Una poesia di Paula Meehan

giovedì 5 febbraio 2015




Quel preciso momento in cui divenni poeta

A Kay Foran

fu nel 1963 quando la signorina Shannon
battendo la cimosa sulla lavagna
frammezzo a nuvole di gesso

disse Bambine, applicatevi ai vostri libri,
o finirete, ascoltatemi bene,
nella fabbrica di cucito.

Era che non solo alcune delle madri
delle bambine lavoravano nella fabbrica
di cucito o che anche mia zia vi lavorava

e molte vicine, ma che quella parola
“finirete” spogliava il lavoro
della sua dignità.

Non che lo sapessi allora,
non in questi termini – lavoro, dignità.
Questa è tutta una ricostruzione,

ricavando un senso, anche ammettendo
che la maestra avesse ragione
e che nessuno lo sappia come lo so io.

Ma, le vidi – madri, zie e vicine
legate strette come polli
su un nastro trasportatore,
 
a farsi cucire nel modo in cui mia nonna
cuciva il ripieno di salvia e cipolla
in quegli uccelli.

Le parole possono spennarti,
lasciarti nudo,
le tue belle penne splendenti andate.
Paula Meehan

***
Da Poesia numero 301 - febbraio 2015-  Fondazione Poesia Onlus -  Crocetti editore - traduzione di Alessandro Gentili.

2 commenti:

Sabrina ha detto...

So che è odioso far paragoni ed il mio non vuole esserlo. Tuttavia, il suo stile mi ricorda un poco quello della Szymborska..

Ettore Fobo ha detto...

@Lisa

Non hai torto. Sono simili nel tono colloquiale, informale, ed estremamente moderno, spesso con una punta d’ironia.