loro figli, crepano con i polmoni a pezzi, perché a Taranto e a Lecce respiri solo gas, metano e mafia. La gente non la si finisce solo dentro ai lager bosniaci. La verità è che questo nostro è un paese da Terzo mondo con una scuola da Terzo mondo che ora si sta facendo un lifting culturale da Terzo mondo."


- (intervista a Carmelo Bene) Apocalittico Bene, «Paese Sera», 4 dicembre 1993, adesso in «Si può dire solo nulla», a cura di L. Buoncristiano e F. Primosig, Il Saggiatore 2022.

Una poesia di Fernando Pessoa

domenica 30 aprile 2023

 

Nella mia mente è sopita una poesia
che esprimerà la mia anima intera.
La sento vaga come il suono e il vento
eppure scolpita in piena chiarezza.
Non ha strofa, verso né parola.
Non è neppure come la sogno.
È un mero sentimento, indefinito,
una felice bruma intorno al pensiero.
Giorno e notte nel mio mistero
la sogno, la leggo e riprovo a sillabarla,
e sempre la parola precisa è sul bordo di me stesso
come per librarsi nella sua vaga compiutezza.
So che non sarà mai scritta.
So che non so che cosa sia.
Ma sono contento di sognarla,
è una falsa felicità, benché falsa, è felicità.



Fernando Pessoa dal Blog Nostri pensieri

Un mio articolo su Lankenauta

sabato 11 marzo 2023


Lankenauta ha appena pubblicato un mio articolo sulla silloge postuma "Avatar" della poetessa Cristina Annino.  Qui il link. Buona lettura. 

Ettore Fobo

Una poesia di Valentina Belgrado

lunedì 6 marzo 2023

 


Solchi cupi

Benché lo neghino nessuno

salvo chi ne muore avverte

dall’abisso gli effetti sul cuoio

dermico migrare dal follicolo

al filamento esponendo lamine

fibroreticolari a esaurimenti ossidativi:

la senescenza precoce del cefalalgico

è prima un contegno di uno stile

un vizio di forma sopraccigliare

l’osservazione acuta di due rètine

appannata dal dolore,

il requiem di una faccia

disciolta col contagocce.

 da "Cefalea cronica"- Valentina Belgrado- Gattomerlino Edizioni - Roma, 2023



Il teatro di Paolo Spaziani

lunedì 27 febbraio 2023

 


Qualche giorno fa ho vissuto un’esperienza teatrale molto significativa, lo spettacolo di Paolo Spaziani, “La morte ride- Omaggio a Georges Bataille”,  al teatro Argomm di Milano.  Ho pensato di scrivere un articolo che testimoniasse di quest’epifania. Così riprendo la mia collaborazione con Bibbia d’Asfalto, interrotta da troppo tempo. Buona lettura.

Mitorealismo del Sottosuolo- per un ordine poetico del mondo

lunedì 20 febbraio 2023

 


 

 


Quello che state  per leggere è il Secondo Manifesto del Mitorealismo del Sottosuolo e prima manifestazione del Movimento online.

Primo vagito di questo popolo di ombre e sonnambuli: l’antologia Fiori del Caos, uscita oggi 20 febbraio 2023 per Kipple Officina Libraria.  Partecipano con le loro visioni e umane - non umane incandescenze: Ksenja Laginja, Paolo Spaziani, Sandro Battisti, Carlo Gregorio Bellinvia. Mattia Canovaro, Massimo Fantuzzi,  Lukha B. Kremo, Alex Tonelli, Maria Cardamone, Matteo Gennari, Silvio Straneo, e l’estensore di questo Manifesto, Ettore Fobo.

 

 Se interessati, la mail del Movimento è questa: mitorealismo@gmail.com

Il sito in allestimento è www.mitorealismo.it

***

“L’arte ci è stata donata per non morire di verità.“

Friedrich Nietzsche

 

 

“Quando la poesia faceva la Storia. “Leggo questo su Fb come commento a una vicenda cialtronesca che vide protagonista il poeta Dario Bellezza in veste di sparring partner per una lite con un attore improvvisatosi boxeur per insondabili ragioni artistiche. Finalmente il poeta preso a calci in culo. Così si fa la storia. Ma fra Storia e poesia non corre buon sangue benché di sangue poetico la storia sia impregnata. Non faccio nomi, rinforzo l’anonimato, non cedo al fascino del feticcio e del brand. Studiare la storia per far contenta la madre o uccidere la madre per far contenta la Storia? Perciò non vi darò le fonti, morirete di sete…

La frase ”Quando la poesia faceva storia” è un poco fuorviante. Forse perché poesia e storia non sono parole che possono stare impunemente insieme. La storia -e l’attualità sua caricatura- fa la voce grossa per azzittire i poeti. Non si tratta solo di bombe e fucili ma delle sue chiacchiere potenti e pericolose come una valanga: la storia umana somiglia sempre più un treno senza conducente né destinazione. Poi finisce in tunnel e s’intravvede la luce e si fa festa, festa, olè si brinda ma dura poco: la luce è del convoglio che viene dalla direzione opposta per il definitivo schianto frontale.

 Ma la nostalgia emerge dall’imperfetto (faceva) come residuo di una malinconia che presto sarà perduta anch’essa. Quando la poesia faceva malinconia ma la poesia non fa la Storia né la malinconia. La poesia continua a mostrare i buchi neri e i vortici del linguaggio storico (attenti è come mostrare i denti malvagi dell’alba) e mettere così il caos davanti alle proprie  responsabilità.

Oppure troviamo la poesia nei drugstore, nelle pompe di benzina, nelle cattedrali purché sconsacrate, nei Mac Donald’s , nelle piccole chiese invase dalle erbacce e dalle bisce, nelle rovine in cui crescono i Fiori del Caos, fiori fluttuanti, fluttuazioni floreali, tutto ciò che ha perso il nome ha perso anche il peso della propria eco, esige un destino più profondamente sonoro, sinestesica eco di un colore tangibile.  La poesia è nella strada dove il linguaggio è una pulsazione vivente ed errante  ma soprattutto nei gesti e nelle cose del quotidiano, trasfigurato  pensiero ora in danza ora in naufragio. Ciò nonostante ricordate e non c’è contraddizione:  La bellezza sarà cosmica o non sarà.

Il poeta che recita una poesia vede nello specchio un fuoco prismatico in cui si riconosce. Un prisma di fuoco che è Bigger than History… Quando i nemici della poesia si ostinano a pensare che essa consista nel pettinare le bambole e non nella conquista di uno stile (ah la pietra senza pietà dello stile). Allora tu immerso come in un acido nelle gozzaniana vergogna d’esser poeta, scorticato dai tuoi dubbi e dalle tue incertezze, sii aggressivo nel rispondere: L’arte è sicuramente inutile ma se più inutili fossero coloro che se ne fanno un vanto come se l’inutilità dell’arte fosse opera loro, dei loro luoghi comuni, degli stereotipi che gli serrano la bocca,  di un’economia arcaica fondata sul risparmio e sull’accumulo e non come la poesia sulla dissoluzione, sullo spreco, sulla dépense.

C'è un’economia non umana realmente naturale, fondata sulla dissipazione entropica come quella di Madre (qui ci vuole il ghigno leopardiano) Natura. La chiamiamo morte. Supremo spreco che permette il suo stesso infinito rinnovarsi come spreco. L’arte è scuramente inutile benché i libri di poesia possano essere moliti utili per incartare il pesce, possono essere un favoloso arredo e  se ardono donano  calore come tutto ciò che arde. È risaputo: i libri di poesia sono i migliori regali di riciclo. Non conoscono un solo destinatario ma diverse mani che li rigirano ad altri che a loro volta li rimetteranno in circolo. Perciò il suo movimento inesauribile è contento, comunque nessuna mano può afferrarla come la sabbia di Morfeo, e però ne rimane drogata ugualmente e cambia il suolo sotto i piedi e il cielo comincia a picchiarci in testa come il Corvo che ripete Nevermore e non ha altra voce. Finché il tempo esplode altre voci sorgono per ritrovare antiche alchimie in cui il verbo è una disseminazione astrale, magnifica perché peritura ma lo scintillio è eterno solo se si cessa di venerarne il riverbero ed è  così, quando si cessa di comunicare,  che emergono   le terre inesplorate sotto i nomi che le imprigionano.

L’arte è inutile, in questo simile alla vita. Quindi attenti a tutto ciò che non produce reddito, vi rende solo vivi, una poesia lo può fare talvolta di notte se cessate di pensare al domani, al passato e fate dell’attualità una solenne pira di vecchie menzogne, vivrete così trafitti dall’attimo di una più intima spossessione,  spoliazione di sé. Non può essere che la catastrofe, più in là, di valori un rovesciamento fatale.  È questa la nostra redenzione? Accettare di essere mummificati, dare del tu agli angeli oppure puntare sugli alieni. Loro ci ameranno, non capendoci, qui anche gli scribi ci rinchiudono nelle gabbie delle loro ottusità. Un’arte per artisti e vaffanculo alla Verità, alla Democrazia, alla Libertà; a tutto questo malvagio mondo di Maiuscole; si fottano  la Volontà, la  Storia e la  Scelta  e infine l’Arte stessa perché si nasce capolavori e qualcuno ci rimane. L’opera, più d’uno l’ha insegnato, è solo residuo escrementizio.  

Tornino le chimere, le ninfe, tornino i boschi a essere non umani cioè sacri, brilli nelle nostre menti la magnifica idea di Fato. Natale mongolo e maniaco sulla terra. Natale pagano. Sì, felicità, felicità maniaca…- La storia non è nel passato né nel futuro, la storia è nell’attimo che squarciando il tempo ne mostra il ridicolo camouflage.  La bellezza sarà comica o non sarà.     

Mitorealismo del Sottosuolo: Mito perché dispostivi mitologici legiferano nel nostro inconscio. Vanno disattivati lentamente con rigore scientifico se no esplodono e pazzia sommerge ogni cosa. Condito sine qua non per avvicinare questi dispositivi: bisogna sapere a quale daimon è consacrata la nostra vita, foss’anche il Grande Puffo, o Ken Shiro.

Realismo è il serpente dionisiaco che cambia pelle per non farsi riconoscere cioè sottomettersi a un codice di segni. Sottosuolo, perché bisogna, il più possibile, vivere nascosti e in pubblica piazza cantare al proprio orecchio.

Siamo oltre ciò che comunica e informa,  che esse siano ostie, ontologie, informazioni e prepariamo il funerale della dualità che  ci ha spaccati. Attenti, amici, romba la Ronda dell’Avanguardia.

  E.F

***

 2-3  febbraio 2023

 

 

Paolo Spaziani in scena a Milano con un poemetto di Bataille

 

 


Agli amici di Milano e dintorni consiglio di non perdersi lo spettacolo di Paolo Spaziani, con regia di Letizia Corsini.

Paolo Spaziani e Letizia Corsini sono da anni impegnati in una ricerca teatrale difficile da definire perché profondamente disallineata ai modelli teatrali contemporanei. In una società in cui l’evento teatrale è una sorta di refugium peccatorum per divi televisivi in declino o un confessionale autocompiaciuto di problematiche sociali, Spaziani parte da Bataille, inevitabilmente, per circuire “i segni del caos” e proporceli nell’immediatezza di un teatro di grande rigore estetico, in cui l’originale francese si alterna alla traduzione italiana in un formidabile controcanto. Così lo spazio fra le due lingue, gli interstizi fra musica e silenzio, diventano luogo incandescente di evocazione degli spiriti. Ciò che proviene dalla notte dei tempi dilaga sulla scena e la polverizza. Rimane il canto a sfolgorare nel buio.   La nostra stessa esistenza è gioco. Lo spettacolo s’intitola “La morte ride” e si terrà a Milano al teatro Argomm (zona Niguarda) via Graziano Imperatore 40, il 23 febbraio 2023 alle ore 21. Andate a vederlo, cambierà il modo con cui vedete e sentite il teatro.

Ettore Fobo

Premio Ossi di Seppia 2023

domenica 12 febbraio 2023

 


Per il terzo anno consecutivo ricevo il Gran Premio della Giuria al concorso letterario Ossi di Seppia, anno in cui esso ha registrato il record di adesioni: oltre 2100 partecipanti. Ringrazio la Giuria formata da Alessia Bronico, Alessandra Corbetta, Claudio Damiani e il coordinatore del Premio, Lamberto Garzia. Sarò alla Premiazione che si terrà sabato 18 febbraio dalle 17,   a Villa Boselli, che si trova ad  Arma di Taggia, in provincia di Imperia.

Ettore Fobo

 

Una poesia di Silvio Straneo

sabato 11 febbraio 2023



Ceneri all’amore



Vi appaiono all’amore
che mescola e si mescola
dai primordi con immagini di miti.
Sale graduale l’albero
e confuso resiste.
Mellifluo combure l’idillio
bigio in requie dal giudicare.
Oh! Spoglie dei blablà!
Ruote dell’orbe, di dialoghi serrati
con la contemporaneità!
Oh! Ceneri, eco nera
delle carni, dell’amor trito
in limine di terracqueo ciel

e gangheri del sublime dileguare!

***

da” È luce che non sa”- Silvio Straneo – puntoacapo editrice- maggio 2021


Un mio articolo su Lankenauta

domenica 29 gennaio 2023


A questo link potete leggere una mia riflessione sulla silloge "Il talento dell'equilibrista" del poeta Guglielmo Aprile, edita da Giuliano Ladolfi Editore. Buona lettura.

Ettore Fobo

Una poesia di Yehuda Amichai

sabato 28 gennaio 2023

 


 

Il vero eroe
 
Nella storia di Isacco, il vero eroe è il montone
che non sapeva nulla degli intrighi degli altri.
Esso si offrì per così dire di morire
in luogo di Isacco. In sua memoria voglio cantare,
in memoria dei riccioli di lana e dei suoi occhi umani
e delle corna così serene sulla testa viva
e di cui fecero segato il collo bùccine
per il fragore delle loro guerre
o della loro gioia volgare.
 
L’ultima scena voglio ricordare
come una bella foto in una fine
rivista di mode: il molle giovane abbronzato, elegante
e accanto l’angelo vestito di lunghe sete
per il solenne ricevimento.
Ed entrambi con occhi vuoti guardano
verso due posti anche vuoti
 
e dietro,  sfondo colorato, il montone
impigliato nel cespuglio prima
del taglio della gola. E il cespuglio è il suo ultimo amico.
 
L’angelo è andato a casa
Isacco è andato a casa
e Abramo e Dio sono andati via da tempo.
 
Ma nella storia di Isacco il vero eroe è il montone.
 
***
 
 
da “Poesie” – Yehuda Amichai – traduzione Ariel Rathaus – Crocetti Editore – aprile 2021
 
 
 
 
 
 

Una poesia di Kae Tempest

domenica 22 gennaio 2023

 


 


Voglio cominciare qualche cosa.
Devo cominciare qualche cosa.
 
Dormo fra le nostre macchie.  La tua sagoma
     [resta nelle mie mani
tutto il giorno. Rapita. Il pianeta è un orologio
sul comò. Incantata nelle città nuove, sono
con te. Quando mi vuoi ti sono vicina. È così bello
sentire la tua mancanza. Cose che non ci saremmo
       [mai aspettate
sbocciassero. Primavera riluttante del mio amore.
Sono tornata per un giro rapido. Riparto domenica.
La vita nello spazio di sconosciuti che fissano
il palcoscenico. Ti tengo al caldo sotto la giacca.
Ti indosso insieme ai calzini la mattina.
Bacio la tazza quando bevo il caffè.

 

***

da “Un arpeggio sulle corde” – Kae Tempest- traduzione Riccardo Duranti- edizoni e/o- giugno 2021

Presentazione di "Canti d'Amnios"

sabato 14 gennaio 2023

 


Sabato 21 gennaio dalle ore 16 alla Biblioteca di San Giuliano Milanese, in Piazza della Vittoria, io e Matteo Gennari dialogheremo a proposito dei nostri rispettivi libri: “Canti d’Amnios” e il romanzo “Helena”. Veniteci a trovare, se potete.

Ettore Fobo

Il teatro di Paolo Spaziani e Letizia Corsini a Roma

venerdì 13 gennaio 2023

 

 



Un gesto sottratto all’oscurità e restituito al palco nella sua innocenza, materia pulsante di una temporalità aliena appena intravista, negromanzia del corpo vivente, pirateria dell’anima, immediatezza fuor dell’attuale, canto di una natura che inesprime se stessa: con queste parole potrei iniziare ad abbozzare un discorso sul teatro di  Paolo Spaziani, in scena con testi di Bataille e regia di Letizia Corsini,  con il suo spettacolo “La morte ride".

La prima data è romana: lunedì 23 gennaio 2023. Ore 21. Teatro Hamlet, via Alberto da Giussano 13, Roma.

Andateci, se potete.

Ettore Fobo

Una poesia di Charles Simic

mercoledì 11 gennaio 2023

 


 


Scena di strada

Un ragazzino cieco
con un cartello fissato al petto.
Troppo piccolo per stare fuori
da solo a mendicare,
ma tant'è.

Questo secolo strano
con la sua strage degli innocenti,
e il volo sulla luna-
ora mi sta aspettando
in una città strana,
nella via in cui mi sono perso.

Mi sentì avvicinare
e si tolse un giocattolo
di gomma dalla bocca
come per dire qualcosa
ma non fu così.

Era la testa, la testa di una bambola,
tutta masticata,
la tenne alta per farmela vedere.
Il duplice sogghigno era per me.

(traduzione Andrea Molesini)

***

ll 9 gennaio ci ha lasciato Charles Simic. In questo blog potete trovare diversi articoli a lui dedicati.

Ettore Fobo