Dialogo fra un’ombra e la sua maschera

sabato 20 febbraio 2021



“L’uomo è il sogno di un’ombra”

Pindaro

“Non mi applaudiranno perché penso, cioè mi occupo di demolire Dio, vale a dire ciò che si pensa, si dice, si crede,  come se si potesse nominare la propria evanescenza di nuvola, e da nuvola a nuvola dire: «Io non sono un sogno, io sono reale» . Finirò io stesso dissolto  in questa gigantomachia fra nuvole.

Tutto che realmente si proietta su uno schermo, immagine sacra di una comune rappresentazione, in questa sempre più platonica e plutonica caverna dell’attualità farneticante.”

dice il poeta  il cui uditorio è solo il deserto, la cui parola è oramai un grido, il cui grido è fuori dal tempo.

 La sua domanda non ha eco, cosicché egli  possa anelare a una domanda più grande che polverizzi ogni risposta e lasci solo lo stupore come cifra misteriosa di ogni umano svanire. “È tornato il tempo dell’erranza” lo rincuora la sua ombra

In tutto questo ignoriamo  dove finisca il volto e inizi  la maschera e  in quale specchio naufraghi il nostro pensiero più segreto, non sappiamo in quale vento si perda la nostra voce e se il nostro pensiero troverà mai un fulcro intorno cui vorticare come una stella.

 

2 commenti:

Maria ha detto...

Nessun commento nel deserto?
Allora inizio io.

Questo scritto per me ha senso in ogni parola, lo vivo.
Ovviamente grazie a quel che scrivi trovo anche di piu', definizioni ( o suggerimenti) a cui non avevo prestato attenzione.

Eh si trovo conforto e forse un centro di gravita' in quell'ombra che mi suggerisce che l'errare e' la fase alternativa al contemplarsi...al disperdersi, nuvolosamente evanescente.
Curioso che ce lo ricordi l'ombra, che non ha ne' volto ne' maschere...

Grazie della condivisione, apprezzo la prosa...poetica!

Ettore Fobo ha detto...



Grazie a te, Maria.