Da “Fiori del Caos “- due poesie di Ksenja Laginja

domenica 29 settembre 2024


 


 


V



Questo essere minerali
atto trasformativo e litania
è l’enigma che incede
farsi divinazione
chiamare un nome
dirsi l’attesa.


* Il ventitré è composto dai numeri 2 e 3. Il numero tre è attivo e possiede
una grande forza energetica. Simbolo della conciliazione, la sua espressione
geometrica è il triangolo, simbolo del ritorno del multiplo all’unità.



VI*



Anche il cervo
conosce il suo destino
oltre la persistenza dell’ombra
che reclama un nome alla terra,
ma solo a chi prosegue
la caccia tocca la conta.



* Ventitré è un numero dispari



 ***  

Comincia con due poesie di Ksenja Laginja la pubblicazione di qualche estratto dall’antologia collettiva “Fiori del Caos”, che oltre che nel precedente link potete trovare in tutti i principali store online- l’antologia da me curata per Kipple Officina Libraria, legata al movimento del Mitorealismo del Sottosuolo.  Il l primo dei due manifesti da me scritti, per ora ancora clandestino e secretato, risale al febbraio 2020, poco prima della pandemia.

Vi lascio alla mia nota critica su Ksenja che si trova nella prefazione:

Ksenja Laginja è capace d’intensità e di condensazione, conosce le metamorfosi serpentine del linguaggio, le sue attese, i suoi enigmi, le sue strategie infine per sedurci. Perché il femminile opera per via dello stregonesco, del lunare. Opera in tutti noi nell’ambivalenza simbolica. Ksenja Laginja distilla una sintesi di elementi contradditori, in conflitto, nei suoi preziosi alambicchi, dove è la persistenza dell’ombra / che reclama un nome alla terra.

Viviamo con serenità tutte le contraddizioni, sembra proprio cantare Ksenja. Noi che inclusi nell’assenza siamo il precipitato chimico di un enigma che Laginja sintetizza in versi in cui parole del linguaggio scientifico sono usate in chiave divinatoria, e viceversa, insieme a segni che sembrano emergere dalla notte dei tempi mostrando la loro sconvolgente attualità.                                                                                                                                                      Ettore Fobo   

                                                                                                                                                                     

Quantum Cluster

sabato 21 settembre 2024


Su Lankenauta è stata appena pubblicata una mia riflessione sul romanzo "Quantum Cluster" di Lukha B. Kremo. Buona lettura.


Ettore Fobo

Anime belle

giovedì 19 settembre 2024

 


 

La grande letteratura non è certo per le anime belle, per le persone di buon senso, per  quelli che sono agli altri e a se stessi amici, come scriveva Montale, che infatti a detta di alcuni era una canaglia. Se prendiamo “A se stesso “di Leopardi e ci liberiamo dalle scolastiche reminiscenze di pessimismo cosmico, quello che rimane è un bel ringhio. Oppure penso a Majakovskij “ Spero credo non verrà mai/ per me l’infame buon senso.”

 E c’è al fondo di ogni scrittura un formidabile e impossibile da irreggimentare elemento di disubbidienza, una tendenza antisociale e un amore per il caos. “I poeti sono cattivi, cattivi dentro.”,  ripeteva sempre Moravia.

febbraio 2010

***

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

Una poesia di Aleksandr Blok

domenica 15 settembre 2024

 


GUARDI NEGLI OCCHI I LIMPIDI CREPUSCOLI

Guardi negli occhi i limpidi crepuscoli,

e la città dispone le fiammelle,
ed i vicoli odorano di mare,
cantano le sirene delle fabbriche.

E nell’indomabile trambusto
l’anima alle nebbie è abbandonata…
Ecco un rosso mantello svolazzante,
una voce di donna come corda.

E le tue intenzioni sono timide,
come le pieghe delle vesti d’oggi…
E le donne così spesso abbassano
e loro ciglia-frecce.

Chi hai scorto nella lubrica foschia?
Quali finestre nella nebbia brillano?
Qui il ristorante è chiaro come i templi
e il tempio è aperto come un ristorante…

Inutilmente l’anima è volata
verso questi inganni irrimediabili:
gli sguardi delle donne e i ristoranti
si spegneranno all’ora destinata.

dicembre 1906

***
da “Poesie” – Aleksandr Blok – traduzione di Angelo Maria Ripellino – SE – settembre 2016

Hypsas

lunedì 9 settembre 2024


Su Lankenauta è stata pubblicata una mia riflessione sul poemetto di Valerio Mello "Hypsas". Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo

Una poesia di Durs Grünbein

giovedì 5 settembre 2024

 






Vuoto interiore

Ogni qualvolta mi manca l’ispirazione, scrivo una fuga,
dice Giuseppe Verdi. E Čajkovskij cosa fa?
Io penso al mio onorario. E ne cavo fuori note.

Ogni qualvolta manca a me l’ispirazione, lavo i piatti,
Lavo, rilavo, lucido le stoviglie, pulisco i bicchieri,
meglio se con un bordo di rossetto. Intanto ripenso
alle donne della serata. Le più intelligenti.
Mi metto dalla loro parte. Indugio un bel po' sul balcone,
tengo alto lo strofinaccio, bandiera bianca, meditando
su da dove venga mai l’ispirazione. Oppure ascolto Satie –
sinfonia della città demente. Sono in modalità ricezione.

La mia mente è un calice di cognac, L’ultima goccia
evapora allo spuntare del sole. È come se non avessi mai
scritto un solo verso. O meglio: li ho scordati tutti.



*** da “Le parole non dormono”- Durs Grünbein – traduzione Valentina Di Rosa- Crocetti editore- febbraio 2023