Da La ribellione delle masse- José Ortega y Gasset

martedì 17 novembre 2009



Perché la vita è soprattutto un caos in cui ci si smarrisce. L'uomo ne ha il sospetto; però l'atterrisce il fatto di trovarsi faccia a faccia con questa terribile realtà, e si sforza di nasconderla con un velo fantasmagorico, affinché tutto sembri chiaro. Non lo preoccupa affatto che le sue "idee" non siano veridiche; le utilizza come trincee per difendersi dalla sua stessa vita, come spauracchi per allontanare la realtà.
L'uomo di intelletto lucido è colui che si affranca da queste "idee " fantastiche e guarda in faccia la vita, prendendo coscienza che tutto è in lei problematico, e sentendosi smarrito.E poiché questa è la verità- ossia che vivere significa sentirsi smarrito-chi l'accetta ha già incominciato a ritrovarsi, ha già incominciato a scoprire la sua autentica realtà, è già su un piano stabile. Istintivamente, allo stesso modo del naufrago, cercherà qualcosa a cui aggrapparsi, e questo tragico sguardo perentorio, assolutamente sincero perché è un tentativo di salvarsi, gli permetterà di dare un ordine al caos della sua vita.Queste sono le uniche idee veridiche : le idee dei naufraghi. Il resto è retorica, posa, intima farsa. Chi non si sente veramente smarrito si perde inesorabilmente; e non potrà mai più ritrovarsi, non potrà mai più incontrarsi con la propria realtà.

(traduzione Salvatore Battaglia e Cesare Greppi)

4 commenti:

Elena ha detto...

Non sai che conforto mi dà tutto questo. Mi stai dicendo che potrei essere su una buona strada. In fin dei conti è sempre stato questo, l'enorme potere salvifico della letteratura.

Ettore Fobo ha detto...

Queste frasi sono perfette per dare un senso all'angoscia che abita tutti noi nel profondo. Hanno un effetto catartico che più di una persona mi ha fatto notare.La verità è dura ma chi la guarda in faccia ha più coraggio. Ciao.

Lukha Kremo Baroncinij ha detto...

Che poi è la vita autentica, come lo intendeva Heidegger, cioè si esprime in sentimenti come la noia, lo spleen, la paranoia. O meglio, la precarietà della vita è superabile con il divertimento, le droghe, (surrogati) o il tedio (autenticità), come dire una delle esperienze più alte è rompersi i coglioni, cacarsi in mano davanti a ogni esperienza...
ma questo è solo un passaggio, un viaggio, la del resto la metà è il viaggio...

Ettore Fobo ha detto...

La noia suprema, io penso, è appunto quella esperienza metafisica di chi si è svuotato di tutto,idee opinioni, credenze,desideri e subisce il passare delle ore come uno stillicidio, le ore sembrano secoli, perchè egli è fuori dal tempo, nudo ed e esposto all'angoscia che gli rivela cosa c'era al fondo delle sue mistificazioni. Non mi sento di raccomandarla ma so che a volte è neccessaria per disfare il castello di sabbia delle proprie favolette, per uscire dall'ipnosi di quello che Adorno chiama"il cerchio magico dell'esistenza".Quel che resta dopo tale operazione di smontaggio è la libertà, posto che essa è un gran deserto e come tale va gustata.Ciao.