e - Doll. Il fabbricante di sorrisi - Francesco Verso

sabato 21 settembre 2013





La mia opinione è che a fronte di un mercato mainstream di qualità dubbia, in Italia abbiamo una zona d’ombra, sbrigativamente definita come underground, ricca di proposte letterarie interessanti e vitali. Ci sono poi romanzi che per certi versi si situano a metà, fra il mainstream, rappresentato dalle grandi case editrici, e questa zona d’ombra.

E’ il caso di “e-Doll. ll fabbricante di sorrisi “di Francesco Verso, romanzo fantascientifico che vinse qualche anno  fa,  nel 2008, il Premio Urania, e che come tale fu editato dalla Mondadori. Conosce nell’ottobre del 2012 una nuova edizione, riveduta e corretta dall’autore, per Kipple Officina Libraria, casa editrice piccola ma ambiziosa, che si situa proprio in quella zona d’ombra di cui sopra.

Innanzitutto colpisce la scrittura, solida, arguta quel tanto che basta, ricercata senza essere affettata, diretta, immediata e mai banale, precisamente funzionale alla storia.  Poi l’ambientazione, una Mosca di un futuro inizialmente imprecisato (poi si chiarirà che ci troviamo nel 2053) che si materializza davanti ai nostri occhi in tutta la sua concretezza, con i suoi bar, i suoi centri commerciali, le sue periferie desolate, le sue sessoteche. Infine la storia: il romanzo ha qualcosa in comune con un poliziesco del futuro,   un freddo noir fantascientifico dalle atmosfere ben delineate, un ingranaggio che funziona, un melange di atmosfere sofisticate e d’impatto, con dei personaggi credibili e ben raccontati. Su tutti Maya, ragazzina ribelle, sfrontata e un po’ perversa,  che sarà  al centro di una rete di imbrogli e mistificazioni che rischieranno di intrappolarla.

Tocca al detective Gankin, antieroe dal passato poco limpido, indagare sull’imponderabile: una serie di omicidi in cui le vittime sono complicate macchine del sesso, gli e-doll, che tecnicamente non possono neanche morire, essendo destinati dopo il “decesso” a una procedura di ripristino delle loro funzioni vitali, detta vivificazione. Un errore del loro sistema di progettazione consente, però, a qualcuno di manometterli fino a terminarli, senza possibilità di recupero. Gli e-doll sono l’ultima frontiera del “tecnosesso”, che ha reso obsolete le tecnologie del sesso virtuale, progettati unicamente per soddisfare i desideri sessuali dell’essere umano, essi sono prostitute androgine, la cui ambiguità getta una fascinazione irresistibile sugli uomini e le donne di questo futuro.

In tale contesto l’umano e la macchina si confondono, si sfidano, si cercano, si imbrogliano, si temono, si amano.  Ed è la tecnologia che ancora una volta mostra il suo aspetto seducente e insieme l’inquietante mistificazione dei suoi paradisi artificiali. Gli e-doll simulano emozioni umane, sono divinità del sesso progettate da un’industria al solito senza scrupoli, per soddisfare gli impulsi sessuali dell’essere umano e in questo esauriscono il loro scopo. Hanno inoltre una funzione sociale di arginamento degli impulsi di aggressività,  gradita e incentivata dai governanti di tutto il mondo. Chi può avere interesse a terminarli e perché?

Francesco Verso è abile nel raccontare la sua storia e insieme nel dar corpo a considerazioni filosofiche sulla natura folle, ambigua e sostanzialmente oscura del sesso. Il romanzo è attraversato da un flusso di citazioni, poste in esergo ai capitoli, da San Tommaso a Bataille, passando per Baudrillard e Baudelaire, che forniscono ulteriore sostanza alle visioni dell’autore. L’unica nota negativa è legata al finale, sembra che esso sia affrettato, per certi aspetti che avrebbero meritato un approfondimento maggiore, soprattutto considerando le implicazioni filosofiche che vengono evocate.

Il futuro qui raccontato è un’amplificazione del nostro presente, luogo dove esso può vedersi in uno specchio. L’aspetto forse più decisivo del romanzo è la sua ambiguità; da un lato abbiamo la carne, con le sue pulsioni, mortale e miseramente umana, dall’altro l’algido splendore della macchina, che s’innesta negli algoritmi che regolano il funzionamento di questi androidi, di questi seducenti simulacri, dotati di una “similvita”, ancora più inquietante perché imita perfettamente quella umana, di cui diventa una nemesi speculare.

L’invenzione di queste figure ambigue è tra le cose più interessanti del romanzo che ruota intorno al mistero del sesso, lasciandoci presagire un futuro in cui le sue laceranti contraddizioni, finora veicolate da concetti come trasgressione e peccato, diventeranno delle ipostasi meccaniche portatrici di una sconfinata e pericolosa ebbrezza.

Questa visione di un futuro in cui la prostituzione sarà meccanizzata ci scuote perché plausibile. Rimane un dubbio: sarà un sogno o l’ennesimo incubo della nostra specie? Sarà la liberazione del desiderio o il successivo passo nella sua alienazione? Così parla l’e-doll Angel:

“Il sesso è vita, fuoco, energia. In Vietnam, dove sono stato assemblato io, si onorano Buddha, Rama e Krishna e si onorano in quanto esseri sessuali, concepiti da atti sessuali perché il sesso non è ritenuto espressione di animalità. Tutti sanno che il fiore di loto è diverso dal fango in cui è stato generato, ma è comunque lì che è nato e lì che si nutre. Il fango va dunque rispettato altrimenti i fiori di loto scompariranno. Così anche per il sesso, una palude vischiosa e pericolosa che va affrontata.”

1 commenti:

kipple officina libraria ha detto...

Che dire? secondo me è la migliore recensione che ha ricevuto il libro, migliore non nel giudizio, ma nella qualità delle considerazioni.