martedì 26 dicembre 2023
Lankenauta ha appena pubblicato una mia riflessione sulla silloge della poetessa Laura Caccia: “La terza pagina”. Eccovi il link. Buona lettura per chi vorrà.
Ettore Fobo
avamposto mitorealista di lotta poetica
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 17:47 0 commenti
Etichette: Lankenauta, Laura Caccia, libri di poesia
A questo link potete trovare i consigli per le letture invernali da parte della redazione di Lankenauta. Ci sono anche i miei. Buona lettura per chi vorrà.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 18:35 0 commenti
In questo link potete trovare tre miei componimenti, premiati negli anni al Premio Apollo dionisiaco. I componimenti sono accompagnati dalle splendide critiche della professoressa Fulvia Minetti, che ringrazio per l'acume. Bello sentirsi capiti...
Pubblicato da Ettore Fobo alle 15:00 0 commenti
Etichette: Fiori del Caos, poesie di Ettore Fobo, premio Apollo Dionisiaco
Pubblicato da Ettore Fobo alle 08:00 0 commenti
Etichette: I Maestri dell’oblio, Premi, Premio Internazionale Città di Sarzana”
Pubblicato da Ettore Fobo alle 10:00 0 commenti
Etichette: Jim Morrison, poesie, rock
Pubblicato da Ettore Fobo alle 08:00 0 commenti
Etichette: Lankenauta, libri di poesia, Valerio Mello
Condivido con voi una bella notizia: ho vinto il Premio “I Colori dell’Anima”, nella sezione C con la silloge inedita” Generazione
Mezzanotte”. Un grande grazie alla Giuria.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 19:09 0 commenti
Etichette: Generazione Mezzanotte, poesie di Ettore Fobo, Premi, Premio “I colori dell’anima”
Pubblicato da Ettore Fobo alle 15:30 2 commenti
Etichette: aforismi, Friedrich Nietzsche, Gilles Deleuze
Da poeta, Leopardi ha distillato
un canto dolcissimo e struggente, ma anche tremendo e amaro, perché questa è la
vita nella sua implacabile molteplice essenza; da filosofo ha sperimentato
infinite sottigliezze e visto le illusioni rovinose della nostra epoca: sotto
il segno delle Magnifiche Sorti Progressive di una Specie in realtà votata al
dolore e al nulla e al dolore del nulla. Specie che desidera l’impossibile,
perché questa, come Leopardi stesso ha mostrato, è la sua infausta fatalità.
Perché se è manifesta la natura
angelica di quel daimon, di quel
punto di singolarità, di quel vortice di chiaroveggenze, armonie e dissonanze
che ebbe il nome di Giacomo Leopardi, come nota Ceronetti, è altrettanto evidente
la sua natura di grande stregone di quello struggimento, che ci libera da
qualsiasi “infinita vanità del tutto” e ci desta nell’estasi di un assoluto
stupore davanti al mondo. Bisogna, però,
essersi fatti spellare le ossa da questo senso di spaventosa vanità per
acquisire queste intensità e lucidità visionarie. Il dono di poesia fatto
all’indifferente mondo si paga sempre caro.
Capace di lodare la libertà nomade
degli uccelli, devoti a un canto universale, e di irridere l’umano nella sua
pretesa di essere il centro di un fantomatico universo, nell’ Operetta su
Copernico, molto ironica a dispetto di qualsiasi immaginario tono lugubre; lucidamente spietato nel momento delle rivelazioni filosofiche di
“A se stesso"; evocativo di un impossibile trasporto metafisico nell’”Infinito”,
vicino al vagabondaggio dei pastori
mongoli, colmo di una pietas verso il vivente che commuove e
soprattutto libera da tutte le pesantezze e pestilenze dello spirito, al tempo
stesso implacabile nel sentire il dolore proprio, nel percepire, fin nelle midolla, la condanna umana alla
consapevolezza della propria caducità e
molto, moltissimo altro ancora.
Impossibile circoscrivere la sua erranza. Moltissime sono le sue incarnazioni. Un prisma
di una luminosità purissima e stregata. Una luce che improvvisa si è accesa nel
mondo e non si è fatta spezzare dalle avversità. Come un diamante. Per questo
diciamo: Giacomo Leopardi. Tutto il resto è letteratura.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 09:00 0 commenti
Etichette: Giacomo Leopardi, Libro pagano, prose di Ettore Fobo
Questo per lasciare una traccia di me nel
risicato non sense che ci assedia da
più parti. E allora oggi ho ricevuto notizia di essere stato insignito al
Premio Apollo Dionisiaco 2023 del Riconoscimento al Merito con la poesia “Ti
dico astrali”. La poesia in passato è stata premiata al concorso Ossi dei
seppia con il Gran Premio Speciale della Giuria e nel 2020 è risultata fra le
poesie finaliste al Premio Lorenzo
Montano.
Essa è stata pubblicata
nell’antologia collettiva “Fiori del Caos” , edita quest’anno da Kipple Officina Libraria.
Eccola di seguito:
a Piermaria Zannier (in memoria)
Pubblicato da Ettore Fobo alle 20:30 4 commenti
Etichette: Blog, Fiori del Caos, Giacomo Leopardi, Mitorealismo del Sottosuolo, poesie di Ettore Fobo, Premi, premio Apollo Dionisiaco, Premio "Ossi di seppia", Premio Lorenzo Montano, VersiGuasti
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 08:36 0 commenti
Etichette: Lankenauta, Lodovica San Guedoro
Pubblicato da Ettore Fobo alle 17:24 0 commenti
Etichette: Lankenauta, Raffaele Castelli Cornacchia
Pubblicato da Ettore Fobo alle 08:30 2 commenti
Etichette: Patrizia Cavalli, poesie
Pubblicato da Ettore Fobo alle 14:00 2 commenti
Etichette: aforismi, Carmelo Bene
Nella mia mente è sopita una poesia
Fernando Pessoa dal Blog Nostri pensieri
Pubblicato da Ettore Fobo alle 12:30 0 commenti
Etichette: Fernando Pessoa, poesie
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 17:07 0 commenti
Etichette: Cristina Annino, Lankenauta
Solchi cupi
Benché lo neghino nessuno
salvo chi ne muore avverte
dall’abisso gli effetti sul cuoio
dermico migrare dal follicolo
al filamento esponendo lamine
fibroreticolari a esaurimenti ossidativi:
la senescenza precoce del cefalalgico
è prima un contegno di uno stile
un vizio di forma sopraccigliare
l’osservazione acuta di due rètine
appannata dal dolore,
il requiem di una faccia
disciolta col contagocce.
Pubblicato da Ettore Fobo alle 18:00 2 commenti
Etichette: poesie, Valentina Belgrado
Pubblicato da Ettore Fobo alle 09:30 0 commenti
Etichette: Bibbia d'Asfalto, Letizia Corsini, Paolo Spaziani, teatro
Primo vagito di questo popolo di
ombre e sonnambuli: l’antologia Fiori del
Caos, uscita oggi 20 febbraio 2023 per Kipple Officina Libraria. Partecipano con le loro visioni e umane - non
umane incandescenze: Ksenja Laginja, Paolo Spaziani, Sandro Battisti, Carlo
Gregorio Bellinvia. Mattia Canovaro, Massimo Fantuzzi, Lukha B. Kremo, Alex
Tonelli, Maria Cardamone, Matteo Gennari, Silvio Straneo, e l’estensore di
questo Manifesto, Ettore Fobo.
Se interessati, la mail del Movimento è
questa: mitorealismo@gmail.com
Il sito in allestimento è www.mitorealismo.it
***
“L’arte ci è stata
donata per non morire di verità.“
Friedrich Nietzsche
“Quando la poesia faceva la
Storia. “Leggo questo su Fb come commento a una vicenda cialtronesca che vide protagonista
il poeta Dario Bellezza in veste di sparring
partner per una lite con un attore improvvisatosi boxeur per insondabili ragioni artistiche. Finalmente il poeta
preso a calci in culo. Così si fa la storia. Ma fra Storia e poesia non corre
buon sangue benché di sangue poetico la storia sia impregnata. Non faccio nomi,
rinforzo l’anonimato, non cedo al fascino del feticcio e del brand. Studiare la storia per far contenta la
madre o uccidere la madre per far contenta la Storia? Perciò non vi darò le fonti,
morirete di sete…
La frase ”Quando la poesia faceva
storia” è un poco fuorviante. Forse perché poesia e storia non sono parole che
possono stare impunemente insieme. La storia -e l’attualità sua caricatura- fa
la voce grossa per azzittire i poeti. Non si tratta solo di bombe e fucili ma
delle sue chiacchiere potenti e pericolose come una valanga: la storia umana
somiglia sempre più un treno senza conducente né destinazione. Poi finisce in
tunnel e s’intravvede la luce e si fa festa, festa, olè si brinda ma dura poco:
la luce è del convoglio che viene dalla direzione opposta per il definitivo
schianto frontale.
Ma la nostalgia emerge dall’imperfetto (faceva)
come residuo di una malinconia che presto sarà perduta anch’essa. Quando la
poesia faceva malinconia ma la poesia non fa la Storia né la malinconia. La
poesia continua a mostrare i buchi neri e i vortici del linguaggio storico (attenti
è come mostrare i denti malvagi dell’alba) e mettere così il caos davanti alle
proprie responsabilità.
Oppure troviamo la poesia nei
drugstore, nelle pompe di benzina, nelle cattedrali purché sconsacrate, nei Mac
Donald’s , nelle piccole chiese invase dalle erbacce e dalle bisce, nelle
rovine in cui crescono i Fiori del Caos, fiori fluttuanti, fluttuazioni
floreali, tutto ciò che ha perso il nome ha perso anche il peso della propria
eco, esige un destino più profondamente sonoro, sinestesica eco di un colore
tangibile. La poesia è nella strada dove
il linguaggio è una pulsazione vivente ed errante ma soprattutto nei gesti e nelle cose del
quotidiano, trasfigurato pensiero ora in
danza ora in naufragio. Ciò nonostante ricordate e non c’è contraddizione: La bellezza sarà cosmica o non sarà.
Il poeta che recita una poesia vede
nello specchio un fuoco prismatico in cui si riconosce. Un prisma di fuoco che
è Bigger than History… Quando i
nemici della poesia si ostinano a pensare che essa consista nel pettinare le
bambole e non nella conquista di uno stile (ah la pietra senza pietà dello
stile). Allora tu immerso come in un acido nelle gozzaniana vergogna d’esser
poeta, scorticato dai tuoi dubbi e dalle tue incertezze, sii aggressivo nel
rispondere: L’arte è sicuramente inutile ma se più inutili fossero coloro che
se ne fanno un vanto come se l’inutilità dell’arte fosse opera loro, dei loro
luoghi comuni, degli stereotipi che gli serrano la bocca, di un’economia arcaica fondata sul risparmio
e sull’accumulo e non come la poesia sulla dissoluzione, sullo spreco, sulla dépense.
C'è un’economia non umana
realmente naturale, fondata sulla dissipazione entropica come quella di Madre (qui
ci vuole il ghigno leopardiano) Natura. La chiamiamo morte. Supremo spreco che
permette il suo stesso infinito rinnovarsi come spreco. L’arte è scuramente
inutile benché i libri di poesia possano essere moliti utili per incartare il
pesce, possono essere un favoloso arredo e
se ardono donano calore come
tutto ciò che arde. È risaputo: i libri di poesia sono i migliori regali di riciclo.
Non conoscono un solo destinatario ma diverse mani che li rigirano ad altri che
a loro volta li rimetteranno in circolo. Perciò il suo movimento inesauribile è
contento, comunque nessuna mano può afferrarla come la sabbia di Morfeo, e però
ne rimane drogata ugualmente e cambia il suolo sotto i piedi e il cielo
comincia a picchiarci in testa come il Corvo che ripete Nevermore e non ha altra voce. Finché il tempo esplode altre voci
sorgono per ritrovare antiche alchimie in cui il verbo è una disseminazione
astrale, magnifica perché peritura ma lo scintillio è eterno solo se si cessa
di venerarne il riverbero ed è così,
quando si cessa di comunicare, che
emergono le terre inesplorate sotto i nomi che le
imprigionano.
L’arte è inutile, in questo simile
alla vita. Quindi attenti a tutto ciò che non produce reddito, vi rende solo
vivi, una poesia lo può fare talvolta di notte se cessate di pensare al domani,
al passato e fate dell’attualità una solenne pira di vecchie menzogne, vivrete
così trafitti dall’attimo di una più intima spossessione, spoliazione di sé. Non può essere che la
catastrofe, più in là, di valori un rovesciamento fatale. È questa la nostra redenzione? Accettare di
essere mummificati, dare del tu agli angeli oppure puntare sugli alieni. Loro
ci ameranno, non capendoci, qui anche gli scribi ci rinchiudono nelle gabbie delle
loro ottusità. Un’arte per artisti e vaffanculo alla Verità, alla Democrazia,
alla Libertà; a tutto questo malvagio mondo di Maiuscole; si fottano la Volontà, la Storia e la Scelta
e infine l’Arte stessa perché si nasce capolavori e qualcuno ci rimane. L’opera,
più d’uno l’ha insegnato, è solo residuo
escrementizio.
Tornino le chimere, le ninfe,
tornino i boschi a essere non umani cioè sacri, brilli nelle nostre menti la
magnifica idea di Fato. Natale mongolo e maniaco sulla terra. Natale pagano. Sì, felicità, felicità maniaca…- La
storia non è nel passato né nel futuro, la storia è nell’attimo che squarciando
il tempo ne mostra il ridicolo camouflage.
La bellezza sarà comica o non sarà.
Mitorealismo del Sottosuolo: Mito
perché dispostivi mitologici legiferano nel nostro inconscio. Vanno disattivati
lentamente con rigore scientifico se no esplodono e pazzia sommerge ogni cosa. Condito sine qua non per avvicinare questi
dispositivi: bisogna sapere a quale daimon
è consacrata la nostra vita, foss’anche il Grande Puffo, o Ken Shiro.
Realismo è il serpente dionisiaco
che cambia pelle per non farsi riconoscere cioè sottomettersi a un codice di
segni. Sottosuolo, perché bisogna, il più possibile, vivere nascosti e in
pubblica piazza cantare al proprio orecchio.
Siamo oltre ciò che comunica e
informa, che esse siano ostie, ontologie,
informazioni e prepariamo il funerale della dualità che ci ha spaccati. Attenti, amici, romba la Ronda
dell’Avanguardia.
E.F
***
Pubblicato da Ettore Fobo alle 16:30 0 commenti
Etichette: Fiori del Caos, Mitorealismo, Mitorealismo del Sottosuolo, Versi Guasti
Paolo Spaziani e Letizia Corsini
sono da anni impegnati in una ricerca teatrale difficile da definire perché profondamente
disallineata ai modelli teatrali contemporanei. In una società in cui l’evento
teatrale è una sorta di refugium peccatorum per divi televisivi in
declino o un confessionale autocompiaciuto di problematiche sociali, Spaziani
parte da Bataille, inevitabilmente, per circuire “i segni del caos” e proporceli
nell’immediatezza di un teatro di grande rigore estetico, in cui l’originale
francese si alterna alla traduzione italiana in un formidabile controcanto.
Così lo spazio fra le due lingue, gli interstizi fra musica e silenzio, diventano
luogo incandescente di evocazione degli spiriti. Ciò che proviene dalla notte
dei tempi dilaga sulla scena e la polverizza. Rimane il canto a sfolgorare nel
buio. La nostra stessa esistenza è gioco. Lo
spettacolo s’intitola “La morte ride” e si terrà a Milano al teatro Argomm
(zona Niguarda) via Graziano Imperatore 40, il 23 febbraio 2023 alle ore 21.
Andate a vederlo, cambierà il modo con cui vedete e sentite il teatro.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 10:00 0 commenti
Etichette: Letizia Corsini, Paolo Spaziani, teatro
Per il terzo anno consecutivo
ricevo il Gran Premio della Giuria al concorso letterario Ossi di Seppia, anno
in cui esso ha registrato il record di adesioni: oltre 2100 partecipanti. Ringrazio
la Giuria formata da Alessia Bronico, Alessandra Corbetta, Claudio Damiani e il
coordinatore del Premio, Lamberto Garzia. Sarò alla Premiazione che si terrà
sabato 18 febbraio dalle 17, a Villa Boselli, che si trova ad Arma di Taggia, in provincia di Imperia.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 18:27 0 commenti
Etichette: Premi, Premio "Ossi di seppia"
***
da” È luce che non sa”- Silvio Straneo – puntoacapo editrice- maggio
2021
Pubblicato da Ettore Fobo alle 16:30 0 commenti
Etichette: poesie, Silvio Straneo
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 09:00 0 commenti
Etichette: Guglielmo Aprile, Lankenauta
Pubblicato da Ettore Fobo alle 08:50 2 commenti
Etichette: poesie, Yehuda Amichai
***
da “Un arpeggio sulle corde” – Kae Tempest- traduzione
Riccardo Duranti- edizoni e/o- giugno 2021
Pubblicato da Ettore Fobo alle 17:30 0 commenti
Etichette: Kae Tempest, Kate Tempest, poesie
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 16:00 0 commenti
Etichette: Canti d'Amnios, Matteo Gennari, reading
La prima data è romana: lunedì 23
gennaio 2023. Ore 21. Teatro Hamlet, via Alberto da Giussano 13, Roma.
Andateci, se potete.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 10:00 0 commenti
Etichette: Letizia Corsini, Paolo Spaziani, teatro
Un ragazzino cieco
con un cartello fissato al petto.
Troppo piccolo per stare fuori
da solo a mendicare,
ma tant'è.
Questo secolo strano
con la sua strage degli innocenti,
e il volo sulla luna-
ora mi sta aspettando
in una città strana,
nella via in cui mi sono perso.
Mi sentì avvicinare
e si tolse un giocattolo
di gomma dalla bocca
come per dire qualcosa
ma non fu così.
Era la testa, la testa di una bambola,
tutta masticata,
la tenne alta per farmela vedere.
Il duplice sogghigno era per me.
(traduzione Andrea Molesini)
***
ll 9 gennaio ci ha lasciato Charles Simic. In questo blog
potete trovare diversi articoli a lui dedicati.
Ettore Fobo
Pubblicato da Ettore Fobo alle 08:00 0 commenti
Etichette: Charles Simic, poesie
Quello che state per leggere è il Secondo Manifesto del Mitorealismo del Sottosuolo e prima manifestazione del Movimento onlin...