Quattro brani di Carlo Gregorio Bellinvia da “Fiori del Caos”

sabato 23 agosto 2025





Teseo
 

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la sua terra gli scivolava via fondamentalmente e, a furia di rivi,
basava il suo successivo atteggiamento ma non aveva niente in
mano, né filo elettrico per trattenere il fulmine, né un tubo per il
rivo e il pensiero, il pensiero si perdeva, il pensiero bucava, rallentava
sempre più, sempre di più usciva tardi dalla terra grigia.
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prodotto dolciario da forno era Arianna, quando l’afferrava la febbre
altissima d’amore e inviava il suo profumo per la costa: dichiarandosi
a Teseo, ella alzava tutto il suo popolo sulla cima di una
montagna e creava così, pure, con un canto bianco e una danza precipitata
e sulle unghie: l’unica possibilità di spazio lì apertasi. Ma ci
si accontentava di quella ristrettezza e d’altronde lui, insieme a lei,
era in grado di vedere il tempo.


Il Minotauro

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così, dopo aver del tutto spalancato le tue palpebre al giorno,
non capisci ancora che continuo:
sì, io sono il filo d’erba
ripetuto che ti abitua all’opacità entro la quale ti impagina il prato
e che ti evita il trasparire della decomposizione,
la vertigine della scena che si apre nuova per tutti, il tuo declino, eroe.
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sembra strano
ma considera che io ti ridò la vita, da incubo spazzino: la morte e
il lutto me li mangio, guarda come mastico il tuo defunto
che trasformo lentamente in panorama piano e, finito pure con te,
di nuovo tornerò il paesaggio che nessuno si aspetta.

Carlo Gregorio Bellinvia

***

Dalla prefazione di Ettore Fobo:

Carlo Gregorio Bellinvia propone Opera Muraria, prosimetro di
rara intensità, in cui l’autore, sorta di Dedalo moderno, costruisce
un labirinto di rimandi fra surrealismo e mitologia:


Camminava assieme a quattro febbri, a cinque organi a pois e a due o tre funzioni di fuori, ed era già molto a favore di un risveglio, persino per lui: quattro febbri, cinque organi a pois e due o tre funzioni di fuori […].


Il Minotauro è una maschera che nasconde una moltitudine di stati
psichici anagrammati dal poeta in metafore. È come scrive Oscar
Wilde, Gli uomini mentono; date loro una maschera e vi diranno la verità.
La battaglia è tra Teseo, eroe civilizzatore, e il Minotauro; epitome di
tutte le forze psichiche inconsce primitive e pulsionali.
Così sembra descriversi nelle parole di Bellinvia:


Molti mi considerano un’altra persona, orribile d’aspetto,
altri invece uno specchio infranto, e si riaddormentano,
ma loro non sono nudi come lo sono io; folle
dico soltanto la verità, anche se
la maggior parte delle volte, quando accado,
lavoro con l’ego dell’altro, di solito
ci mettiamo d’accordo.




***

Da “Fiori del Caos”- antologia di autori mitorealisti- a cura di Ettore Fobo – Kipple Officina Libraria- febbraio 2023

Ottavo comunicato mitorealista

sabato 16 agosto 2025

 



I Mitorealisti riconoscono in Gilles Deleuze uno dei filosofi che hanno innescato il movimento che loro stanno cavalcando e si riconoscono pienamente nelle sue parole, di seguito riportate. È il nostro modo di fare politica, l’unico:



“Il nomade, però, non è solo e necessariamente uno che si muove: fa dei viaggi sul posto, viaggi in intensità, e anche storicamente i nomadi non sono quelli che si spostano come gli emigranti ma, al contrario, non si spostano e si mettono a vivere da nomadi per restare allo stesso posto sfuggendo ai codici. È risaputo che il problema rivoluzionario sta oggi nel trovare un’unità delle lotte specifiche senza ricadere nell'organizzazione dispotica e burocratica del partito o dell'apparato di stato: una macchina da guerra che non ricostituisca un apparato di stato, un’unità nomadica in rapporto con il fuori, che non ricostituisca l'unità dispotica interna. Ecco forse la massima profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia, quale appare nell'aforisma: aver trasformato il pensiero in una macchina da guerra, aver trasformato il pensiero in una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, anche se lo si fa sul posto, impercettibile, inatteso, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono i nostri nomadi oggi, chi sono veramente i nostri nietzschiani.”

Gilles Deleuze

***

Siamo dunque pronti alla battaglia. I nostri nemici? Ovunque il pronome io faccia sentire il suo peso metafisico e anche laddove si annidano i resti dei figli di Cronos, per il nostro estemporaneo banchetto di cannibali. Oh, vili e scoglionati eroi, fatevi da parte, è in arrivo, dal marasma dei singhiozzi umani, il grido che un fuoco eterno dissigilla, per oscurare il Sole!

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Contro l’editoria contemporanea – un J’accuse di Lodovica San Guedoro

sabato 9 agosto 2025



Essendo diventato impossibile, come avevano previsto fra gli altri Allen Ginsberg ed Eugenio Montale, che le parole di un artista autentico arrivino all’attenzione dei media di massa, essendo questi proprio il meccanismo il cui compito principale è marginalizzarli (in realtà di stritolarli), pubblico in questa sede le serrate riflessioni della scrittrice italiana Lodovica San Guedoro, emigrata in Germania,  per sfuggire all’indifferenza maligna di questo paese di non lettori, formattati secondo le direttive di un establishment pseudoculturale più che marcescente. Vi lascio alle sue parole colme di sacrosanto sdegno. Eccovi il link a YouTube.

Ettore Fobo


Contro la Scuola e la narrazione che fa di sé stessa

sabato 2 agosto 2025



Vincendo le mie idiosincrasie verso la società del controllo, nel febbraio- marzo del 2020, per necessità dovuta alle restrizioni della pandemia, ho aperto con riluttanza, ma anche con curiosità, un account Facebook.

Ed è proprio da questa piattaforma che estrapolo questa citazione, dalla Pagina Fb del blog “Scuola libertaria”:



“Le masse sono talmente abituate alla schiavitù, talmente educate all'autoproduzione ciclica della gabbia in cui sopravvivono, che parlar loro di vita felice e di libertà le pone in un atteggiamento di ilarità, nel migliore dei casi. Chi dalle mani del popolo ha ricevuto il potere dorme sonni tranquilli, perché come cane da guardia possiede il migliore che sia possibile immaginare: il popolo da lui stesso istruito. È il capolavoro della scuola: addestrare il popolo a difendere coloro che da millenni lo percuotono, sino a fargli desiderare e perpetuare questo assetto sociale, è il capolavoro assoluto del capitalismo e della pedagogia che è sempre al suo servizio! Descolarizziamo la società!”



Ho, a mia volta, commentato così sulla mia pagina:

"Come sempre Scuola Libertaria con lucidità martella gli stereotipi della nostra decrepita civiltà di zombie laureati. Come commento, mi limito a citare una frase di Carmelo Bene: " In democrazia il popolo è bastonato su mandato del popolo". Glielo hanno insegnato? Certamente. Hanno creduto a questi insegnamenti? Allora se lo meritano. Unica possibilità: vivere nascosti, eludere il chiacchiericcio mondano, sperimentare break through a raffica, cantare al proprio orecchio, passare al bosco, e in pompa magna”


Grazie dell’ascolto.

Ettore Fobo

 

Premio "Le Occasioni" 2025

giovedì 24 luglio 2025

 


Non avendo potuto essere presente alla Cerimonia di Premiazione del 21 giugno scorso ad Arma di Taggia, do tardiva comunicazione di un riconoscimento ricevuto al Premio “Le Occasioni”, organizzato dall’Associazione Mondo Fluttuante, per meriti artistici e morali. Si tratta di un regalo eccezionale, specie perché ai meriti artistici sono aggiunti quelli morali e dato che,  da sempre, la morale è  un fatto estetico, o meglio essa morale non ha alcun senso al di fuori dell’atto artistico, la notizia mi ha colmato di quella gioia sottile di chi, finalmente, si è visto capito, “da fuori casta di questo moderno occidente”, per citare Lamberto Garzia, funambolico poeta, raffinato narratore,  diviso fra infiniti mondi (leggetelo), nonché organizzatore del Premio e Presidente dell’Associazione. A conferma del fatto che la morale è un fatto estetico  non mi resta che citare Shelley: “I poeti sono i legislatori non riconosciuti dell’umanità.” Ai giurati del Premio la mia eterna gratitudine.

Ettore Fobo

Settimo comunicato mitorealista: video de "Le poesie hanno i lupi dentro"

venerdì 11 luglio 2025

 



“Il bello non è che il tremendo al suo inizio”

Rainer Maria Rilke

È accaduto di nuovo. Dietro l’infausto chiacchiericcio della Storia, macchinario Leviatano, ottuso di tutte le vacuità più alla moda, fermenta la musica della poesia ed è un tremendo canto di guerra, per svelare il mondo aldilà di ciò che il mondo pensa di sé stesso.

Noi mitorealisti ci riserviamo il compito e la responsabilità di assumere su noi stessi l’inaudita violenza di questa bellezza, covata nelle profondità di un’immaginazione che sempre si tenta di disinnescare, attraverso i meccanismi della Cultura. Cultura sì, il suo giogo di diamante ha smesso da tempo per noi di irradiare la sua luce, falsa perché consumabile e mercificata. No, il pensiero, il desiderio reali- e dunque, loro principale vettore, la poesia, non sono Cultura, sono magia, direbbe Byron e noi mitorealisti con lui. Magia naturalis, cioè il principio di trasformazione della materia per gli alchimisti, della Realtà, per noi mitorealisti, enorme totem concettuale e gregario, cieco di tutti i luoghi comuni di questo “manicomio delle idee moderne:”, in cui, per inciso, le poetesse si fanno chiamare poete… (sic)

Attente! I posteri vi giudicheranno, anzi a questo punto anche le postere. Ma sappiate che non ne facciamo un problema grammaticale, ce ne  infischiamo ma estetico e dunque morale. Perché rinunciare alla s sibilante che è così bella?

Noi mitorealisti lavoriamo per un mondo in cui ogni conformistico tic verbale di questo tipo sia bandito per la sua bruttezza come irrimediabilmente immorale.    Perciò ricordate: in italiano la parola poeta risuona come un peto in una stanza buia. Ricordiamo Gozzano: “Io mi vergogno/ sì mi vergogno d’esser poeta.”

Dunque “Le poesie hanno i lupi dentro”, a volte contro, perché gli autentici poeti sanno scagliare anche contro sé stessi, anzi a volte soprattutto contro sé stessi, i loro branchi di lupi, come vuole l’I-Ching, fanno marciare i loro eserciti anche contro la propria ombra. Lo spettacolo si è svolto il 20 giugno 2025, in Eterotopia a San Giuliano Milanese. Questo è il video integrale. Grazie dell’ascolto e, naturalmente, buona visione.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

La scrittura dell’eternità dorata

domenica 6 luglio 2025

 









Per me Jack Kerouac ha avuto sempre più significato come poeta che come narratore. Ecco un estratto da un suo poemetto.

***

“Guarda a fondo nel mondo davanti a te        

                                                                [come fosse

il vuoto: innumerevoli spiriti santi,

                                                                [buddha- compari
e dèi salvatori vi si celano sorridenti. Tutti gli
atomi che emanano luce entro l’essere onda
                                                                [non c’è
personale separazione di nessuno di loro.
                                                                [Un colibrì
può entrare in una casa e un falco no
                                                                [perciò state tranquilli
e fidate. Nel cercare la luce
potreste essere all’improvviso divorati
                                                                [dalle tenebre
e trovare la vera luce.

***

da “La scrittura dell’eternità dorata”- Jack Kerouac- traduzione di Massimo Bocchiola- Oscar Mondadori-gennaio 1998

Il dio caprone

martedì 17 giugno 2025

 




IL DIO CAPRONE- UNA POESIA DI CESARE PAVESE

La campagna è un paese di verdi misteri
al ragazzo, che viene d'estate. La capra, che morde
certi fiori, le gonfia la pancia e bisogna che corra.
Quando l'uomo ha goduto con qualche ragazza
hanno peli là sotto il bambino le gonfia la pancia.
Pascolando le capre, si fanno bravate e sogghigni,
ma al crepuscolo ognuno comincia a guardarsi alle spalle.
I ragazzi conoscono quando è passata la biscia
dalla striscia sinuosa che resta per terra.
Ma nessuno conosce se passa la biscia
dentro l'erba. Ci sono le capre che vanno a fermarsi
sulla biscia, nell'erba, e che godono a farsi succhiare.
Le ragazze anche godono, a farsi toccare.

Al levar della luna le capre non stanno più chete,
ma bisogna raccoglierle e spingerle a casa,
altrimenti si drizza il caprone. Saltando nel prato
sventra tutte le capre e scompare. Ragazze in calore
dentro i boschi ci vengono sole, di notte,
e il caprone, se belano stese nell'erba, le corre a trovare.
Ma, che spunti la luna: si drizza e le sventra.
E le cagne, che abbaiano sotto la luna,
è perché hanno sentito il caprone che salta
sulle cime dei colli e annusato l'odore del sangue.
E le bestie si scuotano dentro le stalle.
Solamente i cagnacci più forti dàn morsi alla corda
e qualcuno si libera e corre a seguire il caprone,
che li spruzza e ubriaca di un sangue più rosso del fuoco,
e poi ballano tutti, tenendosi ritti e ululando alla luna.

Quando, a giorno, il cagnaccio ritorna spelato e ringhioso,
i villani gli dànno la cagna a pedate di dietro.
E alla figlia, che gira di sera, e ai figli, che tornano
quand'è buio, smarrita una capra, gli fiaccano il collo.
Riempion donne, i villani, e faticano senza rispetto.
Vanno in giro di giorno e di notte e non hanno paura
di zappare anche sotto la luna o di accendere un fuoco
di gramigne nel buio. Per questo, la terra
è cosi bella verde e, zappata, ha il colore,
sotto l'alba, dei volti bruciati. Si va alla vendemmia
e si mangia e si canta; si va a spannocchiare
e si balla e si beve. Si sente ragazze che ridono,
ché qualcuno ricorda il caprone. Su, in cima, nei boschi,
tra le ripe sassose, i villani l'han visto
che cercava la capra e picchiava zuccate nei tronchi.
Perché, quando una bestia non sa lavorare
e si tiene soltanto da monta, gli piace distruggere.

***

da "Non importa la notte" - Cesare Pavese - Bur Rizzoli - maggio 2025

***
Ed è attraverso questa poesia che festeggio il compleanno di una persona a me molto cara. 

Ettore Fobo

Il rapporto fra poesia ed economia secondo Ernst Jünger

mercoledì 11 giugno 2025

 






“La poesia è un segno dell'abbondanza; è lo stile peculiare dell'età dell'oro. Là dove si cominci anche solo a parlare di economia, là è già cominciato l'impoverimento, ed esso celebrerà il trionfo quando a prendere il sopravvento sarà il pensiero economico. Allora, insieme ad altri segni dell'abbondanza, anche la poesia si inaridirà. D'altra parte, il poeta non solo annuncia l'abbondanza, ne è altresì il dispensatore; per tale ragione è più necessario di qualsiasi economista e la poesia è più importante di qualsivoglia scienza".

Ernst Jünger

“Le poesie hanno i lupi dentro”: la data è stata spostata

sabato 7 giugno 2025



Cari amici e care amiche, per ragioni indipendenti dalla nostra volontà, il mio spettacolo è stato spostato a venerdì 20 giugno ore 21, sempre presso il Centro Sociale Eterotopia, in via Risorgimento 24 a San Giuliano Milanese.  Scusate il disguido.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

“Le poesie hanno i lupi dentro”: terza data ATTENZIONE EVENTO SPOSTATO AL 20 GIUGNO

domenica 1 giugno 2025

 



Terzo appuntamento con il poema work in progress “Le poesie hanno i lupi dentro”; riformulato attraverso l’innesto di altre poesie e altre prose. L’evento si terrà al Centro Sociale Eterotopia, venerdì 20 giugno p.v, alle ore 21. Il Centro è situato a San Giuliano Milanese, in via Risorgimento 24. L’ingresso è gratuito. Siete tutti invitati.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Poesie, aforismi e scritti vari di Mattia Canovaro da “Fiori del Caos"

sabato 31 maggio 2025

 


 4. Superclassifica Show




Nel giro di qualche anno, IO tornò lo stesso, Rimbaud non tirava più.
Stazionario è diventato Cristo; vanno i golf blu.
Pochi lo fanno,
ma c’è più Sesso,
tutti lo sanno
è molto visto,
esempio adesso alla tv.

5.

Chi frappose lo specchio
tra me
e questo uomo scortese,
che mi fissa già vecchio?

13. Permette un significante?

La mia prosa aveva troppi incisi, che peccato! Faticavo io stesso a
capirla. Un bel giorno dissi basta e decisi di chiamarla “poesia”.
Paf! Perché non ci avevo pensato prima? Ecco che avevo gli “a
capo”, un aiuto bello e buono dalla Gestalt che rendeva più semplice
l’analisi logica delle mie troppe subordinate. Non solo, nello stesso
pacchetto, avevo anche la brevità tipica della poesia che mi autorizzava
a scrivere poco e in barba alla concinnitas.
Il resto fu facile. Bastò aggiungere un pizzico di ritmo interno, qualche
rimetta per illudere – così gli amanti di musica classica erano
sistemati – e via, poesia! Verso il cazzo che mi pare! Finalmente
potevo perdermi in un bicchier d’acqua e chiamare quello sbrodolamento
stile.

21. Post Bauman

Ti salutiamo società liquida
belli buoni cattivi e brutti ciao ciao
vita schifida,
evaporiamo tutti.

***

dalla prefazione di Ettore Fobo:



Mattia Canovaro, negli scritti giovanili che ci presenta, azzanna il
reale per meglio vederlo, consapevole che non c’è più nulla da spolpare,
con momenti di quotidianità padana restituiti con fredda e
concisa implacabilità:

Ecco due fidanzati in gita sull’Adda, seduti su una stuoia. Lui torso nudo
e jeans; lei gonna tirata sulle gambe, la canottiera arrotolata sotto il seno
per abbronzare il ventre bianco.
Soli tra il verde argine, lei schiaccia i foruncoli sulla schiena piegata di lui.
Oppure in pochi versi sintetizza la condizione umana nella sua
opprimente banalità:

Chi frappose lo specchio
tra me
e questo uomo scortese,
che mi fissa già vecchio?

Interpretazioni sociologiche dure e affilate si alternano con letture
idiomatiche del linguaggio corrente, demistificato e messo in
discussione nella sua pretesa di verità.
Così scopriamo che l’atto linguistico è l’atto del supremo godimento
ed è proprio lì che l’interdetto sociale ci modella imponendoci le
sue marcature simboliche. Scrittura liberatoria di un pensatore che,
probabilmente, alla libertà nemmeno crede, vedendo all’opera l’immensa
codifica sociale del linguaggio come una iattura e la mancanza
di semplice buon gusto annidarsi ovunque, anche laddove le
anime belle pongono il loro cuore, nell’espressione fare l’amore, per
esempio, di cui Canovaro riscostruisce la genesi dentro di sé e la
genealogia semantica. E ne denuncia l’insopportabile, conformistica,
volgarità.
***
da "Fiori del Caos"- antologia di autori vari a cura di Ettore Fobo- Kipple Officina Libraria (2023)

Che cos’è il sesso? La risposta di Michel Foucault

lunedì 26 maggio 2025



«Si evocano spesso gl’innumerevoli procedimenti attraverso i quali il Cristianesimo antico ci avrebbe fatto detestare il corpo; ma pensiamo un po’ a tutte queste astuzie con le quali, da molti secoli, siamo stati spinti ad amare il sesso, con le quali se ne è resa desiderabile la conoscenza, e prezioso tutto ciò che se ne dice, con le quali siamo stati anche incitati a mettere in atto tutte le nostre capacità per sorprenderlo, e legati al dovere di estrarne la verità; con le quali siamo stati colpevolizzati per averlo così a lungo misconosciuto. Sono queste che meriterebbero, oggi, di stupire. E dobbiamo pensare che un giorno, forse, in un’altra economia dei corpi, non si capirà più bene come le astuzie della sessualità, e del potere che ne sorregge il dispositivo, siano riuscite a sottometterci a questa austera monarchia del sesso, al punto di destinarci al compito senza fine di forzare il suo segreto e di estorcere a quest’ombra le confessioni più vere.

Ironia di questo dispositivo: ci fa credere che ne va della nostra “liberazione”.»

***

Da “La volontà di sapere- Storia della sessualità 1” - Michel Foucault- traduzione Pasquale Pasquino e Giovanna Procacci- Feltrinelli- edizione dell’agosto 2014

Giorni del consumo - una poesia di Armanda Guiducci

lunedì 12 maggio 2025

 





Presa in questo ordito chiaro e selvaggio
ho visto invecchiare soli giovani
su giorni macilenti, non – passioni
su gente vuota marcita gonfia d’odio,
su questa pallida Europa, sulle teste
dei nostri inutili figli – e ruotare
in meccanici spazi lune sconnesse
dall’antica forza triangolare
dei nostri sessi di donna, e notti
e giorni scontrarsi come due bulloni
impazziti nel tempo accelerato.

Scarpe vestiti birra ghiaccio e chiodi
sotto vuoto caffè gas tv bagliori
di luce elettrica fiammate di benzina
ho consumato – cose. L’esistenza, no.

***
da “ a colpi di silenzio”- Armanda Guiducci- Lanfranchi-  maggio 1990




Sesto comunicato mitorealista

giovedì 8 maggio 2025




Naturalmente un papa americano. La Chiesa sempre sul pezzo. Complimenti.

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Quinto comunicato mitorealista

venerdì 25 aprile 2025

 





"Già solo il presentarsi come verità rivelata è il marchio dell’inganno, e costituisce, per uno che pensi, una sollecitazione all’ostilità."
Arthur Schopenhauer

Pare che abbia tenuto una lettura pubblica. Pare che c’entrassero i lupi e la poesia, e qualcuno sussurra che abbiamo ucciso Dio e poi, per sicurezza, dicono che abbiamo addirittura dissolto ogni atomo del suo fantasma per impedire un suo improvviso ritorno sulle scene come killer di sé stesso. Ricordiamo, infatti,  di averlo messo al muro, davanti alle sue responsabilità metafisiche, abbiamo caricato i fucili delle nostre ispirazioni e stavamo per fucilarlo – l’avevamo addirittura convinto della necessità di togliersi di mezzo da solo, lui e la sua bramosia di un amore esclusivo - questo per toglierci tale notevole incombenza ma lui, il buon Dio, era recalcitrante; come tutti, credeva di esistere, il poveretto. Fucili carichi del nostro sguardo di bronzo, pronto a fulminare la sua vigliaccheria di dio fatto in casa. Poi il ricordo s’interrompe. Nulla… bambini che gridano di gioia hanno fatto da contrappunto a diversi brani di questa lettura. Vi lasciamo alla prima traccia video delle molte che sono state girate dell’evento e che via via pubblicheremo su YouTube. Questa è la versione integrale.  Il Titanic della Morale affonda? Brindiamo ma prima di brindare gettiamo agli squali coloro che questo Titanic hanno voluto, celebrato, santificato. E se io non ricordo, o ricordo male, è perché tutto avviene nel limbo, dove le intelligenze sensibili e le energie sottili si radunano. E la loro congiura insegna all’eternità a durare. Questo è il link a YouTube.

Buona visione.

 

Ettore Fobo e Il Laboratorio Mitorealista

Forum Anterem 2025: video-lettura di Ettore Fobo

mercoledì 16 aprile 2025

 


Il Forum Anterem è un‘occasione speciale per incontrare amici e amiche. Ci si vede poco ma si condivide molto ed anche quest’anno la manifestazione mi ha regalato intensi momenti di vicinanza ed il senso di una comunità di persone che percorrono lo stesso sentiero. Nuovamente le abbraccio tutte. Qui il video della mia lettura. Buona visione.

 

Quarto comunicato mitorealista

lunedì 14 aprile 2025


Grande notizia in ambito mitorealista: uno degli autori dell'antologia "Fiori del Caos" Lukha B. Kremo,  vince il prestigioso Premio Italia, nella categoria fantasy, con il romanzo "Le cronache di Leg Horn".

Ettore Fobo e il Laboratorio Mitorealista

Paolo Spaziani recita Bataille

giovedì 10 aprile 2025

 


Nuova data milanese per lo spettacolo di Paolo Spaziani, con regia di Letizia Corsini, “La morte ride”, monologo tratto da “L’arcangelico” di Georges Bataille. Lo spettacolo è sempre diverso, non esiste una scaletta fissa, tutto è affidato al momento, è il gioco dell’immediato che scompagina il testo e inventa i suoi ritmi. Lo spettacolo si terrà a Milano, mercoledì 16 aprile al teatro Argomm, in via Graziano Imperatore 40, alle 21. Paolo Spaziani è un autore mitorealista presente nell’antologia “Fiori del Caos” (Kipple Officina Libraria, 2023), curata da Ettore Fobo.

Le cronache di Leg Horn

lunedì 7 aprile 2025



Su Bibbia d’Asfalto ho pubblicato una mia riflessione sul romanzo fantasy di Lukha B. Kremo “Le cronache di Leg Horn”. Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo