Terzo comunicato mitorealista

lunedì 27 gennaio 2025

 



 

“L’arte è una cosa privata e l’artista la fa per sé stesso; un’opera comprensibile è un prodotto da giornalisti.”

Tristan Tzara

Rispondere a cosa sia il Mitorealismo del Sottosuolo, attraverso la presentazione del libro che ne sancisce una delle tante nascite, “Fiori del Caos”, è domanda impossibile, per varie ragioni. Dodici gli autori dell’antologia, vale a dire dodici mondi a radunarsi nuvola prismatica per piovere fuoco sulle macerie di questo occidente ormai trapassato nello spettacolo della propria agonia.

Tuttavia alcune cose si possono dire sul nome del Movimento.

Mito perché da per sempre è compito dei poeti, molto prima che Omero cominciasse a balbettare l’oceano dei suoi canti, è creare i miti che affreschino la caverna ormai più plutonica che platonica – ma le due cose si compenetrano-   in cui siamo tutti imprigionati.

Realismo perché riconosciamo questa parola, attraverso Nietzsche e la sua distinzione fra mondo vero, quello mendace della coscienza, di Dio, delle Idee,  della metafisica e mondo reale, inconscio, senza dei, non concettuale, che spesso si esprime in onirismi,  trascendente ogni sapere e ogni coscienza, mondo reale degradato ad apparenza da un sofisticato capovolgimento prospettico.

Mondo reale dunque, in tutte le sue metamorfosi. No, non è l’”arido vero che inchiodò Leopardi alla sua croce, ciò che il Mitorealismo vede compiersi in questo deserto di simulacri che è la vita contemporanea ma ciò che dalle segrete caverne dello spirito emerge, prima di ogni codice, segno, parola; forza prelogica che forgia ogni logica, che è sempre parassitaria sul suo “corpo senz’organi”, come sua caricatura la forgia e infine ne ride, perché “Chi ride è padrone del mondo”. Trascendenza pura del riso folle di Zarathustra. Memoria biocosmica.

Sottosuolo perché tutte le forze reali sono state costrette al confino e alla catacomba. E poi comunque qui il “Vivi nascosto” di Epicuro è vibrazione scolpita fra le stelle.

Il nostro è un Movimento clandestino di erranze senza alcuna pia devozione in Dio, che degrada lo stesso dio a macchietta nel teatrino di questa metafisica da bar sport, che imperversa nei cervelli di questa gente nata imparata.

 Nessuna, bigotta e ottusa, devozione nemmeno nel Nulla, sosia di questo Dio, Nulla dolorosamente incervellato dalle fumisterie ostili alla vita dell’intellettuale medio, Ecclesiaste “inteso alla moneta” corrente e a ciò che si comunica e viene consumato, devoto al “Si dice” heideggeriano che aureola di imbecillità tante fronti studiose.

Noi pratichiamo la “letteratura assoluta” come nelle precise formulazioni di Gottfried Benn; una letteratura svincolata dal sociale, dall’attuale, dallo storico, dal biografico, che non sia dunque espressione di una data cultura o società ma che sia l’eruzione di qualcosa di universale che ci riguarda tutti come il più intimo dei nostri segreti.

***

Qui il link alla lettura di alcuni brani dell’antologia tenuta da me alla Biblioteca pubblica di San Giuliano Milanese. Purtroppo per un problema tecnico non è stato possibile registrare tutta la lettura. Dei dodici autori antologizzati, di cui ho letto brevi brani durante l’evento, ne mancano 7 (Paolo Spaziani, Maria Cardamone, Alex Tonelli, Carlo Gregorio Bellinvia, Massimo Fantuzzi, Lukha B. Kremo, Silvio Straneo). Mi scuso con loro.

Letti da me, potete ascoltare versi, brani di racconti, aforismi di: Ksenja Laginja, Mattia Canovaro, Sandro Battisti, Matteo Gennari (che congiuntamente presentava la sua raccolta di racconti “Non ti illudere, Andressa”). Nel finale leggo due poesie scritte da me, che si trovano, oltre che nell’antologia, nel mio blog e su Bibbia d’Asfalto a questi link: “Adolescenza” e “I Maestri dell’Oblio”.

“Fiori del Caos” è edito da Kipple Officina Libraria ed è la prima manifestazione del Movimento Mitorealismo del Sottosuolo. È possibile acquistare la versione cartacea a 10 euro e la versione ebook a meno di un euro.

A questo link. Grazie dell’ascolto

 

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

2 commenti:

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Per un'azione non piegata agli interessi e alla cultura della responsabilità civile e morale. "Pretendere che l'artista persegua fini morali significa guastargli il mestiere" [Goethe]. Il restare irresponsabili come unica responsabilità.

Ettore Fobo ha detto...

Esattamente, Humachina.