Una poesia di Eugenio Montale

venerdì 23 agosto 2019




Forse un mattino andando  in un’aria di vetro
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come su uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno  consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
***
Da "Ossi di seppia" – Eugenio Montale- edizione per il Corriere della sera – giugno 2019

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