Le poesie hanno i lupi dentro – DATA DEFINITIVA

martedì 19 novembre 2024

 


Ci siamo. Giovedì 28 novembre, alle ore 20.15 presso il Centro Sociale Autogestito Eterotopia (San Giuliano Milanese- via Risorgimento 21)   terrò lo spettacolo” Le poesie hanno i lupi dentro”, reading poetico mitorealista dai contenuti esplosivi, espressione di un’artaudiana e inedita scrittura della crudeltà. Non si fanno sconti al sociale e alla parrocchia del politicamente corretto. Grazie dell’ascolto.

Ettore Fobo

Da “Fiori del Caos” - una poesia di Silvio Straneo

sabato 16 novembre 2024

 



 



Secondo appuntamento con brani selezionati dalla raccolta mitorealista “Fiori del Caos”: è il turno di una poesia di Silvio Straneo, accompagnata dalla mia nota critica presente nella prefazione.



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Mio viaggiatore illimitato e cinico
come l’orizzonte del Pacifico ove
spacci le tue poesie, i Re Magi girano
al largo, come farebbe un capitano
attorniato da scogliere, secche
e da mine vaganti.
Mio viaggiatore le tue nubi
travestite da ippogrifo vanno al gran lasco
con l’aria di casa che incontra il mondo.
Gabbiani, gabbiani intorno!
In un moto di bianche ali
in un suono che poi grida
un giro di chiglia attendeva
di entrare, la gente. lavorare.
Vola in un paesino ciottolato
bottega di ricordi su terra ferma.
Il mezzomarinaio, che accostava
ora già larga da foulard e canottiera e
su quel mare va, su quel mare va.
Ammainati i piedi al paiolo
scalzi su lapilli solari
sgocciolava il berbero sale
il blu che insiste infinire
verde nel verde cavalcava
la sera covava il fienile
sopiva le pire e beveva
con occhi cipressi: nei viali,
i poeti, sanno pescare.
Il mare è strapotente
e porta sempre via la sabbia
denudando la spiaggia.
Scarroccia il pensier silente
nella lena di caviglie
nell’enigma di un’altra sponda
mare e baia non si fanno male
mare e boia non si fanno male
fiducioso migrato amore.
Trapungere i semi di sesamo
avvolgere al mòdano la rete diafana
della poesia, in simbiosi
come uomo e lama e calarla ogni dì,
reticolando sipario al crepuscolo.

***

 

Originariamente pubblicata in “Filo di spezie”- Silvio Straneo- Aletti Editore, 2018

 

***

 

 

Silvio Straneo invece tratta le parole come un antico vasaio greco, impasta sonorità, tesse metafore giocose, solca il mare sconfinato che bagna la sua amata Liguria con l’aria di casa che incontra il mondo.

Se il mare è strapotente / e porta sempre via la sabbia denudando la spiaggia, l’umano deve arrendersi alla sua potenza, potremmo risolvere così una questione che in realtà è molto sottilmente filosofica: il

mare è il linguaggio. E noi siamo presi in questo vortice di significati disseminati come una pioggia che feconda terre inesplorate. Siamo dentro un gioco che ci trascende e trascendendoci disseta i mari che profondamente sono assopiti in noi, dove il daimon da sempre scalpita per far sentire la propria voce, anzi la propria

tumultuosa polifonia. Colla parola vana che ci assiste /acqua viva di tutte le cose /vibra sonante per donde dell’onde. Con questi versi Silvio Straneo sigilla insieme in una teca di bellezza la vanità landolfiana della parola con l’incantesimo di una versificazione pulsante come “acqua viva”, citando così Clarice Lispector. In aggiunta un suo racconto che esplora il tema della disabilità in maniera profonda.

 

***               

Da “Fiori del Caos”- a cura di Ettore Fobo- raccolta di letteratura mitorealista-Kipple Officina Libraria _ febbraio 2023                                                                                                                                                                                                                                    

Le poesie hanno i lupi dentro- ATTENZIONE EVENTO ANNULLATO

sabato 9 novembre 2024

 


Venerdì 22 novembre, presso il centro  sociale Eterotopia di San Giuliano Milanese in via Risorgimento 21 terrò  lo spettacolo ”Le poesie hanno i lupi dentro”, reading poetico mitorealista dai contenuti esplosivi, espressione di un’artaudiana e inedita scrittura della crudeltà. Non si fanno sconti al sociale e alla parrocchia del politicamente corretto. Ci vediamo lì alle 19.30

Ettore Fobo

Premio Lorenzo Montano 2024

venerdì 1 novembre 2024

Anche quest’anno ho ricevuto un importante riconoscimento al Premio Lorenzo Montano: Segnalazione speciale con il mio poema in versi e prosa “Ultimatum a Dio”. Ringrazio la Giuria.

Una poesia di Armanda Guiducci

giovedì 17 ottobre 2024

 


 


Sono stato letteralmente folgorato da questi versi di Armanda Guiducci, letti casualmente pochi minuti fa su Facebook. Ve li sottopongo con l’emozione di una fresca scoperta. La poesia s’intitola

 



Sotto una stella impura



Nacqui con disappunto degli dei
sotto una stella esitante e impura
in mezzo a un mondo di uomini-coltello.
Avrei raccolto ginestre a braccia piene.
Ma ignoravo che il sole fosse a prestito.
A ogni primavera
venni potata come un bosso delle siepi.
Fui sventrata da uomini distratti
fui tradita da uomini leali
divorata e sputata
insomma amata-
amata come si amano le donne
secondo le leggi del profitto,
del potere, e della sopraffazione.

da “A colpi di silenzio”- Armanda Guiducci- Lanfranchi- 1982

In difesa della fantascienza - un breve brano di Tommaso Landolfi

giovedì 10 ottobre 2024

 

“Mi par chiaro che la sola letteratura fantascientifica è sulla strada giusta, e se ho detto altra volta il contrario tanto peggio, o l’avrò fatto per ignoranza dei testi migliori. Ossia la fantascienza sarà magari, oggi come oggi, priva di vere dimensioni e niente in sé, ma quel letterale rivolgersi al di fuori parrebbe nondimeno il solo atteggiamento ormai possibile…”

10 novembre 1959

***

da “Rien va” - Tommaso Landolfi, citato in “Live Dealer”- Lamberto Garzia- puntoacapo Editrice- 2024


Da “Fiori del Caos “- due poesie di Ksenja Laginja

domenica 29 settembre 2024


 


 


V



Questo essere minerali
atto trasformativo e litania
è l’enigma che incede
farsi divinazione
chiamare un nome
dirsi l’attesa.


* Il ventitré è composto dai numeri 2 e 3. Il numero tre è attivo e possiede
una grande forza energetica. Simbolo della conciliazione, la sua espressione
geometrica è il triangolo, simbolo del ritorno del multiplo all’unità.



VI*



Anche il cervo
conosce il suo destino
oltre la persistenza dell’ombra
che reclama un nome alla terra,
ma solo a chi prosegue
la caccia tocca la conta.



* Ventitré è un numero dispari



 ***  

Comincia con due poesie di Ksenja Laginja la pubblicazione di qualche estratto dall’antologia collettiva “Fiori del Caos”, che oltre che nel precedente link potete trovare in tutti i principali store online- l’antologia da me curata per Kipple Officina Libraria, legata al movimento del Mitorealismo del Sottosuolo.  Il l primo dei due manifesti da me scritti, per ora ancora clandestino e secretato, risale al febbraio 2020, poco prima della pandemia.

Vi lascio alla mia nota critica su Ksenja che si trova nella prefazione:

Ksenja Laginja è capace d’intensità e di condensazione, conosce le metamorfosi serpentine del linguaggio, le sue attese, i suoi enigmi, le sue strategie infine per sedurci. Perché il femminile opera per via dello stregonesco, del lunare. Opera in tutti noi nell’ambivalenza simbolica. Ksenja Laginja distilla una sintesi di elementi contradditori, in conflitto, nei suoi preziosi alambicchi, dove è la persistenza dell’ombra / che reclama un nome alla terra.

Viviamo con serenità tutte le contraddizioni, sembra proprio cantare Ksenja. Noi che inclusi nell’assenza siamo il precipitato chimico di un enigma che Laginja sintetizza in versi in cui parole del linguaggio scientifico sono usate in chiave divinatoria, e viceversa, insieme a segni che sembrano emergere dalla notte dei tempi mostrando la loro sconvolgente attualità.                                                                                                                                                      Ettore Fobo   

                                                                                                                                                                     

Quantum Cluster

sabato 21 settembre 2024


Su Lankenauta è stata appena pubblicata una mia riflessione sul romanzo "Quantum Cluster" di Lukha B. Kremo. Buona lettura.


Ettore Fobo

Anime belle

giovedì 19 settembre 2024

 


 

La grande letteratura non è certo per le anime belle, per le persone di buon senso, per  quelli che sono agli altri e a se stessi amici, come scriveva Montale, che infatti a detta di alcuni era una canaglia. Se prendiamo “A se stesso “di Leopardi e ci liberiamo dalle scolastiche reminiscenze di pessimismo cosmico, quello che rimane è un bel ringhio. Oppure penso a Majakovskij “ Spero credo non verrà mai/ per me l’infame buon senso.”

 E c’è al fondo di ogni scrittura un formidabile e impossibile da irreggimentare elemento di disubbidienza, una tendenza antisociale e un amore per il caos. “I poeti sono cattivi, cattivi dentro.”,  ripeteva sempre Moravia.

febbraio 2010

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da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

Una poesia di Aleksandr Blok

domenica 15 settembre 2024

 


GUARDI NEGLI OCCHI I LIMPIDI CREPUSCOLI

Guardi negli occhi i limpidi crepuscoli,

e la città dispone le fiammelle,
ed i vicoli odorano di mare,
cantano le sirene delle fabbriche.

E nell’indomabile trambusto
l’anima alle nebbie è abbandonata…
Ecco un rosso mantello svolazzante,
una voce di donna come corda.

E le tue intenzioni sono timide,
come le pieghe delle vesti d’oggi…
E le donne così spesso abbassano
e loro ciglia-frecce.

Chi hai scorto nella lubrica foschia?
Quali finestre nella nebbia brillano?
Qui il ristorante è chiaro come i templi
e il tempio è aperto come un ristorante…

Inutilmente l’anima è volata
verso questi inganni irrimediabili:
gli sguardi delle donne e i ristoranti
si spegneranno all’ora destinata.

dicembre 1906

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da “Poesie” – Aleksandr Blok – traduzione di Angelo Maria Ripellino – SE – settembre 2016

Hypsas

lunedì 9 settembre 2024


Su Lankenauta è stata pubblicata una mia riflessione sul poemetto di Valerio Mello "Hypsas". Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo

Una poesia di Durs Grünbein

giovedì 5 settembre 2024

 






Vuoto interiore

Ogni qualvolta mi manca l’ispirazione, scrivo una fuga,
dice Giuseppe Verdi. E Čajkovskij cosa fa?
Io penso al mio onorario. E ne cavo fuori note.

Ogni qualvolta manca a me l’ispirazione, lavo i piatti,
Lavo, rilavo, lucido le stoviglie, pulisco i bicchieri,
meglio se con un bordo di rossetto. Intanto ripenso
alle donne della serata. Le più intelligenti.
Mi metto dalla loro parte. Indugio un bel po' sul balcone,
tengo alto lo strofinaccio, bandiera bianca, meditando
su da dove venga mai l’ispirazione. Oppure ascolto Satie –
sinfonia della città demente. Sono in modalità ricezione.

La mia mente è un calice di cognac, L’ultima goccia
evapora allo spuntare del sole. È come se non avessi mai
scritto un solo verso. O meglio: li ho scordati tutti.



*** da “Le parole non dormono”- Durs Grünbein – traduzione Valentina Di Rosa- Crocetti editore- febbraio 2023

Verità

sabato 10 agosto 2024

 


Quando uno pensa di aver trovato la Verità,  è invece  la Verità che ha trovato lui, e l’ha trovato morto, stecchito.

7 febbraio 2011


***

da "Aforismi di un bevitore di tè- Ettore Fobo (inedito)

Una poesia di Tina Caramanico

giovedì 1 agosto 2024


Crepuscolo


Crepuscolo improvviso in Piazza Duomo.
Luce violenta, estranea, bella. Gente
insolitamente oscura fluttua
nel vento arrivato da lontano.
Controluce si gonfiano le vele
dei cappotti aperti, nere.
Incantati per caso in un silenzio irreale,
eco di molti passi,
parole sussurrate, sorrisi.
18.14, luci. Questo cielo è altrove;
nessuno di noi è qui.

***
da “Guida a Milano invisibile”- Tina Caramanico – Nulla die – aprile 2011

Poesia e vergogna

sabato 27 luglio 2024


 


Che vergogna la poesia! Forse è solo una variante nobile dell’alienazione, una parente stretta dell’angoscia umana, come pensano i più.  Musil sosteneva che il poeta fosse soltanto qualcuno a cui un difetto congenito aveva impedito  di fare il giornalista. Sono anni che m’interrogo su questa vergogna della poesia e cerco di capirne la cause.

Forse perché la poesia è spudorata, mistificazione su mistificazione  i poeti creano la verità della propria carne, per cui un poeta è nudo davanti a tutti, nella sua menzogna e nella sua verità.

Forse perché ci sono troppi  velleitari, troppi aspiranti, troppi wannabe, e nessun lettore. Allora essere poeta diventa la corona del deficiente.

Forse perché il poeta è un isolato, rinchiuso nel carcere dell’arte, come un delinquente comune, clandestino dentro il linguaggio, essere fondamentalmente equivoco che si dedica al delitto della fantasticheria.

Forse perché la poesia è uno sguardo sul deserto in cui il deserto non ha voglia di rispecchiarsi.

Tanti forse non fanno nessuna verità, tuttavia rimane la vergogna gozzaniana, la pacca ignorante sulla spalla che significa “Povero poeta” oppure fra gli intellettuali ”Puah, un poeta. “

La più grande verità la scrisse Guido Gozzano, appunto.

Io mi vergogno,/  , mi vergogno d'essere un poeta!”

Tuttavia talvolta un poeta è acclamato come buffone di corte, in genere da morto. Colui a cui capita da vivo mi comincia a sembrare una foca ammaestrata che scrive versi che nessuno legge ma di cui tutti tessono lodi imbarazzanti,  soggiogati da Fama e Cultura di suddetta foca. 

Il poeta è quasi sempre personaggio alquanto ridicolo, uno  che non pensa solo di far quattrini,  che fantastica invece di rimboccarsi le maniche e dedicarsi a qualche attività lucrativa, quindi in questa società  follemente borghese  è un essere assurdo.

C’è poi un’ ulteriore colpa che peggiora la sua posizione, se questo poeta ha talento è spacciato. Lo percepirà soltanto come un peso e un fastidio, come una condanna all’isolamento. Nessuno lo capirà mai  il suo inutile talento, nessuno darà mai importanza alla sua immaginazione, e quanto più il suo talento di veggente sarà affinato  tanto più il nostro poeta  capirà la società indifferente. Ecco cosa scrive William Carlos Williams:

“E’ un’ossessione di chi ha talento che mediante un attacco diretto o qualche via traversa dell’intento conquisteranno il plauso del mondo. Cezanne. E  poiché alcuni nella vita un minimo di plauso l’hanno avuto, la finzione si è perpetuata. Ma la verità è che l’immaginazione non  essendo nulla, nulla ne sortirà.”

                                                                                                                                     13 luglio 2012

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da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

 

Se Maometto non va alla montagna…

sabato 20 luglio 2024

 


 


Caraibi? Non ho nulla contro i Caraibi, a casa mia son tutti benvenuti, anche l’Himalaya, se vuol venire, può citofonare tranquillamente, io gli apro, non ho paura, salga pure, se ha le palle per incontrarmi, ebbene, m’incontrerà anch’esso, non ho preclusioni son di bocca buona, mangio anche le montagne. I  Caraibi? Se vengono insieme alle Seychelles faccio loro lo sconto comitiva.

                                                                                                                                                         8 Febbraio 2011

 ***

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

Una poesia di Sylvia Plath

giovedì 18 luglio 2024

 




PECORELLA NELLA NEBBIA

Le colline sconfinano in bianchezza.
Persone o stelle
Mi guardano con tristezza, le deludo.

Il treno lascia una linea di respiro.
O lento
Cavallo colore della ruggine,

Zoccoli, dolenti campane –
Per tutta la mattina la
Mattina si è andata annerando.

Un fiore trascurato.
Le mie ossa hanno requie, i campi
Lontani mi sciolgono il cuore.

Minacciano
Di assumermi fino a un cielo
Senza stelle né padre, acqua buia.

***

da “Lady Lazarus e altre poesie”- Sylvia Plath- traduzione di Giovanni Giudici- Mondadori- nuova edizione febbraio 2023

Democrazia

lunedì 15 luglio 2024

 

 


Qualcuno grida:  ”Anarchia!”,  altri:  ”Così vuole il popolo!”, altri ancora “ Seguiamo il volere di Dio”, colui che dice :“La mia onnipotente volontà schiacci a terra le masse!”, è il tipo inquietante del dittatore ma  c’è in lui il residuo di un’onestà brutale,  ci sono in lui, che gridano,  i resti dello scimmione antico. La politica viene presa molto sul serio, l’uomo ama vendere l’anima ai propri idoli, e dopo averli  eretti sul piedistallo, vederli cadere nella polvere. E con essi cade a terra la sua stessa anima  ma chi se ne importa.  

 

Nelle dittature si sogna la democrazia, nelle democrazie non si va a votare, “Perché tanto sono tutti uguali.” Coloro che hanno dato la vita per la libertà forse non sapevano che a riceverla sarebbero stati perlopiù i devoti ammiratori dello scimmione assassino, e che volentieri la barattano per una televisione nuova, per un frigorifero,  o per l’ultimo modello di smartphone.  Salvo poi lamentarsi: “Non ci sono più i valori di una volta”. Così viene sprecato il lusso della democrazia e popoli interi ipnotizzati vagano, trascinati dal desiderio di libertà, nome che danno alla più dorata delle loro catene, la più scintillante.

 

11- 15 giugno 2014

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo (inedito)

Traduzioni in inglese

giovedì 11 luglio 2024


Tre poesie contenute in “Canti d’Amnios” sono state tradotte in inglese dal poeta italo-britannico Massimo Fantuzzi e pubblicate sul numero 32 della rivista americana Triggerfish Critical Rewiew a questo link.
Si tratta per la precisione di: "Adolescenza", "Vertigine" e "Lapsus a matita".

Nella rivista sono presenti anche miei scritti critici relativi ad alcuni poeti americani lì antologizzati.

Ettore Fobo





Orrore di sé e Speranza

domenica 7 luglio 2024



 Più vado avanti con l’età più noto con  che sulla Terra c’è pochissimo amore e quel pochissimo che c’è è spesso molesto. La maturità è questa consapevolezza che nell’umano c’è poco di buono  e tanto di marcio, fanatico, violento, assurdo. Riconoscersi in questo specchio mi soffocava in gioventù. Dopo che la sofferenza mi ha schiantato, sono rinato scettico. Il mio scetticismo sa che chi non ha mai provato  orrore di sé e della  Specie è un bruto senz’anima. Da bruti senz’anima è formata la gran massa degli anonimi che vedo sciamare per le strade di Milano ogni giorno,  e li vedo attraverso  un quadro di Munch,  Sera sul viale Karl Johan, in cui sbiadite figure con il volto appena accennato  passano su quel viale di Copenaghen come stupefatte o meglio in uno stato di  narcosi. Fantasmi sul “panorama elettrico del mondo” come lo chiama Campana. Fantasmi senza un volto, un nome, un senso,  un perché. Moltitudine cannibale. Quello che i cristiani chiamano “il prossimo”. Ma la cosa più terribile e che questi figuranti dell’assurdo sono sicuramente tutti animati dalla peste più nera dell’universo: la Speranza. Essa è così malevola che li fa  addirittura figliare. Non solo cannibali, non solo feroci e invidiosi,  non soltanto fantasmi  e nullità  rancorose ma soprattutto, nonostante tutto questo o forse a causa di tutto questo,   incurabili ottimisti.

24 settembre 2016

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo- inedito



Invenzioni che producono la Storia

domenica 30 giugno 2024

 



L’uomo soffre. E allora inventa Dio, rimedio allucinatorio. L’uomo soffre ancora. E allora inventa il Peccato,  per soffrire meglio.

10 febbraio 2016

da "Aforismi di un bevitore di tè"- Ettore Fobo  (inedito)

Michel Foucault

martedì 25 giugno 2024

 


Nel quarantennale della sua morte, avvenuta il 25 giugno del 1984,  ricordo Michel Foucault con questo brano  tratto da “Storia della follia nell’età classica”:

"Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere la follia. La sua figura si sarà racchiusa su se stessa non permettendo più di decifrare le tracce che avrà lasciato. Queste stesse tracce non appariranno, a uno sguardo ignorante, se non come semplici macchie nere? Tutt’al più faranno parte di configurazioni che a noi ora sarebbe impossibile disegnare, ma che in futuro saranno le indispensabili griglie attraverso le quali render leggibili, noi e la nostra cultura, a noi stessi. Artaud apparterrà alla base del nostro linguaggio, e non alla sua rottura; le nevrosi, alle forme costitutive (e non alle deviazioni) della nostra società. Tutto quel che noi oggi proviamo relativamente alla modalità del limite, o della estraneità, o del non sopportabile, avrà raggiunto la serenità del positivo. E quel che per noi designa attualmente questo Esterno rischia veramente un giorno di designare noi, proprio noi."

Aforismi di un bevitore di tè

domenica 23 giugno 2024

 

 


Comincio da oggi sul blog la pubblicazione di una scelta di brani tratti da una raccolta di aforismi e scritti brevi che ho composto anni fa. S’intitola “Aforismi di un bevitore di tè”. Comincia con un breve brano che sottopongo alla vostra attenzione. Grazie dell’ascolto.

Perché non leggo libri con la parola feeling nell’incipit

Mi piace nello scrittore la mancanza di ogni attitudine sociale, l’incapacità anche arrogante (me ne sto in un angolo a depensare) di arringare un pubblico con aria di conoscerlo, di avere domiciliato nello stesso letto che oggi è fatalmente letto televisivo.

Quindi poca o nulla visibilità televisiva (Debord, Ceronetti), libri che non nascono per intrattenere platee  ma per esigenze anche compulsive, viscerali, brutali (Artaud, Sade), facce scavate dallo stile, che è il carattere (Benn, Pasolini). Carattere che è la ferita essenziale della psiche, la grande incisione del collettivo sulla pelle. È  nell’urto fra individuo e mondo, nello shock  che ne consegue, nell’enorme spargimento di sangue e parole, che si trova la grande letteratura, non nell’acquiescenza a modelli interpretativi a consumo delle folle. E niente consolazione per favore, niente linguaggio plastificato di matrice sociale, niente imitazione della sedicente Verità. Lo stile è la dura conquista della solitudine e dei solitari, il linguaggio si plasma nelle conversazioni interiori, e là che affiora quella bestia sacra chiamata pensiero. La letteratura sia  dunque uno sguardo di demone sulle nostre consuetudini angeliche, o viceversa uno sguardo angelico sulle nostre ebrietudini demoniache.

3 ottobre 2010

Ettore Fobo

 

La trascendenza erotica e l'infinita connessione

martedì 28 maggio 2024


Ho appena pubblicato una riflessione ad ampio raggio sul Movimento del Connettivismo partendo dal libricino, fragile, inquietante e decisivo, di Sandro Battisti, uno dei fondatori di questo Movimento: "Quantorgasmi liminali". Ecco il link su "Bibbia d'Asfalto". Buona lettura.

Ettore Fobo

Il ciclo dei rituali perduti- sulla mostra mitorealista di Roberto Parravicini

lunedì 13 maggio 2024

 


Si è appena conclusa la prima mostra di pittura  legata al Movimento Mitorealismo del Sottosuolo,  di cui ho scritto 4 anni fa il primo dei due Manifesti. Si è trattato della mostra del pittore Roberto Parravicini, tenutasi a Milano presso il  C.I.Q di Porto di Mare.  Ne parlo su Bibbia d’Asfalto. Il quadro che vedete sopra è dedicato a Jim Morrison.  Buona lettura per chi vorrà.

Ettore Fobo

Una poesia di Goliarda Sapienza

lunedì 6 maggio 2024


 



Sto leggendo “Ancestrale”, libro di poesie di Goliarda Sapienza, edito da “La vita felice” nel marzo  2014,  rinvenuto casualmente e fortunosamente in una libreria di Milano, nel quartiere Isola. Riporto questi dati perché ho letto in Hillmann che nei sogni la topografia è fondamentale.  Sono poesie di un’autrice che io tengo in alta considerazione, pur avendo letto di lei solo due libri: lo splendido “Università di Rebibbia”, ecco un altro luogo di questo sogno,  e il caustico “Elogio del bar”, terzo luogo ”amorfo in cui non capita nulla di particolare” e questa definizione ci riporta all’ultimo  e definitivo spazio di questo sogno, il bar. Io lo chiamo “Il Caffè del Satiro Antico”, è nel centro di Milano, in via Gonzaga. All’ingresso due giganteschi omenoni.  Si beve qualcosa, io un tè verde Sencha, voi non so. Prosit.

INFANZIA 2

Senza sospetto corri sotto il sole
senza sospetto il ventre appesantito
dal serpe del tuo sangue. Spaccati
i seni dal primo aprirsi al sudore
della maglietta di filo bianco
di scozia. Corri e non sai
che questa notte la luna accovacciata
sul balcone spierà il tuo assopirti
e senza parere ti sfilerà l’infanzia
da sotto il cuscino.
*** 

da "Ancestrale"- Goliarda Sapienza- La vita felice - 2014

Dodici cammini cosmici

giovedì 2 maggio 2024


Su "Bibbia d'Asfalto" una mia riflessione sulla silloge "Dodici cammini cosmici" del poeta Henry Ariemma. Ecco il link. Buona lettura per chi vorrà.

La follia nelle parole di Roland Laing

giovedì 25 aprile 2024

 


“Se la specie umana sopravvivrà, gli uomini del futuro considereranno la nostra epoca illuminata, immagino, come un vero e proprio secolo d’oscurantismo. Saranno indubbiamente capaci di apprezzare l’ironia di questa situazione in modo più divertente di noi. È di noi che rideranno. Sapranno che ciò che chiamiamo schizofrenia era una delle forme sotto cui - spesso per il tramite di gente del tutto ordinaria -  la luce ha cominciato a filtrare attraverso le nostre menti chiuse. La follia non è necessariamente un crollo (breakdown); essa può essere anche una apertura (breakthrough)… L’individuo che fa l’esperienza trascendentale della perdita dell’ego può o non può perdere l’equilibrio in diversi modi. Può allora essere considerato come pazzo. Ma essere pazzo non è necessariamente essere malato, anche se nel nostro mondo i due termini sono diventati complementari… Dal punto di partenza della nostra pseudo-salute mentale, tutto è equivoco. Questa salute non è vera salute. La pazzia degli altri non è vera pazzia. La pazzia dei nostri pazienti è un prodotto della distruzione che imponiamo loro e che essi impongono a se stessi. Nessuno immagini che ci imbattiamo nella vera pazzia, così come non siamo veramente sani di mente. La pazzia con cui abbiamo a che fare è un grossolano travestimento, una falsa apparenza, una grottesca caricatura di ciò che potrebbe essere la guarigione naturale da questa strana integrazione. La vera salute mentale implica in un modo o nell’altro la dissoluzione dell’ego normale…”

Roland Laing



Presentazione di "Teatro a corte" di Andrea Zepponi

venerdì 5 aprile 2024

 


Martedì  16 aprile alle ore 19  ci sarà a Milano la presentazione del libro di Andrea Zepponi: ”Teatro a corte, LA FESTA DEL PARADISO di Bernardo Bellincioni- protolirica vinciana”, presso il Circolo Culturale Famiglia Artistica Milanese in via De Amicis 17. Insieme all’autore sarò presente con  Marco Bigoni e Francesca Tasso. Ci vediamo li?

Ettore Fobo.

Le inenarrabili tribolazioni della Poesia in tempi di barbarie

venerdì 1 marzo 2024

 


V’invito a leggere su Bibbia d’Asfalto la mia riflessione sulla bella antologia di prose “Le inenarrabili tribolazioni della Poesia in tempi di barbarie”, a cura di Lodovica San Guedoro, la sua lettura mi ha permesso di dire alcune cose; è la mia pietra scagliata in piena veglia a tutto ciò che l’attualità farneticante di oggi, di ieri e di sempre va spacciando come letteratura. Moneta falsa e oltretutto logorata dall’uso ma, sotto sotto, invito a cercarvi i motivi etici. In altri tempi, non così lontani, questa strenua difesa di un pensiero originario ed errante mi avrebbe garantito il rogo o perlomeno la galera. Oggi non so. Probabilmente nulla dato che va letto fino in fondo e supera di gran lunga la soglia di attenzione media ma mi tocca provarci. Buona lettura per chi vorrà. Ecco il link.

Ettore Fobo

Il pensiero come macchina da guerra e potenza nomade-un brano di Gilles Deleuze

domenica 18 febbraio 2024

 




“Il nomade, però, non è solo e necessariamente uno che si muove: fa dei viaggi sul posto, viaggi in intensità, e anche storicamente i nomadi non sono quelli che si spostano come gli emigranti ma, al contrario, non si spostano e si mettono a vivere da nomadi per restare allo stesso posto sfuggendo ai codici. È risaputo che il problema rivoluzionario sta oggi nel trovare un’unità delle lotte specifiche senza ricadere nell'organizzazione dispotica e burocratica del partito o dell'apparato di stato: una macchina da guerra che non ricostituisca un apparato di stato, un’unità nomadica in rapporto con il fuori, che non ricostituisca l'unità dispotica interna. Ecco forse la massima profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia, quale appare nell'aforisma: aver trasformato il pensiero in una macchina da guerra, aver trasformato il pensiero in una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, anche se lo si fa sul posto, impercettibile, inatteso, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono i nostri nomadi oggi, chi sono veramente i nostri nietzschiani.”

Gilles Deleuze

Trascendenza di Kafka

martedì 13 febbraio 2024


 


“Il male è una irradiazione della coscienza umana in certe posizioni di passaggio. Apparenza non è propriamente il mondo sensibile, ma il suo male, il quale tuttavia per i nostri occhi costituisce il mondo sensibile.”

***

Da ”Aforismi di Zürau”- Franz Kafka – a cura di Roberto Calasso- Adelphi, maggio 2004

Teatro a corte

sabato 10 febbraio 2024


Su Lankenauta potete leggere una mia riflessione sul saggio di Andrea Zepponi: "Teatro a corte, La festa del paradiso di Bernardo Bellincioni". Eccovi il link.

Ettore Fobo

Paolo Spaziani in scena a Milano

mercoledì 24 gennaio 2024



Nuova data milanese per lo spettacolo di Paolo Spaziani, con regia di Letizia Corsini, “La morte ride”, monologo tratto da “L’arcangelico” di Georges Bataille. Lo spettacolo è sempre diverso, non esiste una scaletta fissa, tutto è affidato al momento, è il gioco dell’immediato che scompagina il testo e inventa i suoi ritmi. In questo articolo su Bibbia d'Asfalto  parlo diffusamente del teatro di Paolo Spaziani, unicum nel panorama teatrale italiano. Lo spettacolo si terrà a Milano, venerdì 2 febbraio, al teatro Argomm, in via Graziano Imperatore 40,  alle 21.

Una poesia di Salvatore Quasimodo

venerdì 12 gennaio 2024

 


 



Per capire da dove parte la mia fascinazione per quella che Flavio Ermini chiama “l’esperienza poetica del pensiero” mi sono aggirato fra i ricordi infantili, dove ho recuperato questi versi di Salvatore Quasimodo, la lirica intitolata “Milano 1943”, fra le primissime poesie che mi impressionarono da bambino. Nato a Milano, vivendo nel suo hinterland, sentivo in questi versi riecheggiare la storia recente del mio paese e del mondo e assurgere infine alla sua verità metafisica profonda. Con emozione ve li propongo.



Milano 1943



Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s'è udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio: E l'usignolo
è caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.
***  
da " Giorno dopo giorno"- Salvatore Quasimodo-  (1947)

I libri dell’anno (2023)

sabato 6 gennaio 2024

 



 

I

 

Fra i libri letti da me in quest’anno appena trascorso, alcuni spiccano per potenza filosofica, efficacia espressiva, intensità lirica di rivelazioni.

Fra i saggi, è un’esperienza immersiva totale nel pensiero puro, non disgiunto da un originario, dolcissimo e implacabile, lirismo, la lettura delle “Operette Morali” di Giacomo Leopardi, capace di toccare e far risuonare molte corde dell’esperienza vitale. Dal libero lirismo di Elogio degli uccelli, alla comicità allegorica del Dialogo di Copernico e molto altro.

Lucido atto poetico che diventa politico è il saggio di Angelo Tonelli, “I Greci in noi”, che recupera la relazione con il pensiero orfico dell’Unità originaria, in un saggio denso e leggero al tempo stesso, di una leggerezza profondamente pensata. È un excursus illuminante all’interno di una visione iniziatica dell’esistenza, visione che dobbiamo recuperare e preservare dall’assalto della pseudo filosofia transumanista. Attraverso l’intuizione noetica, come esseri viventi siamo chiamati a rinnovare l’adesione ai primordi del pensiero filosofico umano, come già aveva visto Giorgio Colli, pena l’esclusione da una dimensione realmente vitale.

Fra le opere di narrativa, tre romanzi in particolare mi hanno colpito, svegliato, destato.

“Guerra” di Céline dove il metodo demistificante dello humor nero diventa uno stile affilato come una maledizione, “Gli angeli dello sterminio” di Testori che in una Milano apocalittica vede dissolversi l’intero mondo e la sua personale esistenza e “Neve a primavera” di Yukio Mishima, primo romanzo della sua tetralogia “Il mare della fertilità”, in cui in uno stile di scrittura dalle impalpabili sottigliezze piscologiche, che allarga ogni orizzonte espressivo, esperendo le sue sfumature sommerse, Mishima canta insieme lo splendore raggelato e il declino raggiante di un mondo, quello dell’aristocrazia giapponese d’inizio novecento.

Un’ultima nota sul saggio di Angelo Giglia: “Perché dobbiamo abolire la scuola? “. Un pamphlet scritto con il fuoco, stilisticamente ineccepibile, sobrio e necessario, come non se ne vedevano dai tempi di Papini. In un secondo momento scriverò dei libri di poesia letti.

Ettore Fobo

Il libero arbitrio secondo Michel Onfray

martedì 2 gennaio 2024


“La libertà non esiste, il libero arbitrio è una finzione, un’illusione. Ognuno dispone di un cervello informato da una moltitudine di cause esteriori. La natura della volizione è il motivo che diventa la causa eccitatrice. Ma neanche le volizioni sono libere: in questa dinamica dei motivi, si tratta di un gioco di forze cieche. Tra i motivi possibili: il passato, la storia, l’educazione, l’ammirazione, l’abitudine. Tutti questi motivi entrano in collisione, e l’esito si gioca nel trionfo inspiegabile del più potente tra di essi. La volontà conosce solo il trionfo delle forze. Si può fare quel che si vuole, ma non si può volere altrimenti. Nessuno sceglie, noi siamo scelti.”



da “Schopenhauer, Thoreau, Stirner: Le radicalità esistenziali” - Michel Onfray- Ponte alle Grazie