domenica 7 dicembre 2014
"L’Italia
è un paese nemico della cultura e mal governato da tempo immemorabile. Goethe lo definì un paese bello
e inutile, oggi è solo inutile, visto che diventa di giorno in giorno sempre
più brutto […]. L’Italia è un paese che non ha rispetto di sé ed è disastrosamente
impari al proprio passato. Gli italiani, con le debite eccezioni, non sono il
miglior popolo del mondo; sono un popolo molto pressappochista
e presuntuoso con dei geni isolati e spesso bistrattati. È inutile starsi a
sciacquare la bocca con la romanità e con il Rinascimento: è roba vecchia e
irrimediabilmente passata – roba che gli italiani, tra parentesi, non
conoscono, salvo rare eccezioni. Credo che per un intellettuale una delle
peggiori disgrazie sia quella di nascere in Italia. Mi attirerò molti nemici ma
è quello che penso, e lo penso con molto dolore."
8 commenti:
Disperatamente vero.
E fa un male cane doverlo ammettere, purtroppo.
Che articolo triste. Il problema più grande dell'Italia, secondo me, non sono tanto i quattro stronzi che la popolano, ma le giovani speranze che l'abbandonano. Purtroppo siamo tutti artefici di questo inesorabile declino. Detto questo, RIP Riccardo Reim!
@Euridice
Dal canto mio ho sempre pensato che la crisi economica che attanaglia il paese da vent’anni, e che ha avuto un drammatico peggioramento negli ultimi sei o sette, affondi le sue radici anche nella pochezza culturale del nostro paese, nel suo provincialismo, figlio dell’ignoranza. Purtroppo il nostro è un paese che ha smarrito la rotta.
@Kate
Il problema dell’emigrazione non riguarda solo i giovani anche se, per tanti motivi, i giovani sono quelli che emigrano di più. Il problema è trasversale, conosco personalmente gente che è emigrata a quarant’anni. Diverse persone che ho conosciuto da adolescente, ormai vent’anni fa, oggi sono in paesi esteri. E il tunnel pare infinito.
un paese bellissimo ridotto a macerie. un paese che potrebbe benissimo essere punto di riferimento nel mondo. se non avessimo la criminalità organizzata a comandarlo.
@ Federico
Sì, la criminalità organizzata è un cancro ma c’è anche una certa mancanza di senso civico nell’italiano medio.
Eppure provo sempre una sensazione di imbarazzo di fronte alle considerazioni incontestabili che io stessa non potrei non fare sul declino in atto e su quello ancor più prevedibile per il nostro Paese. Come se confessandolo così apertamente, incapaci di nascondercelo, fossimo responsabili di accelerarne il processo.
Può darsi sia solo debolezza. Ma a volte penso di volermi interessare più diffusamente e con maggior forza delle pur scarse potenzialità che qua e là ancora resistono.
Resistere, appunto, è l'unica scelta possibile.
@Elena
Capisco cosa intendi. Forse, talvolta, persino la denuncia dello sfacelo è connivente con lo sfacelo. Tuttavia c’è in queste parole di Riccardo Reim un grido che ho voluto diffondere, il grido di uno che ha la sensazione di camminare in un deserto. Troppo spesso ho condiviso questa sensazione. Certo bisogna resistere, lottare, non arrendersi. Il mio modo di lottare (e credo anche il tuo) è scrivere.
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