Una poesia da” I Maestri dell’oblio”

lunedì 30 dicembre 2019




I Maestri dell’oblio

“Sempre così avanti nel giorno
con gli abiti sgualciti, seduti
a un tavolo illuminato da una lampadina,
i maestri dell’oblio lavoravano sodo.”
Mark Strand
                                                              

Si può fare quasi tutto quando si è invisibili,
impazzire, tagliare la corda, amoreggiare con le nuvole,
Si può tendere un tranello alle ombre,
si può giocare a scacchi con la Morte,
senza che ella possa darci  scacco matto,
e ogni azione può essere
improvvisa come un diluvio universale,
dato che nessuno ci vede, non c’è esistenza
  le gravide conseguenze dell’agire.

Essere invisibili è essere soli,
mentre il gran mondo fa spallucce di noi e di tutto,
i maestri dell’oblio ci cancellano.
Dopo di noi l’universo.
E prima di noi
ogni nozione di  infinito.

E non ci sarà più Leopardi
davanti alla collina,
non c’è mai stato.


giugno 2012

Ettore Fobo

da “I Maestri dell’oblio/ Les Maîtres de l’oubli – Ettore Fobo- traduzione in francese di Noëlle Arnoult - PIM  editura- 2019 – Romania

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Foto in alto: Ettore Fobo riceve il Premio Città di Melegnano 2018 dalle mani del Presidente della Giuria,  il poeta Benedetto Di Pietro.


                                                                                                                                            

8 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Testo interessante. L'ho riletto più volte per meglio cogliere il senso di sospensione che suscita.

Ettore Fobo ha detto...



Grazie Massimo. Buon anno.

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Spazio e Tempo, i cotiledoni dell'Infinito.

Buon anno, Ettore.

Ettore Fobo ha detto...


@Humachina
Così le profondità risplendono. Che la germinazione dell’infinito avvenga per tutti noi.

Maria ha detto...

sorrido perche' mi fa paura il fatto che mi par di "sentirla/capirla" bene questa poesia.

Sorrido per coprire quel senso di smarrimento che provo davanti all'invisibilita', l'infinito, l'oblio, ma anche davanti a quel che considero la grande liberta' intrinseca di ogni "follia".

Adoro la chiusa, a cui ci hai con dovizia preparati affinche' comprendessimo:

"davanti alla collina,
non c’è mai stato."

E sara' l'analogia con la siepe, ora penso al Buddha sotto l'albero nel momento dell'illuminazione!!! C'e' forse stato?

Un abbraccio

Ettore Fobo ha detto...


Ciao Maria. La tua interpretazione mi colpisce profondamente. Mi illumina, aldilà delle mie intenzioni coscienti di allora. Hai perfettamente ragione. Nell’estasi, nell’illuminazione, si diventa una goccia nell’infinito mare dell’oblio. Quindi grazie. Un abbraccio e auguri di buon anno. Di cuore.

Maria ha detto...

Grazie mille :-)

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,

arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:

Il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me,

con un terrore da ubriaco.


Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto 

alberi, case, colli per l'inganno consueto.

Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto

Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


E. Montale



Forse ti piacerebbe il libro "la danza della realtà" di A. Jodorowsky, Feltrinelli. Sono casualmente sul capitolo " L atto poetico" (pag 79)

Ah e Congratulazioni per il premio!

Ettore Fobo ha detto...



Pensa che questa poesia di Montale la citai al mio esame di Maturità. Fui abbastanza incompreso ma non importa l’atto poetico forgia la realt. Come scrive Shelley: “I poeti sono i legislatori occulti del mondo. “ Misteriosamente è così, perlomeno nell’invisibile. Ho letto il libro di Jodorowsky che peraltro conosco abbastanza bene (stupendo il suo film El topo). Grazie Maria.