sabato 21 dicembre 2013
“Astres!
Je ne veux pas mourir! J’ai du génie!”
Jules Laforgue, Éclair de gouffre
Jules Laforgue, Éclair de gouffre
Sonare su un violino in fiamme
una mia seguidilla,
prima che cada il sipario come una ghigliottina.
Mi piace il fragore, il bailamme,
ma la mia vita arlecchina,
veliero viluppo di stracci,
con la sua gracile chiglia
si impiglia in un groppo di ghiacci.
Avanzare con grandi falcate di goffa pavana,
gonfiarsi come una rana.
Riempire di propri scartafacci la stiva,
sognare che il nome
fra tanto oblio sopravviva.
Quanta enfasi, quanta arroganza cetrulla.
O vita, o Hanna Schygulla,
sciantosa di varietà, sulla riva
del Nulla.
Angelo Maria Ripellino
*
da “Dopo la lirica. Poeti italiani
1960- 2000” – a cura di Enrico Testa -
Einaudi - 2005.
6 commenti:
Arroganti citrulli.
Siamo tutti un po' così, vero?
Divertente e amarissima, questa poesia.
Poesia divertente nella scelta dei termini e delle rime, amara ma vera nei contenuti. “Arroganza cetrulla” è un bel modo per definire certi atteggiamenti dell’essere umano, quindi di tutti noi.
L'arroganza citrulla credo possa essere riferita a chi vuole lasciare un piccolo segno di sé: scrivendo, recitando, dipingendo... facendo un briciolo d'arte.
Sopravvivere ad ogni costo. Salvo dimenticare che siamo sulla "riva del Nulla". Il dramma dell'oblio.
Sì, con questi versi ci si riferisce indubbiamente alla pretesa di lasciare una traccia, oltre l’oblio. Pretesa vana e vana illusione, tutto viene prima o poi dimenticato.
la poesia di ripellino mi lascia perplesso. troppe le rime e le assonanze. per fortuna che se ne rende conto "quanta enfasi, quanta arroganza cetrulla" . ma l'autocritica non salva il componimento. meglio lo slavista e l'autore di praga magica.
A me piace. Anche se l’uso di rime è un gioco pericoloso, può risultare stucchevole, concordo. In questi caso, però, mi piace soprattutto il fatto che i contenuti amari della poesia siano demistificati dalla leggerezza delle rime.
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