Per chi sulla piazza del mercato si apparta per parlare al proprio
orecchio; per gli iperborei senza saperlo
Le parole sono importanti, siamo tutti noi attraversati da riverberi
di narrazioni, lacerti di discorsi che abbiamo sentito, proverbi sussurrati da
padri e da madri che hanno avuto per noi peso di verità definitive, autori
morti hanno forgiato la nostra visione. Poi incontri casuali hanno deviato il Destino,
l’assurdo si è seduto al banchetto e ha minacciato di mangiarsi tutto. E allora?
Dove il senso? È il Novecento. ”La vita non ha senso, il sapere strangola,
troppo sapere accresce dolore.” Tutti i refrain dello spirito nichilista.
Spirito che vive nell’attuale, che ha come sfondo la televisione, internet, gli
smartphone e la loro raffica di notifiche, la chiacchiera da bar assurta a
verità metafisica in un post di Facebook. L’attuale, ho detto, non a caso, ricordate? Le parole sono importanti.
L’attuale, non il presente. Ebbene, per come va il mondo contemporaneo il
presente può essere letto solo dalla lente del futuro e coloro che vivono nell’attuale non hanno ancora metabolizzato
Copernico, rimangono tolemaici gli è sfuggito questo aspetto di apparentemente minima, in realtà enorme, mutazione antropologica. Dei mondi infiniti di
Giordano Bruno non sanno che farsene .
Per questo scegliendo il futuro come campo d’azione i connettivisti
finiscono per intercettare il presente, laddove ai poeti tocca invece addirittura l’immediato. Vale a dire: se
io dico una metafora questa fondendo due termini diversi per analogia finisce per sintetizzare l’universo come una
formula di fisica. Esempio: “quell’uomo è un leone” opera una sintesi estrema
che rende inutili mille discorsi per
descrivere quell’uomo. Leone è sufficiente, è intuitivo. Cos’è un poeta
connettivista? È un poeta che mette in connessione il sapere scientifico con
quello letterario, quello religioso quello biologico. Quello esoterico con quello
informatico etc..
Connessione è la parola del nostro tempo. In ogni campo dalla
psicologia all’informatica, dalla etologia alla meccanica quantistica. Tutto è relazione, interazione, rapporto.
Nel pensiero avviene la germinazione occulta della nuova realtà che si
sta preparando per la Specie umana, questo idolo obsoleto in via di…
estinzione? guerre, tumulto distruzione dell’ambiente naturale?) oppure di un ‘imprevedibile,
per quanto insolita., guarigione? Ricordiamo Nietzsche: ”La malattia chiamata
uomo”.
Ahimè con l’umano tutto volge al peggio, noi esseri umani creeremo
solo distopie, mondi da incubo. È lo sfondo antiumano del mio pensiero,
foraggiato da opportune letture sull’asse Leopardi –Cioran- Caraco. Per questo
la spirale eternoritornante ha evocato un altro spazio tempo. Ci sono le
avvisaglie di un futuro promettente ma riguarderà l’umano solo in parte.
Impadronendosi del concetto di connessione i connettivisti hanno dimostrato
di vivere nel cuore del presente, mentre altri annaspano dietro alle beghe da
cortile dello spettacolo politico televisivo, quello che Nietzsche chiamava ”il
mercato”, linguaggio televisivo che comunque internet ha esautorato. Ma già si
profila un Google quantistico. Che ne sarà della nostra visione del mondo? Di
noi stessi? Delle nostre primitive e
fossili considerazioni sulla natura del Tempo. La cosa in sé si alzerà e
parlerà per noi il linguaggio dei delfini? “Meccanica quantistica per poeti “ è
il titolo di un libro che oggi comprerò.
L’elettrizzante aria natalizia si è impossessata di me del mio
bancomat. Quest’anno come non mai voglio festeggiare la festa del capitalismo
visto che il Natale cristiano è oramai
una caricatura ridicola di una festa sacra . Ecco allora la divina dépense, lo
spreco, farsi carico della nostra richiesta umana di senso. La morte dI Dio? Le prefiche si strappano i
capelli, i papi si suicidano in diretta televisiva gettandosi dal loggione di
San Pietro. Zarathustra ride della sua risata, folle di desiderio di
conoscenza. È della razza che deve reinventare ogni gesto, modulare il respiro
su quello delle nuvole straniere, danzando fino a mutare il colore del sole, creatore
che feconda la prima idea di postumano, con la gioia primitiva e infante di tutti
i creatori.
1 dicembre. Oggi comincia un’avventura interessante, Milano sotto
Natale è una città bellissima, andrò alla Feltrinelli in Porta Romana, invece di
assoldare un drone con IBS, chiederò al Google quantistico quante probabilità ho
di incontrare il pensiero che mi cambierà la
vita, la rivelazione, l’epifania. Comprendete?
Viviamo nell’immaginazione. “Regina delle facoltà” per Baudelaire, in questo
campo, è risaputo, un’autorità indiscussa.
***
aggiornamento serale:
Chi mi conosce sa che sono abbastanza pignolo, non lo ero,
lo sono diventato, posso solo sognarmi perché. Il libro che ho comprato non è “Fisica quantistica per poeti” (nel post
il titolo è sbagliato). Non c’era. Avevo
in testa un altro libro l’ultimo di Harari, storico israeliano. Si tratta
di “Ventuno lezioni per il XXI secolo”. Ho
comprato questo.