venerdì 12 settembre 2014
Gli amori
incompiuti
sono quelli
che la notte ha dissolto,
che l’alba implora.
Maledetti o
benedetti sono quel fuoco
che non ha
bruciato per un sospetto
d’ombra
o per un gioco
di
specchi tradito.
Gli amori
incompiuti sono nella memoria,
muta
navigazione sotto stelle perenni,
indimenticabili
ardori, baci stregati,
perché mai stati.
In un soffio
di sempre stanno
immutabili
segni cancellati.
Imperdonabile
il tempo li ha espulsi,
frammenti
del possibile, occasioni mancate,
millenarie acque
in cui per paura o per caso
non si è mai nuotato,
sorrisi perduti che mai ricevemmo,
sentieri che
solo il vento ha battuto.
Tutto ciò
alla ferita
del caduco-
la vita!-
tutti noi ci consacra.
Gli amori incompiuti
vengono a noi,
nella luce
implacata di un ricordo,
per dirci
cosa avremmo potuto essere,
e di quante
distanze è popolata la notte,
in cui
ricevemmo il volto amato in dono.
Ettore Fobo
***
Questa poesia è stata ispirata dalla lettura del post “Gli amori incompiuti” sul blog “La favola di Orfeo”.
4 commenti:
Eccellente, Ettore.
"...cosa avremmo potuto essere..."
è questa la sostanza di tutto. Un rimpianto egocentrico da cui non si scappa.
E poi: grazie per la promessa mantenuta.
Non c'è nulla di meglio al mondo.
Grazie a te per l’apprezzamento, Euridice.
Ogni promessa è debito, come dice il proverbio.
molto bello il passaggio
Tutto ciò alla ferita
del caduco- la vita!-
tutti noi ci consacra.
ti auguro altri buoni versi, ettore
Bell’augurio, grazie Eustaki.
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