Premio Sarzana 2024

lunedì 24 febbraio 2025

 







Di seguito il comunicato della Giuria del Premio Internazionale Città di Sarzana, inerente alle motivazioni che hanno portato a decretare “Sotto una luna in polvere” la silloge vincitrice della sezione Poesia edita. Potete trovare "Sotto una luna in polvere" a questo link (7 euro il cartaceo meno di un euro l'ebook). Grazie dell’ascolto.



Ettore Fobo

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Siamo lieti di annunciare che, durante la cerimonia di premiazione svoltasi il 14 dicembre, è stato assegnato il riconoscimento per la Sezione A Poesia Edita a Ettore Fobo con "Sotto una luna in polvere"

Un grido poetico che sfida il vuoto: “Sotto una luna in polvere" e l’urgenza dell’autenticità

"Sotto una luna in polvere" è un’opera che si muove inquieta ai margini del discorso poetico contemporaneo, sfidando le convenzioni estetiche e narrative con un linguaggio che si frantuma e si ricompone, in un ciclo continuo di creazione e distruzione. Qui, Ettore Fobo rifiuta l’idea stessa di armonia, abbracciando il guasto come condizione esistenziale e poetica, un guasto che si fa principio ordinatore del caos.

Come Carla Benedetti ci insegna, la poesia non può più limitarsi a riprodurre una bellezza formale, ma deve farsi gesto di rottura, capace di ferire e risvegliare coscienze anestetizzate dal rumore di fondo della modernità. "Sotto una luna in polvere" si inserisce con prepotenza in questa scia, proponendo una lingua che si contorce e si spezza, che si frantuma sotto il peso del reale e della sua rappresentazione.

Un linguaggio che urla contro il silenzio

L’autore compone versi che sembrano urlati contro un muro di silenzio. Le immagini poetiche sono crude, talvolta volutamente sgraziate, come nella descrizione di “palazzi dagli occhi strabici” e di “schermi di menzogne ripieni”, simboli di un mondo soffocato dalla falsità e dall’alienazione. La città si fa carcassa, contenitore di illusioni corrotte, mentre l’individuo si trascina come una marionetta, svuotato di senso e identità.

In questa rappresentazione di un’umanità disgregata, Ettore raccoglie l’eredità dei poeti maledetti e dei visionari del Novecento, ma ne esaspera la visione fino al collasso. Se i surrealisti cercavano di liberare l’inconscio attraverso l’immagine poetica, qui il sogno si trasforma in un incubo a occhi aperti, in cui le visioni non portano liberazione ma solo frammentazione e alienazione.

L'assenza di un centro e la poetica del frammento

Come Benedetti ha più volte sottolineato nei suoi saggi, la letteratura contemporanea si confronta con l’assenza di un centro, con l’impossibilità di trovare un senso unitario. In "Sotto una luna in polvere" questa assenza diventa struttura stessa del testo: le poesie sono frammenti che non cercano di ricomporsi in un tutto organico, ma restano sospesi in un vuoto ontologico.

Ettore rifiuta ogni linearità narrativa e ogni facile coerenza, lasciando il lettore in balia di immagini fugaci e visioni spezzate. La realtà si sfalda sotto il peso della sua rappresentazione, e la parola poetica diventa atto di resistenza contro l’omologazione del pensiero unico. In questo, la sua scrittura ricorda l’urgenza espressiva di Antonin Artaud, ma senza la possibilità di un’uscita catartica: qui il grido resta soffocato, intrappolato in un circolo vizioso di disperazione e disincanto.

Una visione apocalittica e la ricerca di autenticità

"Sotto una luna in polvere" non offre redenzione né speranza. La visione apocalittica dell’autore non lascia spazio a illusioni consolatorie: tutto brucia, tutto scoppia, nulla rimane. Eppure, in questa desolazione si avverte un’urgenza di autenticità, un bisogno viscerale di dire l’indicibile, di dare voce a un dolore che non trova altra via d’uscita se non nella parola poetica.

Abbiamo spesso sentire parlare della necessità di una scrittura che rompa con l’inerzia del mercato editoriale, che sfugga alle logiche di consumo culturale per ritrovare una forza originaria e sovversiva. "Sotto una luna in polvere" risponde a questa chiamata, proponendo una poesia che non si piega a compromessi e che anzi sfida apertamente il lettore, costringendolo a confrontarsi con la propria precarietà esistenziale.

Conclusioni: Un’opera scomoda e necessaria

In un panorama letterario spesso dominato dalla superficialità e dall’evasione, "Sotto una luna in polvere" emerge come un’opera scomoda e necessaria. L’Ettore Fobo non cerca l’approvazione del pubblico né indulge in facili estetismi: la sua poesia è un atto di rivolta contro il conformismo culturale, un tentativo disperato di ricostruire il senso attraverso la distruzione del linguaggio stesso.

Questa è una poesia che “rischia” davvero, che non ha paura di infrangere i limiti del dicibile per esplorare territori sconosciuti e inquietanti. Un’opera radicale e spiazzante, che merita di essere letta e riletta, nonostante – o forse proprio grazie – al suo rifiuto di offrire soluzioni o risposte definitive.

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Giuria del Premio Internazionale Città di Sarzana

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