Eros & Eschaton- Lukha Kremo Baroncinij

sabato 10 aprile 2010

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Eros & Eschaton è una ricognizione nella filosofia e nella scienza, Lukha Kremo Baroncinij intende rispondere così, con un tono divulgativo ma documentato, alle domande che ossessionano l’umanità, e lo fa attraverso un breve riepilogo della storia della filosofia e della fisica, scrivendo con la stessa sicurezza di cosmologia indù, della nascita della scrittura alfabetica, di ipertesto, del cervello umano.
Fin dall’inizio lo scrittore livornese, come altri prima di lui, individua nel dualismo il problema filosofico principale: la divisione fra mondo vero e mondo reale, inventata da Platone, su cui il cristianesimo fonderà la sua visione, la separazione fra oggetto e soggetto, confermata da Cartesio, la millenaria distinzione fra mente e corpo. Così il vecchio sogno degli artisti di ritrovare l’unità si rivela, in queste pagine, capace di folgorarci ancora, il concetto di Dio viene affrontato in maniera moderna, ma non è un Dio trascendente quello che interessa lo scrittore livornese, Dio piuttosto acquista un senso spinoziano di natura naturante, o ancora in altre ipotesi sarebbe l’universo madre da cui il nostro è come germinato, un universo se ho capito bene, fuori dal tempo, da cui sarebbero fuoriusciti infiniti altri mondi, ognuno con le sue leggi. Al tempo stesso Dio, contro ogni tentativo dei teologi cattolici di rinchiuderlo nel suo lassù, si trova in tutte le cose, non è da esso distinte, in una visione panteistica e pagana, come pagana è l’idea del tempo ciclico che così tanta importanza ha in questo libro.
Il dissidio con la visione dualistica creatore e creato è evidente, l’antichissimo sogno di un’unita misterica e alchemica nelle parole dello scrittore livornese si realizza soprattutto con l’elaborazione un ipertesto, quale in fondo Eros ed Eschaton è, anche nei continui rimandi intertestuali, che dichiaratamente nelle intenzioni dell’autore equivalgono a dei link.
Il saggio è molto strutturato e direi avvincente, perché in definitiva servendosi della filosofia e della fisica, intende rispondere al quesito fondamentale: Qual è il fine della nostra vita? Domanda ingenua solo in apparenza, perché è con modestia da saggista consumato che Kremo Baroncinij l’affronta. Dietro di lui c’è la spinta di tutto un movimento, il connettivismo, così egli ci mostra uno dei suoi assunti principali: il web pone fine a quella parcellizzazione del sapere che ha così ferocemente infestato il novecento, per cui la multidisciplinarietà viene recuperata come sfida alle possibilità ancora ignote della nostra epoca. Discorso che in Francia sta conducendo da diversi anni, per esempio, Edgar Morin.
Nell’immagine della spirale si sintetizza l’idea del tempo, non una linea retta, non un cerchio. Eterno ritorno dunque, ma non quello banalmente naturale che Nietzsche attribuì all’aquila, qualcosa che va aldilà del pensiero e della stessa pensabilità del tempo, perché la fisica ci ha insegnato che il tempo non è come sembra.
E’ possibile immaginare un Dio estraneo all’universo e alle sue leggi? Per Baroncinij no, Dio naufraga nella materia che ormai sappiamo è solo energia in una diversa forma. Per chiarire il concetto di iperamore ci descrive un reticolato di spirali come grappoli uniti da un nodo; è anche l’immagine del sapere, non più diviso in se stesso, ma con vaste zone di interconnessione. Anche la storia tanto bella e semplice della causa e dell’effetto viene messa in discussione, come già da Baudrillard, ci possono essere cause con effetti imprevedibili, nessuna linearità nel sapere o nel tempo, ma la deleuziana espansione rizomatica e sotterranea. Kremo Baroncinij, seducendoci con le sue riflessioni, vuole però fortemente rispondere alla domanda sul fine della vita, sull’Eschaton, ma la risposta che questo fine sia Eros non mi convince, principalmente perché la conclusione di questo saggio arriva come un fulmine a ciel sereno, Baroncinij è tanto accorto e puntiglioso quando deve parlare di filosofia e fisica, quanto invece pare affrettato nel momento in cui entra in campo Eros, il quale mi sembra così un po’ la soluzione magica davanti all’angoscia dell’ignoto, l’abracadabra che dovrebbe aprire la caverna platonica. In definitiva le cose migliori del libro sono quelle che suscitano domande che ci portano veramente altrove, in un altro contesto culturale, un contesto in cui la filosofia ha veramente il senso di uno stupore perpetuo e taumaturgico.
Lo scopo dell’universo in cui viviamo in definitiva sarebbe l’uomo stesso, la sua autocoscienza, ma questo non basta perché l’uomo vuole andare aldilà di se stesso, nel transumano, discorso però che Kremo Baroncinij in questo saggio sfiora soltanto, ed è un peccato. L’uomo come nelle mitologie antiche deve fondersi con la divinità e nell’amore sentire la potenza del rinnovamento, che non significa banalmente cambiare spesso partner, ma vivere appieno il godimento di un tempo ciclico in cui le cose si ripetono, ma come si ripetono è un mistero, uguali? Identiche? Ci sono variazioni, e di che tipo? Che ciclicità è mai possibile aldilà del pensiero lineare? Il quale inevitabilmente vuole chiarezza, laddove probabilmente regna solo il buio del’enigma. Eros & Eschaton vorrebbe risolvere questo enigma, darci la soluzione, è l’impossibile ancora una volta che vuole realizzarsi. In questo senso, secondo me, la domanda sul fine della nostra esistenza non può che rimanere senza risposta, il proposito del libro era dunque troppo ambizioso, ma perché non provarci? Probabilmente quella dello scrittore livornese era una sfida ironica, condotta con stile e sicurezza epistemologica. Forse, comunque, la risposta più convincente è che il fine dell’uomo sarebbe ridurre l’entropia dell’universo, impresa impossibile e destinata al fallimento.
E’ una provocazione indubbiamente, però con iperamore non è ancora una volta, sotto sotto, l’agape platonica che sospira? Non s’era detto superiamo il platonismo? Anzi, per Deleuze la filosofia contemporanea, più che superarlo, sta cercando di rovesciarlo il buon vecchio Platone.
Saggio agile e affascinante, pubblicato in origine sulla rivista NeXT, Eros & Eschaton è una riflessione composita di uno scrittore che si confronta con le idee più eccitanti della sua epoca, riposizionando le nostre sinapsi su rotte d’ignoto, mettendo al centro la sorpresa e il rinnovamento, l’innocenza anche tragica e pericolosa del divenire.
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Eros & Eschaton - Lukha Kremo Baroncinij - Kipple Officina Libraria- 2010

2 commenti:

ASWTBB ha detto...

Leggo saltuariamente il blog e mi piace...questo articolo mica tanto.
Mi sembra molto caotico e disordinato (forse perchè lo è anche il libro recensito??)

Cito 2 frasi dell'articolo:

"Lo scopo dell’universo in cui viviamo in definitiva sarebbe l’uomo stesso, la sua autocoscienza"

e

"il fine dell’uomo sarebbe ridurre l’entropia dell’universo"

Per lo meno altamente discutibili come affermazioni, se non addirittura senza senso (un senza senso dal sapore religioso).
Non ho una grande familiarità con in citato "connettivismo", ma dalle premesse sembra essere oltre l'iper patetico (iperamore?!?)...l'ennesimo inutile movimento filosofico con contenuti triti e ritriti. Ma non sarebbe meglio accettare di non essere in grado di pensare nulla di nuovo?

Ettore Fobo ha detto...

Nel libro non ci sono solo”idee trite e ritrite” mi dispiace non essere riuscito a comunicarle. La mia difficoltà nasce dal fatto che in meno di cinquanta pagine viene affrontata una miriade di argomenti, da qui l’idea di dispersione che il testo comunica. Consiglio comunque di saltare l’intermediario e andare direttamente alla fonte .Le conclusioni non piacciono neanche a me, hanno in effetti un sapore religioso, ora sto leggendo un libro Cani di paglia di John Gray, che queste idee antropocentriche rifiuta recisamente, ed è più vicino a quello che penso io, per quello che può importare. Grazie del commento.