Un incipit di Don DeLillo

mercoledì 30 marzo 2011

“La celebrità esige ogni eccesso. Intendo la celebrità vera, che è una fluorescenza divoratrice e non la sobria rinomanza degli statisti sul viale del tramonto o dei sovrani dal mento sfuggente. Per celebrità intendo lunghi viaggi in uno spazio grigio. Intendo il pericolo, il confine di tutti i vuoti possibili, un uomo che impone l’erotismo del terrore ai sogni della Repubblica. Sforzatevi di comprendere l’essere costretto ad abitare regioni così estreme, mostruose e vulvari, impregnate di memorie di violenze. Anche se per metà folle, quest’uomo viene riassorbito dalla follia totale del pubblico, anche se perfettamente razionale, burocrate dell’inferno, genio tacito del sopravvivere, sa già che verrà distrutto dal disprezzo tipico del pubblico per i sopravvissuti. La celebrità, questo tipo particolare di celebrità, si nutre di oltraggi, di quello che i consiglieri di uomini di statura ben minore definirebbero pessime relazioni pubbliche: scene isteriche dentro limousine, litigi, tradimenti, pandemonio, droghe. Forse l’unica legge naturale connessa con alla celebrità vera, consiste nella sicurezza che il celebre, prima o poi, è spinto al suicidio. (Si è capito o no che una volta ero una rockstar?)”.

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Incipit di Great Jones Street – Don DeLillo – traduzione Marco Pensanti – Net

5 commenti:

lazard ha detto...

Io odio l'esibizionismo e il gesto di platea. Ci vuole un tale stile grandezza di stile per evitarmi il disgusto verso l'esibizionismo. Carmelo per esempio questo grande stile lo possedeva al massimo grado e da lunga pezza.
Il caso più bello in assoluto invece credo sia Céline cui il successo per i primi due romanzi portò a augurarsi prima e attuare poi una vera e propria missione di detrimento della celebrità che dura tuttora. Un detrimento estremo che gli era necessario secondo me per raggiungere quella ispirazione da messa a fuoco che dicevamo nel post precedente. Per s-volgarizzare il successo (che in quanto comune è volgare) e posizionarsi pantomimicamente in una retroguardia delle retroguardie. E' un fenomeno questo che andrebbe studiato bene perché è consustanziale a Céline in questa manifestazione ma anche a molti personaggi letterari e no, comuni o medio celebri. vorrei scriverci un post ma vedremo.

ciao Ettore

zoon ha detto...

pura classe interiore. raffinamento dell'anima...

Ettore Fobo ha detto...

Daniz, io credo sia fatale cercare il consenso. Gli esibizionisti lo fanno e sono i veri antiartisti. Un saluto.

Ettore Fobo ha detto...

Grazie Zoon, un saluto.

Antares666 ha detto...

Ti ringrazio dei complimenti, carissimo Ettore!
Un abbraccio connettivo!
Marco