sabato 3 dicembre 2011
Ultimamente leggo solo la sera, scucendo qualche ora di brezza alla tempesta dell’esistere, è il solito piacere di intravedere, nonostante l’analfabeta cecità dei giorni, quel che bussa alla porta del pensiero.
Quale mare ignoto nella copertina di un libro, nella sua aura di consacrazione sta un nome, un titolo. E io scelgo di leggere dentro un nuovo silenzio, per estrarvi la notizia che una visione del mondo è nata, in qualche polveroso bugigattolo di Cracovia, New York, Salonicco, Glasgow, ovunque l’immaginazione abbia imposto la sua cifra da sempre velata. Leggo per entrare in piccole stanze dove nello specchio non aleggiano volti, per sciacquarmi alla luce dell’ignoto, di ciò che fino al momento prima era solo un presagio.
Amo soprattutto i libri dal futuro incerto, capolavori dimenticati nella polvere degli anni.
Piccoli libri prossimi al naufragio, rivivete pure in me la vostra alba.
14 commenti:
Eroico, quasi.
Eroico? Non ci avevo pensato.
"quale mare ignoto nella copertina di un libro"
"E io scelgo di leggere dentro un nuovo silenzio"
Mi hai dato le parole che non avevo :-)
Adesso anch'io vado a leggere un po'. Mi piace pensare che tanti come noi a Milano, V.V.,Cracovia, New York, Salonicco, Glasgow... entrano nelle "piccole stanze" verso sera.
Si'. Giacinta, anche a me piace l'idea, una sorta di comunità segreta che si ritrova nello stesso rito, unita da questo, ma distante. Ciao e grazie.
Ci vorrebbe qualche segnale per riconoscerci nel mondo diurno: un fiore noto solo a noi da portare all'occhiello, una stretta di mano o un esoterico toccamento. Invece non abbiamo che le citazioni, che però sono spesso stucchevoli, per qualificarci come adepti della setta dei lettori. O le occhiaie, ma quelle le condividiamo coi pervertiti.
Sì, quello che fai ha qualcosa di eroico. Forse perché lo fanno in pochi. Forse perché lo fai anche bene.
Grazie Euridice, un saluto.
@Yanez
I segni di riconoscimento sono i libri stessi. Quante volte in giro vedo persone che ne hanno uno!Ma la comunità dei lettori deve anche condividere qualche segreto, per esempio nomi di scrittori poco noti, ma decisivi. Ciao Yanez.
Anche io vado spesso in giro con un libo in tasca, o nella borsa, ma è raro che ne legga qualche pagina o che solo lo tiri fuori. Una forma di pudore, o banale pigrizia?
Io giro quasi sempre con una sacca con 3 o 4 libri dentro. E' una specie di coperta di Linus, una sorta di talismano. Qualche volta li leggo, sul bus, sulla metro, in un bar.
Faccio mio il pensiero "per sciacquarmi alla luce dell’ignoto", e invoco il contagio dei libri dal futuro incerto.
Bastano davvero poche righe per sentirsi avvolti da una nube rosea (la polvere di un bugigattolo) che nei suoi confini incerti come il futuro delle pagine, ci definisca.
Sì,Elena, confesso il mio fascino per ciò che è incerto e fuggevole.
ti ringrazio per avermi regalato una lettura piacevole :)
Grazie a te Puccina. Ciao.
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