domenica 29 settembre 2024
V
Questo essere minerali
atto trasformativo e litania
è l’enigma che incede
farsi divinazione
chiamare un nome
dirsi l’attesa.
VI*
Anche il cervo
conosce il suo destino
oltre la persistenza dell’ombra
che reclama un nome alla terra,
ma solo a chi prosegue
la caccia tocca la conta.
***
Comincia con due poesie di Ksenja Laginja la
pubblicazione di qualche estratto dall’antologia collettiva “Fiori del Caos”,
che oltre che nel precedente link potete trovare in tutti i principali store
online- l’antologia da me curata per Kipple Officina Libraria, legata al
movimento del Mitorealismo del Sottosuolo. Il l primo dei due manifesti da me scritti, per
ora ancora clandestino e secretato, risale al febbraio 2020, poco prima della
pandemia.
Vi lascio alla mia nota critica su Ksenja che
si trova nella prefazione:
Ksenja Laginja è capace d’intensità e di
condensazione, conosce le metamorfosi serpentine del linguaggio, le sue attese,
i suoi enigmi, le sue strategie infine per sedurci. Perché il femminile opera
per via dello stregonesco, del lunare. Opera in tutti noi nell’ambivalenza simbolica.
Ksenja Laginja distilla una sintesi di elementi contradditori, in conflitto,
nei suoi preziosi alambicchi, dove è la persistenza dell’ombra / che reclama
un nome alla terra.
Viviamo con serenità tutte le contraddizioni, sembra proprio cantare Ksenja. Noi che inclusi nell’assenza siamo il precipitato chimico di un enigma che Laginja sintetizza in versi in cui parole del linguaggio scientifico sono usate in chiave divinatoria, e viceversa, insieme a segni che sembrano emergere dalla notte dei tempi mostrando la loro sconvolgente attualità. Ettore Fobo