Nuove connessioni

sabato 14 settembre 2019




Per me citare Eliot o Pound, bevendo un tè verde  come nei romanzi di Henry James,  sarà sempre il massimo del glamour in ambienti troppo raffinati per essere veri (tutto è sordido e céliniano, artaudiano,  l’umano schizoide)  e in ogni caso l’invenzione della scrittura precede di svariati millenni l’astronave della mia balbuzie: un  qualsiasi computer quantistico  celebrerà la nuova aurora, per un linguaggio stavolta, realmente,  battezzato nell’ignoto, e magari anche a breve sì  ma su altri schermi.  

Altre connessioni legheranno lo sguardo dell’umano a nuovamente antiche ibridazioni,  alle congelate ebrezze di un Minotauro, per esempio, alle voragini sensoriali di un pipistrello o di un’ Afrodite contemporanea,  alle vicende oceaniche  di uno squalo lautréamontiano o  di una rockstar morta cent’anni prima, all’ardente passione di un maestro del Rinascimento o alla violenza cieca di Jack lo Squartatore, perché non c’è limite nel sadismo. Fremeremo magari  come una primula al vento, avremo visioni, con i nostri frammenti edificheremo un nuovo sguardo.  Tutto verrà fuso nel crogiuolo dell’algoritmo e la fantascienza sarà il nuovo realismo.

Sapremo cosa significa essere un rettile nel deserto messicano e la pompa di benzina vista da Hopper sarà un’esperienza quotidiana di chiunque  avrà accesso al pensiero, cioè al Potere.  Ci saranno le droghe giuste, gli strumenti tecnologici e complicate manipolazioni genetiche potenzieranno alcune menti fino al concepimento di una narrazione postumana e postcristiana. Eccomi qui a  tramare ipotesi per un futuro che so già consegnato all’oblio e che comunque non mi riguarderà. A meno che l’immortalità si riveli qualcosa di più di un sogno informatico e sia la coscienza  a dilatarsi all’infinito perché a un corpo senza morte e senza vecchiaia io non credo. Qui ci vorrebbe l’emoticon di una faccina triste.

E il deserto della distopia,  intanto,  avanza. Quello sì è certo, ci tocca già ora in sorte. Toccherà  a Entropia infine,  come al solito,  scrivere l’ epitaffio. Fortuna che un po’ prima  verrà Delirio a scriverci sopra un pezzo rock d’antan e a farci contenti.


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