L’angoscia secondo Giuseppe Pontiggia

giovedì 20 agosto 2015







“L’angoscia, in senso esistenziale, sottrae all’uomo la sua acquietante fiducia in sé,  la sua intimità con il mondo, il suo «con- essere» con gli altri in una quotidianità rassicurata dalla chiacchiera, dall’equivoco e dalla curiosità. Nell’angoscia l’uomo scopre la certezza, assoluta e originaria, della propria morte: e vivere  in tale consapevolezza coincide con l’autenticità.”

estratto da “Il giardino delle Esperidi”- Giuseppe Pontiggia- Adelphi- 1984

4 commenti:

Mia Euridice ha detto...

Complicatissimo giungere a questa consapevolezza.

Ettore Fobo ha detto...

@Euridice

Sì, consapevolezza complicata da raggiungere in una società che rimuove sistematicamente il pensiero della morte.

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Prova certa della dissoluzione del senso del tragico è l'applauso che immancabilmente scatta a ogni apparizione di bara fuori dalle chiese italiane.

Ettore Fobo ha detto...

@Humani Instrumenta Victus

Concordo. È davvero un’usanza fastidiosa. Chi lo fa non è all’altezza del silenzio.