Di come sorge la lode

giovedì 24 settembre 2020


È uno di quei giorni in cui la notte sembra eterna e l’angoscia piazza nel cranio, come vide Baudelaire, la sua bandiera nera. Sparito ogni orizzonte rimane lo specchio, il mostro che sempre riflette la nostra vacuità di spettri, la nostra inconcludenza di girovaghi e inetti. E allora? Ora che qualsiasi dio è solo un rottame dei secoli umani, con chi condividere la propria solitudine in cerca di ombre in cui annegarsi, di volti in cui specchiarsi e infine sprecarsi? Ora che ripudio ogni narcosi che il semplice pronome io promette, quale sogno o pensiero mi libererà dalla notte nera dell’anima e spoglierà la  luna del suo ghigno sarcastico e grottesco?

Allora,  è la mia sfida perpetua all’eterna dissolvenza,   aspetto che il dolore si affini e si faccia canto e che la mia lode all’universo si scopra smisurata, affinché al fondo di qualsiasi tunnel d’angoscia  io senta tuonare un ditirambo di  gioia,  profondo come un destino e lucido come un orizzonte;  entrambi sottratti a un mare perduto da sempre e che tuttavia immensamente perdura.

 

 

7 commenti:

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Desertificare il deserto, rovinare le rovine.

Ettore Fobo ha detto...


Sì Humachina. Per depotenziare il deserto e con i frammenti della sua rovina costruire nuove cattedrali.

Maria ha detto...

La tua e' una prosa poetica.
Mentre scrivi e' gia' un po' ditirambo, perche' ha in se' qualcosa di vitale che si sottrae anche all'angoscia di cui parla.

"La notte oscura dell'anima" mi ispira.
Mi chiedo se per caso non possa farne un cuscino. E quasi quasi vado a scriverci oche righe su!

Maria ha detto...

Mi spieghi la scelta del titolo? non la collego...

Ettore Fobo ha detto...

@Maria

In questo caso la lode all’universo, di cui parlo in un passaggio della prosa, nasce dalla trasformazione di uno stato di angoscia, emerge da essa per così dire. È un invito a vedere nel dolore il principio di qualcosa che lo supera e lo modifica in canto. Da queste riflessioni viene il titolo. Della “notte oscura dell’anima” parlavano alcuni mistici cristiani. È un passaggio di un percorso iniziatico verso la consapevolezza. Grazie Maria.

Maria ha detto...

Ah giusto, sai tendevo a vedere la tua lode all'universo come la tua condizione di fondo, piuttosto che come una reazione. Forse è entrambe!?

Ettore Fobo ha detto...


Sì, Maria, direi che sono vere entrambe. Più che di reazione parlerei di evoluzione, però.